Filippo Ceccarelli per il Venerdì – la Repubblica
Besame, besame, besame!/ Toccame, toccame, toccame!/ Besame, besame, besame...». In un video tripudio grafico di fiamme, cuori, stelline e labbra rosse Valeriona Marini balla e ammicca con rinforzata sensualità fino a raggiungere l'apice dell'invocazione nella formula che dà nome al brano: Baci stellari.
«Stellare», per chi abbia il cuore di mettersi in ascolto, è l'aggettivo che da tempo i suoi spin doctor le fanno dire di continuo come elemento distintivo e che ora, puntuale, segna l'aspirante hit estiva confezionata in accorta lingua "itagnola". Discreta forma fisica e sguardo ultra seduttivo, lei si promette senza risparmio ora all'aria aperta ora nel chiuso vagamente allucinatorio degli studi tv dove pure appare abbracciata a un'enorme scarpa col tacco, leopardata, simbolo di macroscopica femminilità.
Come quasi tutte le maschere dello spettacolo, questa preesiste a chi la indossa richiamando agli occhi di maschi bambinoni la figura della svampita-sexy, grosso modo alla Sandra Milo - che poi le svampitone siano davvero tali è una faccenda che esula tanto dai baci stellari quanto dagli equivoci di cui è ricca l'umana esistenza. Comunque è il suo lavoro. Che consiste, rispetto a tanta concorrenza, nello sperimentare sulla propria carne strenuamente palestrata la fatica di essere desiderabile in ogni pubblico momento. Così, reduce dai più crudeli reality, Valeria gira sui palcoscenici improvvisati dell'Italia profonda all'insegna di un divismo di prossimità.
L'inaugurazione di un McDonald's a Battipaglia, taglio di nastri e torte dappertutto, outlet e discoteche, special guest e aperitif, albergucci e zanzare. Tra i luccichini e la dura realtà c'è una vertigine che nessun regista, purtroppo, riesce più a rendere e a colmare. Ma anche per questo Marini merita rispetto. A 55 anni il suo problema è quello di tutti, non solo degli artisti: strappare attenzione, prolungare il successo a qualunque costo. Quindi la bandiera ucraina, la truffa alla mamma, la commemorazione della Carrà, la finta sorpresa mentre fa il bagno nella Jacuzzi, la rivelazione melò, magari vera, «ho prestato soldi a Cecchi Gori»; qui e là nel flusso social emergono immagini apparentemente incongrue, un piatto di calamari fritti o la benedizione del Papa.
La vita dello spettacolo insomma simile a quella del potere e delle istituzioni - e per come sono ridotte ancora di più. Tutta questa solfa serviva ad annunciare che l'altra settimana Valeriona ha presentato Baci stellari nella Sala Caduti di Nassiriya del Senato della Repubblica. Qui non ci si strapperà le vesti per lo scandalo presunto, anzi forse doveva andare così. Parte del ricavato, si spera, all'onlus "Associazione Compagnia degli Amici di Gesù Giuseppe e Maria".
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