STRISCIONE W LA FICA A LATINA DURANTE IL GAYPRIDE
Comunicato da La Zanzara
“Era una pasquinata, ma volevo affermare un concetto molto chiaro: la libertà. Ma alla fine di questa vicenda ho capito che in questo Paese alcune cose possono essere esposte, altre no”. Parla a La Zanzara su Radio 24 Alessandro De Simoni, imprenditore di Latina, rivenditore di automobili, che sabato scorso durante il Gay Pride ha esposto uno striscione con la scritta “W la Fica”, poi rimosso dalle forze dell’ordine.
“Al Pride – dice – si vedono in certi casi pure i birilli di fuori, ma non era contro i gay. Non volevo fare arrabbiare nessuno. Volevo anche testare dove può arrivare la libertà di espressione. Sono etero, loro dicono la loro io dico la mia. Loro sono molto plateali e in alcuni casi possono essere volgari e indecenti, specie quando ci sono i bambini. Perché non posso farlo anche io?”. “Lo striscione – dice ancora - era un inno alla femminilità, tutto tranne che una cosa machista”. Poi racconta quello che è successo:
“E’ venuta la polizia. Gli agenti hanno suonato, mi hanno chiesto se ero io. Ho detto di sì. Hanno fatto faccia una faccia strana perché ero in mutande e ciabatte. Mi hanno chiesto di rimuoverlo, mi sono rifiutato. Per venti minuti abbiamo discusso: levi stò striscione, ce faccia la cortesia, è una questione de decoro. Ma io ribattevo: se è una questione di decoro dovremmo ripulire le città, cancellare le scritte. Poi ho consegnato un paio di forbici e lo hanno tolto. Hanno preso le generalità e basta”.
“La senatrice Cirinnà – aggiunge - ha detto che devo essere rieducato con un corso sulla violenza. E si lamenta che non ci siano per me sanzioni penali. Mi ha dato del sessista. I corsi dovrebbe farli lei su democrazia e libertà di espressione. Ma lei si chiama Cirinnà e io sono un semplice commerciante, vendo auto a Latina”. Per chi vota?: “La figa non ha colore politico. Voto il partito della Fica.
Ma di fronte a una pasquinata va difesa libertà di espressione, anche delle cose che qualcuno considera volgare. La cosa è molto semplice. La verità è la libertà di espressione. Bisogna difendere anche le cose oscene, da sottopassaggio della metropolitana. Se basta una volgarità, se un Paese non sa più ridere siamo messi veramente male. Lo rifarei un milione di volte, perché voglio la libertà di dire il cazzo che mi pare, nei limiti della decenza perché fica è una parola corrente senza incappare in logiche da Gestapo”.