Roberto Faben per la Verità - Estratti
Attratta e sedotta già da bambina da una scatola magica chiamata tv, Simona Tagli, milanese, classe 1964, conquistò la popolarità a 27 anni, nel 1991, proprio in quel piccolo schermo, capace di irretire, dar forma ai sogni, ricordare o ignorare. Caparbia, non accettò di limitarsi a girare le caselle del cruciverbone a Domenica in, ma volle introdurre quella semplice azione con brevi e sinuosi balletti. Il premio, per la Rai, fu un’audience che schizzò a 10 milioni e, per lei, la nomina a sex symbol, stabilita dagli italiani. In successivi programmi, fu co-conduttrice.
Tuttavia, avrebbe voluto presentare una trasmissione tutta sua. Un cruccio ancor oggi per lei, ma stemperato, giacché quello che considera il suo vero successo è quello di aver sbrogliato, dopo una burrasca sentimentale, la matassa circa l’affidamento di sua figlia, crescendola con le migliori prospettive.
Se Ingmar Bergman ha scritto che non c’è «forma di fallimento comune, né malattia o rovina finanziaria, né sfortuna professionale» che provochi «un’eco tanto crudele e profonda nell’inconscio» quanto una separazione, la Tagli - vari amori alle spalle, come con Alberto II di Monaco e Antonio Zequila - ha elaborato questa esperienza cercando risposte in cristianesimo (il voto di castità) e buddismo (il karma e la sintonia con l’universo).
simona tagli alberto di monaco
Placata l’antica tempesta, ora sfida ancora il destino, tornando al suo primo amore, il teleschermo, attraverso il quale ripropone anche il suo desiderio di femminilità e forse quello di avventurarsi in una nuova relazione. Si descriva da bambina.
«Ero timida, molto introspettiva e attenta allo spettacolo. Già quando avevo tre anni mi piaceva tantissimo guardare le trasmissioni di Raffaella Carrà, Macario.
(…)
Ma l’obiettivo era la televisione. Il prodotto finale è stato la Simona Tagli di Domenica in. Ho avuto la grande fortuna di incontrare Gianni Boncompagni, compagno per tanti anni di Raffaella Carrà. Lo ricordo con tanto affetto. Il mio successo lo devo a lui. Con lui ho sentito la polvere di stelle».
Ha avuto coraggio.
«Per essere felici bisogna aver coraggio. Ho avuto anche il coraggio di sposarmi. Il mio successo televisivo è venuto dopo essermi sposata».
Come giunse al cruciverbone a Domenica in?
«Gianni Boncompagni mi vide nelle due serate a Sanremo follie, nell’edizione presentata da Andrea Occhipinti ed Edwige Fenech. Mi chiamò a Domenica in. Erano le ultime otto puntate. Mi voleva per girare le caselle al cruciverba. Ma gli proposi anche delle presentazioni ballate a Gigi Sabani, per introdurlo sul palco, sul genere della soubrette Lola Falana, che vedevo da piccola in tv. Ero andata da lui con le idee chiare».
Propose lei anche l’idea degli stacchetti ballati per andare a girare le caselle, tipo con You can leave your hurt di Joe Cocker in sottofondo?
«Sì, l’idea gli piacque molto. C’era anche bisogno di risollevare gli ascolti e così, nelle ultime otto puntate di Domenica in, avevamo 10 milioni di telespettatori». D’improvviso si ritrovò sex symbol.
Come si sentì con questa immagine addosso?
alberto di monaco simona tagli
«Sono sempre stata una persona ingenua, molto sognatrice. Ho proposto una cosa che ha avuto un grande successo, ma mi ha anche un po’ costretta nel ruolo della sex symbol. Appena mi sono accorta di questa cosa ho smesso con le minigonne: nella trasmissione del gioco dei busti avevo i blue jeans. Non mi sono consacrata come presentatrice, non ho fatto il salto qualitativo che volevo, una mia trasmissione da condurre, ma sono rimasta nell’immaginario comune, anche se ben volentieri, con questa immagine».
Ha condotto Giochi senza frontiere, nel 1995, accanto a Ettore Andenna e varie altre note trasmissioni…
«Sì, tra le trasmissioni più belle della tv. Ma ho sempre fatto co-conduzioni, al femminile, come sex-symbol accanto a un presentatore uomo. Il gioco dell’oca, la Formula 1, Pole position, il ciclismo. La protagonista non sono mai stata io».
Nel 1998 copertina su Playboy. Ci fu una contrattazione su quanto far vedere?
«Era ben chiaro fin dall’inizio che non si doveva vedere niente. Era comunque una copertina molto ambita, perché la maggior parte delle donne famose dello spettacolo hanno fatto la copertina di Playboy. Una bella occasione anche per me, ma era chiaro che non mi sarei spogliata. Portai quel body di struzzo dei miei balletti a Domenica in. Foto artistiche molto belle, di Roberto Rocchi (mancato il 7 giugno 2024, ndr)».
Era sposata all’epoca? Parliamo del suo primo e unico matrimonio.
«Ero già separata. Mi sono sposata circa a 22-23 anni, non ricordo esattamente l’anno».
Quanto durò?
«Tra fidanzamento e matrimonio, cinque anni. Nel lavoro finii la gavetta nel 1991, quando andai a Domenica in. Anche il matrimonio ha fatto parte della gavetta».
In che senso?
«Nel senso che è stata una grande formazione personale. È stato un matrimonio travagliato, ma mi ha formata. Il successo arrivò mentre ero sposata».
Il suo ex-marito era geloso?
«Ha sempre detto che io non avrei mai avuto successo ma fu molto contento che andassi a Domenica in. Sono una donna che ha sempre messo in un uomo una grande tranquillità. Nessuno ha mai dubitato di me, mai suscitato gelosie manifeste. Forse era geloso prima di sposarci, ma non ha cercato di impedire che lavorassi».
Perché vi separaste?
«Perché le cose iniziano e finiscono. Ero follemente innamorata di lui. Questa relazione terminò quando tornai dal Gioco dell’oca e mio marito mi chiese se mi dispiaceva se chiamava l’amante. Pensavo fosse uno scherzo. Invece era vero. Dissi: “vado a prendere le aspirine, non mi sento molto bene” e, come fanno gli uomini quando vanno a prendere le sigarette, non sono più tornata. Sono quindi un sex symbol che, nella vita, è stata tradita. Non abbiamo avuto figli».
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Poi la relazione con l’imprenditore Francesco Ambrosoli, da cui, nel 2005, è nata Giorgia.
«Un grande amore. Dopo di lui non c’è stato nessun altro, non ho avuto altri compagni. Non ho voluto incominciare una nuova vita vicino a un altro uomo e, nella consapevolezza di avere una figlia, mi sono concentrata sulla sua crescita».
Non eravate sposati, ma una coppia di fatto. Ci fu un contenzioso giuridico per l’affidamento di sua figlia.
«Nel corso della separazione dal padre di mia figlia, piuttosto burrascosa, fu messa in discussione la mia capacità genitoriale, perché una donna di spettacolo è molto concentrata su sé stessa e deve viaggiare».
Pertanto come reagì?
«Ho smesso di lavorare nello spettacolo e ho fatto un voto alla Madonna di Lourdes, pregandola affinché potessi riprendere la normalità. Dopo tre anni, questo percorso di separazione si è ricomposto e abbiamo costruito una famiglia separata, ma unita per nostra figlia. Il padre la vede quando vuole, con una regola, un giorno a settimana e week-end alternati e non il sistema alternato, una settimana con uno e una con l’altro, che ho ritenuto non fosse giusto».
Per dichiarare questo voto andò a Lourdes?
«È stata una cosa spirituale ma, ora che Giorgia è grande, voglio andarci. Ho pregato tantissimo la Mamma dei cieli e penso di aver avuto la grazia della fine della parte giuridica, in dicembre, il giorno della festa della Madonna di Loreto».
Nel 2024 ha partecipato al Grande fratello, suo ritorno allo spettacolo, dopo tanto tempo.
«Dal punto di vista spirituale, karmico, ho avuto difficoltà legate alla maternità e mi sono resa disponibile in toto per questo. Ma possiamo evolvere. Quindi ho fatto un grande passo in avanti con la maternità e ora lo sto facendo per la mia femminilità, tornando al pubblico che mi ha sempre amato e forse non mi conosceva bene. Per anni sono sempre stata vestita di nero. Ora si è riaffacciata in me, nel vestirmi, la voglia del colore, la gioia del colore e della vita, gioia di essere mamma ma anche donna».
Quali progetti ha Giorgia?
«Oggi ha 19 anni. Si è iscritta a giurisprudenza e farà l’avvocato. Ma non intendo che per lei il mondo dello spettacolo sia un tabù. Durante il Covid ho scritto un libro, dal quale sarà tratto un film e lei sarà la protagonista».
Dal suo pensiero si sente attenzione al cristianesimo e al buddismo.
«Dal 2018 sono diventata anche buddista, non dimenticandomi mai della mia religione cattolica.
Entrambe puntano al bene e per il buddismo si deve migliorare il nostro karma, che arriva da un infinito passato e va verso un infinito futuro. Il mio viaggio dell’eroe era probabilmente quello di prendere la patente di brava mamma e il mio più grande successo, in questa vita, non è stata la televisione, ma il mio essere mamma. La burrasca che mi è capitata è stata l’occasione per rendermi una donna migliore».
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