DZ per il Giornale
Uno scandalo tira l' altro, senza sosta. Da una parte all' altra dell' Atlantico è una corsa indefessa a denunciare molestie e abusi e violenze. È ora la volta di James Toback, sceneggiatore e regista newyorkese di 72 anni, che domenica scorsa è stato al centro di un pezzo del Los Angeles Times dove si dà conto di 38 donne fattesi avanti per denunciarne i comportamenti sessualmente predatori.
Secondo quanto riportato dalle accusatrici, la sua attenzione si rivolgeva soprattutto verso giovani e giovanissime che avvicinava con la promessa di una carriera nel cinema. Ma non solo. Le sue aggressioni si sarebbero rivolte anche verso dipendenti e persone che lavoravano con lui.
«Mi diceva che non avrebbe desiderato nulla di più che masturbarsi guardandomi negli occhi», è solo una delle molteplici testimonianze riportate nell' articolo del Los Angeles Times. Donne che, spaventate e umiliate e sopraffatte da Toback, a volte riuscivano a scappare, altre volte cedevano ai suoi desideri.
Il suo comportamento era ben conosciuto tant' è vero che nell' ambiente avrebbe preso piede la locuzione you got Toback-ed, a indicare una donna che aveva subito delle molestie o degli abusi sessuali da parte di qualche sceneggiatore o regista.
Se le 38 donne citate domenica dal Los Angeles Times costituiscono già un numero elevato, in un tweet di due giorni fa Glenn Whipp, autore dell' articolo, ha aggiornato i numeri: dalla pubblicazione della storia altre 193 donne si sonno fatte avanti denunciando di aver subito molestie e abusi da parte di Toback.
Tra loro anche Julianne Moore, che ricorda di essere stata avvicinata dal regista negli anni 80: se vuoi un provino vieni nel mio appartamento. Proposta reiterata da Toback un mese dopo e sempre rifiutata dalla Moore. E lui? Sentito per una replica dal Times, ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nelle vicende raccontate dalle sue accusatrici.
Mai incontrate o al massimo «per 5 minuti e di cui non ho ricordo». Secondo Toback quello che di cui viene additato sarebbe «biologicamente impossibile» per il diabete e le sue condizioni cardiache che avrebbero richiesto cure mediche.