DAGONOTA - Netflix non si limiterà a chiudere ‘House of Cards’ dopo la messa in onda sesta stagione: ha sospeso anche la produzione delle puntate attualmente in lavorazione. Il tutto all’indomani delle rivelazioni sulle molestie di Kevin Spacey su un attore 14enne (che oggi ne ha 46).
In un comunicato congiunto, Netflix e Media Rights Capital hanno scritto che la sospensione “dà tempo per capire meglio la situazione e rispondere alle preoccupazioni del cast e della troupe”.
La società non esclude uno spin-off della serie con un cast diverso, per salvare il valore della produzione e liberarsi di Spacey. Ma la mossa di sospendere tutto fa pensare che ci siano altre rivelazioni in arrivo sul protagonista…
Francesco Canino per www.panorama.it
Fine di un'epoca televisiva, o quasi. Dopo cinque stagioni dal successo planetario, cala inesorabile il sipario su House of Cards, la serie tv con Kevin Spacey e Robin Wrigh: come anticipato da mensile Variety, bibbia dello spettacolo, Netflix ha infatti deciso che la sesta serie, in lavorazione da qualche settimana, sarà l'ultima. Le polemiche delle ultime ore, seguite alle accuse di molestie sessuali nei confronti di Spacey - protagonista e produttore esecutivo della serie - hanno accelerato la decisione da parte del servizio di streaming.
Perché House of Cards chiude?
HOUSE OF CARDS TWITTA SU DAVID CAMERON
"Media Rights Capital e Netflix sono profondamente scossi per le notizie che riguardano Kevin Spacey", si legge nella nota diramata dai produttori di House of Cards. "I dirigenti di entrambe le nostre compagnie si sono recati a Baltimora - dove sono in corso le riprese della sesta stagione, ndr - per incontrare il cast e tutta la squadra ed esprimere loro tutto il nostro sostegno".
Le riprese della sesta serie sono iniziate a metà ottobre nel Maryland, ma come previsto dal crono-programma del set, Spacey al momento non è al lavoro. Un'assenza provvidenziale, proprio mentre esplode il "caso" dopo le accuse lanciate da Anthony Rapp, protagonista della serie Star Trek Discovery, attraverso un’intervista a Buzzfeed in cui ha rivelato di aver subito molestie da Spacey quando aveva quattordici anni, nel 1986.
E se Netflix avesse colto questo inatteso assist per chiudere House of Cards? L'ipotesi è più che probabile. Del resto la clamorosa vicenda Weinstein ci insegna che una volta innescata la miccia, lo scandalo rischia di deflagrare in maniera clamorosa ed è possibile che sul conto di Spacey - che nel frattempo ha fatto coming out sulla sua sessualità - emergano nei prossimi giorni altri dettagli imbarazzanti. In questo modo Netflix avrebbe colto la palla al balzo per chiudere una serie che da qualche stagione sta vivendo un lento declino.
La chiusura di House of Cards era solo questione di tempo, fanno notare ora gli addetti ai lavori degli studios americani. Il "fattore" Spacey si somma dunque ad altre variabili negative, a cominciare dagli ascolti in calo a livello globale - mentre in Italia tutto sommato hanno retto - passando per il tracollo di "hype" generata in pubblico e critica e soprattutto per la deriva eccessivamente macchiavellica imboccata della trama nell'ultima stagione.
Il fenomeno House of Cards si è sgonfiato e sta arrivando ad una "naturale" conclusione. Restano però alcuni elementi cardine che ci fanno dire che sì, nel complesso ci mancherà. A cominciare dalla lucidità unica con cui ha saputo racocntare il cinismo della politica americana, con una prospettiva unica, da dentro la "stanza dei bottoni", anticipando la deriva trumpiana ma finendo per essere surclassata dalla realtà.
"Donald Trump ci ha rubato tutte le idee per la sesta stagione. Seriamente non so come faremo”, disse scherzando (ma non troppo) Robin Wright, che nella serie interpreta Claire, la moglie di Frank Underwood. La capacità degli sceneggiatori di leggere la realtà è stata esemplare - le scene di protesta anti Underwood al grido di “Non è il mio Presidente” hanno anticipato quelle anti Trump - anche per quanto riguarda la visione degli scenari di politica internazionale con i rapporti con Cina e Russia.
Di House of Cards mancherà a molti la scrittura manicale e precisa degli sceneggiatori - nonostante certi eccessi nella trama - il talento assoluto dei protagonisti, persino quello delle comparse generiche, e l'intuizione quasi visionaria di Kevin Spacey e Robin Wright, tra i primi attori hollywoodiani a scommettere su una serie tv, aprendo così il varco a colleghi blasonati che prima non volevano "sporcarsi" con la serialità televisiva..
FRANK UNDERWOOD NUOVO SPOT HOUSE OF CARDS
La domanda che molti si fanno in queste ore riguarda il futuro di Spacey: le accuse che gli sono state rivolte sono difficili da cancellare e persino il cinico e cattivissimo Underwood farebbe difficoltà ad uscire illeso da uno scandalo del genere.
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