Massimo Castelli per “la Verità”
Estensione vocale: 2 ottave e 5 semitoni. Soprannome: «L'aquila di Ligonchio». Iva Zanicchi calca il palcoscenico dal 1960, e oggi che di anni ne ha 79 si può ben dire che ha vissuto mille vite: cantante tra le più popolari d' Italia, star televisiva, parlamentare europea, attrice, nonna, e Dio sa che altro. Una turbo-artista inossidabile.
Tranne che in questi giorni.
«Non ho mai preso un' influenza, però stavolta il virus me lo sono beccato bello forte. Ma io gli ho detto: "O muori tu o muoio io!". Adesso ne sto uscendo».
Per le sue fan è una «cyber girl».
(ride) «Sono una bestia forte, ce l' ho nel dna. Le donne della mia famiglia erano guerriere».
Cioè?
«Nonostante il mio soprannome io non sono di Ligonchio ma di un paese ancora più piccolo, lontano da tutto e da tutti, Vaglie di Ligonchio. Fino alla fine degli anni 50 ci si arrivava solo con una mulattiera. La mia bisnonna era detta "La pisana" perché sua mamma morì di parto dandola alla luce su un carro, di passaggio a Pisa. Per anni finì in convento, poi il padre l'andò a prendere e la portò su in montagna, in Emilia. Aveva una forza sovrumana. È vissuta in una miseria nera mangiando tante castagne, ma se n'è andata a cent'anni. Sono grata di essere nata in una famiglia così».
È ancora legata al suo paese?
«Come non potrei. Ci sono cresciuta. Lì le donne della mia famiglia, che avevano voci bellissime, cantavano la domenica a messa e scendevano da tutti i monti per ascoltarle. Lì nel 1944 i nazisti mi misero al muro con gli altri abitanti, e per fortuna non spararono. Di quel luogo conosco ogni sasso. In agosto faccio finta di andare ai Caraibi ma le vacanze le passo a Ligonchio».
Le radici delle famiglie italiane... che ci portano bruscamente al presente: cosa pensa del congresso di Verona?
«Io ho la mente molto aperta ma per me la famiglia è sacra. Sono cattolica osservante, per quanto grande peccatrice, ma per me famiglia è il papà, con la mamma e i figli. A due uomini o due donne devono avere riconosciuti i diritti per stare insieme. Ma sui figli ho una chiusura totale».
La famiglia tradizionale è sotto assedio, come qualcuno lamenta?
«Le voci contrarie sono più forti di quelle che la difendono. Chi tace magari teme di andare controcorrente. Di apparire antico. O anziano. Ma dove andremo a finire...».
L'anzianità non sembra un suo problema. Hanno appena comunicato che sarà opinionista del Grande Fratello 16 A quasi ottant' anni è fresca come una rosa.
«Diciamo come un crisantemo» (ride).
Diciamo come una prezzemolina televisiva. Selvaggia Lucarelli di lei ha scritto che si è «riciclata nel ruolo della vaiassa naïf dei salotti tv». Cosa risponde?
(Silenzio). «Posso dire in francese? È una stronzata. Peccato perché è una donna acuta. Poteva trovare di meglio. Ma poi di che salotti parla».
Non so, forse di Chiambretti.
«Aaah. Da lui mi sono divertita come una pazza. Ma forse la Lucarelli rosica perché non è stata invitata, c' erano altre giornaliste».
La vecchia guardia è attivissima. Tutti vogliono la Vanoni, Patty Pravo, Orietta Berti, Al Bano... Hanno rispolverato anche Memo Remigi. Come se lo spiega?
«Occhio eh, la Vanoni è più vecchia di me! Me lo spiego così: noi abbiamo fatto la gavetta vera. E poi per la gente siamo rassicuranti. Come un caffellatte al mattino. Oggi cantano in inglese».
Cosa pensa della proposta di legge della Lega sull' obbligatorietà delle canzoni italiane in radio?
«L'avrei fatta prima e con più severità: 7 canzoni su 10 italiane».
Ma la musica italiana riesce ancora a inventare?
«Mi chiedo cosa sia successo nel nostro Paese Eravamo i re delle melodie - i re! - e le abbiamo lasciate morire. Perdendo questo dove vai? C'è la ritmica, sì, anche qualcosa di carino vien fuori. Ma i nuovi testi "Mia mamma vaffanculo" bom bom bom. Tutto così».
Com' era invece cantare ai tempi della Dc: si sentiva il controllo della censura?
«In Rai era eccessiva, ingombrante. Ricordo quando nel 1966, alla trasmissione Un disco per l' estate, presentai una canzone bellissima: Accarezzami amore».
Ahi.
«Fu censurata, eliminata dal programma e mai più trasmessa per radio e in televisione. (Canta) "Non parlare piùùù, accarezzamiiii". Ma non diceva mica dove eh! Ha capito come eravamo».
Invece oggi.
«È l'opposto. Non c'è controllo. Qualsiasi schifezza si può dire. Ma non ci lamentiamo troppo dei nostri giovani, la colpa è anche nostra se non sanno niente. Pensi che l' altro giorno ero accanto a un ventenne molto simpatico, in tivù, e parlando gli faccio: "Sai, il grande Walter Chiari". E lui: "Chi?". E io: "Va' che ti spacco la testa!"».
Ci ricordi lei Walter Chiari.
«Ne ho una venerazione. Se a teatro so far sorridere e ridere le persone, con quel senso del ritmo, lo devo a lui. Ci ho lavorato sei mesi».
Rientrava nella categoria umana che lei definisce "provoloni"?
«Le racconto un segreto. Una sera viene da me e fa: "Iva, sai, io con tutte quelle che lavorano con me ci vado a letto. Anche per simpatia, perché poi si lavora meglio Quindi ecco, dobbiamo fare l' amore". E io: "Ma Walter, che cacchio dici?"». Sua mamma, con cui avevo anche un rapporto d' amicizia, mi aveva messa in guardia: "Senta cara, mi permetta, non ci vada a letto col mio Walter. Lui è birichino. Ma sa, l' amicizia è più importante"».
Come reagì Chiari al suo "no"?
«Rispose: "Vabbè, però non andare a dire in giro che non te l'ho chiesto eh!" (ride)».
Parlando di ricordi: un' immagine della lunga tournée in Unione sovietica, nel 1981? È stata anche la prima cantante europea a farlo.
iva zanicchi il marito tonino ansoldi e fausto leali
«Ho impresso nella mente quel che vidi affacciandomi dalla finestra del mio albergo, all'alba di un mattino d' inverno: una fila interminabile di persone sotto la neve, al gelo. Aspettavano di comprare il biglietto per il mio spettacolo serale».
Era controllata?
«Di più».
Spiata?
«La ragazza che mi aiutava, Ludmilla, per me alla fine era come una figlia. Ci volevamo bene. Condividevamo risate e pasti. Beh, era una spia. Ogni cosa dicessi o facessi veniva riferito a Mosca. Tutto! Ma era l' Unione sovietica».
piersilvio e silvio berlusconi
Oggi noi abbiamo l'Unione europea. Dal 2008 al 2014 è stata eurodeputata di Forza Italia... Non è che ci fa la sorpresa e si ricandida?
«Neanche morta! L' ho fatto col cuore ma in cambio ho sofferto molto. Dai politici ero denigrata, derisa, perché venivo dallo spettacolo. E reinserirmi, dopo, è stato davvero difficile».
Ha fatto anche la vicepresidente della commissione Sviluppo.
«Sono stata molto in giro, anche nei Paesi più poveri del mondo. Burkino Faso, Congo, Angola».
E cosa pensa del problema migratorio, del sogno africano di migrare in Europa?
«Dato che sono una veggente - in casa dicono strega - già dieci anni fa ogni volta che parlavo al Parlamento europeo ripetevo sempre la stessa cosa: "L'Italia è lasciata sola". Me ne vanto. E mi deridevano pure: "Dici sempre le stesse cose!", mi rimbrottavano».
iva zanicchi fausto leali a music farm 2005
Oggi ci danno dei razzisti.
«In Italia si parla di razzismo, ma un po' razzisti lo sono tutti. Io abitavo in una casa a 5 chilometri da Ligonchio, dove con le mie sorelle andavo a scuola. Beh, ci picchiavano ogni giorno perché non eravamo di lì. Eravamo straniere. Capisce cosa c' è nell' animo delle persone?».
Come si risolse?
«Mio papà andò dal capo branco, gli diede due sberle e gli allungò 5 lire raccomandandosi: difendi tu le mie figlie. La mattina dopo quello mi disse: "Ti picchio per l'ultima volta, poi più". Mi prese la testa e la infilò nella neve, quasi soffocai».
LICIA RONZULLI SILVIO BERLUSCONI
Morale europea?
«Troppo facile per Germania e Francia lasciare a noi il problema e puntare il dito accusandoci di razzismo. Un' azione è necessaria. L' Europa deve aiutarli là. Si può fare. Si può!».
Nel 2014 fu la prima dei non eletti con 30.454 preferenze. Oggi le stenderebbero tappeti rossi.
«E senza avere il minimo aiuto del partito, che era contro di me. Avevano proibito di farmi fare campagna elettorale. Portavano in giro altre persone, molto più degne evidentemente. Si doveva votare quelle. Licia Ronzulli prese 3.000 voti in meno di me nonostante una campagna hollywoodiana».
Nel 2014 disse che Berlusconi trattava meglio il cagnolino Dudù di lei Qual è il vostro rapporto oggi?
«Inesistente. Dico sempre che il mio Berlusconi è Piersilvio, visto che lavoro tanto a Mediaset».
Come vede il presente di Forza Italia?
«Cercano in tutti i modi di sollevare la testa ma non è facile. Berlusconi è sempre stato un uomo capace. Non so se lo sia ancora. Diamo all'età quel che l' età richiede».
E cosa pensa del governo gialloblù?
«Gli italiani sono famosi perché come va al governo chicchessia, lo massacrano. È nella nostra natura. Prima ti eleviamo e poi non ti permettiamo di fare. Adesso, non è che di errori non ne facciano, però Salvini in questo momento - c' è poco da dire - è uno che sa parlare alla gente. È uno che "arriva" davvero. Dice cose che, puoi essere d' accordo o no, ma le dice in modo chiaro. E sta mantenendo quanto promesso in campagna elettorale. L'hanno votato e continueranno a votarlo. Sta facendo bene».
Uno degli ultimi provvedimenti è la legge sulla legittima difesa. Lei che ha subito diversi furti nella sua casa in Brianza che cosa ne pensa?
«Sono stata molto bersagliata. Con il maresciallo di Arcore a forza di rapine siamo diventati amici. Ma quando gli ho confidato che volevo prendere il porto d' armi, mi ha sconsigliato: "Loro sono più veloci di lei. È pericolosissimo". Infatti in casa non ho armi. Certo che se ti entrano in casa e minacciano tua figlia o tua nipote Beh, se trovo un coltello, io ti taglio la gola! Nessuno tocchi la mia famiglia».
iva zanicchi playboy IVA ZANICCHI E BARBARA DE ROSSI A SELFIE IVA ZANICCHI papa francesco bergoglio e iva zanicchi 5 IVA ZANICCHI iva zanicchi playboy