“CREDO NELLA GENTE E SONO SICURA CHE I GIOVANI PROVERANNO A ESSERE MIGLIORI” – L’INTERVISTA A PATTI SMITH: “ABBIAMO PORTATO IL MONDO IN UNA SITUAZIONE DI GRAVE DIFFICOLTÀ, DEVASTAZIONI CLIMATICHE, I PROBLEMI LEGATI ALL'IMMIGRAZIONE, E OVVIAMENTE LA PANDEMIA. NON RIESCO A IMMAGINARE QUALCOSA DI PEGGIO DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE. QUESTA È LA NOSTRA GUERRA MONDIALE” – IL RAPPORTO CON L’ITALIA, LA FEDE E QUELL’INCONTRO CON PAPA FRANCESCO…

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Gino Castaldo per “la Repubblica”

 

patti smith patti smith

Il pianeta, la fede, la musica: domenica il concerto a "Riemergere", a Roma di Gino Castaldo Avete presente un angelo, ottimista e di sinistra? Nulla a che vedere con l'immagine tradizionale, eppure Patti Smith, con la sua dolce consapevolezza, quella poetica e matura empatia che si percepisce sempre nelle sue parole, ha qualcosa di angelico. 

 

«Ma sì, è vero, malgrado tutto sono ottimista, lo sono di natura», ci racconta da Londra via telefono, «non riesco a essere pessimista, credo nella gente e sono sicura che i giovani proveranno a essere migliori». La precisazione era d'obbligo dopo il suo severo monito in risposta alla domanda pù problematica di tutte. 

 

patti smith patti smith

Alla fine, crede che il mondo sia migliorato o peggiorato in questi ultimi anni? 

«Sfortunatamente abbiamo portato il mondo in una situazione di grave difficoltà, incendi, tempeste, devastazioni climatiche e non parliamo del futuro, solo in America si sono estinte 22 specie animali negli ultimi tempi. 

 

È tutto complicato, i problemi legati all'immigrazione, e ovviamente la pandemia. Sono tutte questioni globali, la vita di molta gente è in pericolo. Non riesco a immaginare qualcosa di peggio in epoca moderna, dopo la seconda guerra mondiale. Ma del resto questa è la nostra guerra mondiale». 

PATTI SMITH PATTI SMITH

 

Eppure lei dà sempre l'impressione di essere alla ricerca del lato buono delle cose, della bellezza, di una via d'uscita. Come sta, e cosa ci fa a Londra?

 «Sto bene, sono in Inghilterra per dei concerti e devo dire che è stato interessante tornare "on the road", ritrovarsi di nuovo con la gente di fronte, ieri sera per la prima volta ho cantato alla Royal Albert Hall di Londra, un posto davvero speciale. 

 

Ma queste serate sono speciali soprattutto per un motivo: nella mia band questa volta ci sono mio figlio Jackson e mia figlia Jesse e questo è molto importante per me». 

 

patti smith in vaticano per incontrare il papa patti smith in vaticano per incontrare il papa

Tra pochi giorni sarà a Roma per un concerto associato a un meeting religioso. Ha cambiato idea nel corso degli anni a proposito della fede? 

«No, a parte quel verso con cui iniziai la mia carriera musicale e che diceva "Jesus died for somebody' s sins, but not mine" (Gesù è morto per i peccati di qualcun altro, non per i miei) e che ancora oggi mi rinfacciano, ma era scritto quando avevo vent' anni, rimane l'idea di non trovarmi a mio agio nelle religioni organizzate, ho preferito studiare la Bibbia per conto mio, l'ho fatto con mia sorella che è una Testimone di Geova, e lo faccio ancora, ho il mio sistema, credo che ognuno debba scegliere la sua strada. Non c'è una sola strada, tutte le strade portano a Dio». 

 

patti smith papa francesco bergoglio patti smith papa francesco bergoglio

Se avesse occasione di incontrare il Papa, cosa vorrebbe dirgli?

«In realtà mi è già capitato di incontrarlo, anni fa, per un concerto di Natale, non avevo mai chiesto un incontro pensando che avesse troppo da fare e non volevo disturbare, però successe, per pochi minuti. 

 

Mi è venuto solo di ringraziarlo per l'attenzione nei confronti dei giovani e per il fatto di ricordare alla gente di rispettare Madre Natura, esattamente come faceva San Francesco che fu il primo ambientalista della storia. In realtà l'unica cosa che potrei dirgli è: grazie!». 

 

patti smith lou reed patti smith lou reed

Dopo tutti questi anni di concerti, un'intera vita di passione, di poesia portata nel mondo del rock, crede che la musica possa essere oggi una buona consigliera? 

«Oh sì, certo, non riesco a immaginare un mondo senza Puccini, Jimi Hendrix, John Coltrane e anche senza quella che si fa oggi. La musica parla per la gente, la esalta, è un universo di linguaggi che tutti possono capire, non può cambiare le cose in se stessa ma può ispirare la gente a cambiare le cose, e comunque può regalarci felicità e relax». 

 

Patti Smith tra le fiamme Patti Smith tra le fiamme

Tanti anni fa i suoi concerti a Firenze e Bologna lasciarono un segno indelebile nella storia del rock nel nostro paese. C'è qualche ricordo speciale a margine di quei clamorosi concerti? 

«Ricordo ogni cosa di quei concerti, i più grandi della mia vita. In più ricordo che venne Gregory Corso a Firenze a vedere il concerto, ma ovviamente non aveva detto niente a nessuno, provò a entrare senza permesso e ci fu un problema, poi alla fine si risolse ma era messo malissimo, lo portai in albergo per lavarsi e gli comprai un vestito bianco alla Marcello Mastroianni, così rimase al concerto e alla fine venne in bus con noi. 

 

Eravamo in giro a vedere le statue di Firenze, in piazza della Signoria, davanti alla copia del David mi disse: "Firenze è un gioiello, non ti lascerà andar via", e così finì la notte». 

 

PATTI SMITH HORSES PATTI SMITH HORSES

A proposito di notte. Ci concede qualche dettaglio in più sulla nascita di "Because the night"? Sa com' è, è la storia che gli appassionati chiedono sempre di ascoltare 

«Ma certo, la verità è che all'epoca stavamo finendo l'album Easter . Io e il mio fidanzato, Fred Sonic Smith, che poi divenne mio marito, eravamo separati, lui stava a Detroit io a New York ed ero molto innamorata. 

 

Allora le telefonate erano costosissime, tipo cento dollari per mezz' ora, e non potevamo permettercelo, quindi avevamo un appuntamento una volta a settimana, alle nove di sera. 

 

PATTI SMITH MARITO FRED PATTI SMITH MARITO FRED

Ma quella sera la telefonata non arrivava, ero disperata e mi misi a sentire una cassetta che mi aveva dato il mio produttore, con Springsteen che cantava la melodia di una canzone che aveva solo il titolo, che non aveva completato mentre incideva Darkness on the edge of town, era bellissima, io non ero certa di voler incidere pezzi che non fossero miei ma continuavo a sentirla, e la telefonata non arrivava, giravo in tondo per la stanza e sentivo la cassetta, e così prese forma "love is a ring, the telephone" e così via, tutto il resto, poi alla fine a mezzanotte Fred chiamò e fu tutto chiaro: "Because the night belongs to lovers"».

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