Christina Vanvuren per “Alternet”
Il termine ‘handjob’, letteralmente lavoretto di mano, è generalmente usato in riferimento al piacere del pene, eppure non c’ è miglior modo per descrivere il piacere che si può dare ad una vulva. Si può chiamare anche ‘fingering’ ma non è lo stesso, perché il termine non comprende davvero tutte le implicazioni della stimolazione. Chiunque possieda la vulva, sa che un buon lavoro di mano non è la automatica ripetizione di un dito nella vagina.
La cosa più importante da ricordare è che i ditalini (anche questo termine riduttivo) sono tutti diversi. Quello che piaceva alla vostra ex non è detto piacerà alla nuova partner, e ogni volta va trovata una strada nuova. Rendetela una esperienza totale: labbra, collo, pancia, sono tutte zone erogene utilizzabili. Prima di penetrare, accarezzate capelli, cosce, fianchi, molte donne hanno bisogno di lunghi preliminari per raggiungere l’orgasmo.
Il tempo serve anche a voi per scoprire cosa le piace e cosa non le piace, e per costruire il ‘momentum’. Una volta che la vostra partner è eccitata, sarebbe facile cedere alla tentazione di sfregare il clitoride il più velocemente possibile, ma non è una buona idea. Troppa stimolazione può irritarlo, e renderle sgradevole l’intera esperienza.
Andare piano vi aiuterà a cogliere meglio i segnali della vostra partner, come respira, quando geme, quando si ritrae perché non le piace il modo in cui la toccate. Iniziate mettendo la mano nella collina pubica e premete leggermente con tutta la mano. Notate come ogni parte della vulva reagisce: le labbra interne e esterne, clitoride, perineo.
Esplorate lentamente la zona, memorizzate i punti che la fanno godere di più. Ricordate che la vostra partner potrebbe avere meno bisogno di stimolazione sul clitoride e più sulle labbra. Non è difficile scoprire i suoi punti forti, ve lo dirà o respirerà diversamente, emetterà suoni nuovi. Se lei non comunica, non abbiate paura di chiedere “Ti piace?”, in modo dolce e senza troppa pressione.
Cosa sbagliano in genere gli uomini? Usano lo stesso colpetto all’infinito con il risultato non solo di intorpidire e desensibilizzare la parte, ma anche di rendere l’esperienza noiosa. Cercate di variare, pressione, velocità e tecniche. Usate i polpastrelli per disegnare cerchi gentili e tutta la lunghezza del dito per strofinare su e giù, mettete le vostre nocche, fatele rotolare, tamburellate.
Il clitoride è un piccolo bottone di piacere ma questo non significa che va premuto ora e ancora. Giocate con i suoi limiti. Alcune donne hanno anche un lato preferito del clitoride (destro o sinistro), trovate quello migliore. Alcune donne non amano affatto la penetrazione con il dito, altre la adorano.
Ma ciò che le accomuna è che non vengono solo con la penetrazione. E’ importante che chiediate alla partner se le va bene o no essere penetrata con il dito. Se dice di sì, esiste un modo per farla tremare. Inserite un dito nella vagina, tastate le acque, se le piace, aggiungete un secondo dito, anche un terzo. Variate pressione, velocità e profondità.
Per stimolarle il punto G, fate leggera e risoluta pressione sul muro frontale della vagina, poco sopra l’apertura. A questo punto potete diventare multitasking: se avete indice e medio dentro di lei, potete usare il pollice per stimolare il clitoride. Se non vuole la penetrazione, potete stimolarla esternamente.
Mentre la portate al climax, ricordate i punti che le sono piaciuti di più durante l’esperienza e toccateli di nuovo quando lei è vicina l’orgasmo, dando colpetti consistenti e ritmici. Durante è bene variare le tecniche, ma verso il gran finale l’importante è non cambiare, altrimenti la perderete.
Dopo che la partner è venuta, potete continuare a toccare gentilmente la vulva. Potrebbe essere una persona che ha orgasmi multipli e quindi non desidera che vi fermiate. Considerate però che la sua vulva potrebbe essere ultrasensibile fino al punto di irritarsi quindi approcciatevi con molta cautela o chiedetele se ne vuole ancora. Il segreto per una buon ditalino è essere presenti e curiosi.
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