Estratto dell'articolo di Mandalina di Biase per www.gay.it
C’è qualcuno che ha saputo interpretare sullo schermo il maschio tossico meglio di Alain Delon? Probabilmente sì, ma oggi che salutiamo con un commosso adieu il maschio francese più amato della storia recente, passato a miglior vita poche ore fa all’età di 88 anni, lasciatemi scribacchiarne il contro-canto noir.
‘Ché la morte sembra sempre farci dimenticare troppo qualche fatterello. Prima di tutto, è giusto apporre sull’incipit spinosamente fiorito di questo irrispettoso e cattivo epitaffio, la lista dei film con cui quest’uomo ha fatto la storia del cinema. Giacché, prima che a Delon, è al cinema che dobbiamo il dovuto rispetto. […]
Alain Delon era nato sotto il segno dello scorpione l’8 novembre 1935, a Sceaux, Francia. Il suo charme da tormentato-bellissimo-maledetto ha segnato la storia del cinema, e certamente non possiamo restare indifferenti all’addio di un talento che ha dato corpo, voce e anima a personaggi taglienti, romantici e insieme spietati.
A proposito della sua fama di grande attore, disse senza mezzi termini: “Non ho mai sognato di essere un attore. Sono entrato nella professione e ho continuato a recitare grazie alle donne e per le donne”. Delon è stato un’icona di stile, eleganza e mistero, fieramente capace di incarnare figure di uomini tormentati, molto spesso pericolosi, quasi sempre tossici. Come forse era un po’ anche Alain?
alain delon rocco e i suoi fratelli
Delon ebbe relazioni con alcune delle donne più belle del tempo, come Romy Schneider, Nico e Mireille Darc, ma dietro il talento di amabile e irresistibile seduttore, si celava un uomo incapace di costruire legami stabili e sereni. I suoi rapporti con i figli furono a dir poco tempestosi. La sua famiglia si è infatti divisa in una faida pubblica sull’eredità e la gestione della sua salute e nelle prossime settimane, facilmente, ne ascolteremo di peggio. […]
Alain Delon è stato l’uomo che ha utilizzato bellezza e potere senza mai porsi e porre domande: certo, ha detto di no a Hollywood, ma lo ha fatto per un tornaconto e una certa pigrizia, mica per dire no al sistema degli Studios.
alain delon il ritorno di casanova
Certo, ha amato gli animali e i cani in particolare – Delon sarà seppellito con i suoi compagni pelosi, notizia che mi ha in effetti commossa -, ma è stato più un amore alternativo a una certa antropofobia, che non un impegno tout court verso cani o altre specie animali.
Delon amava definirsi un attore che “viveva i suoi ruoli” piuttosto che recitarli. E questo è piuttosto problematico. In verità, come si scrive su Le Monde, la sua vera bravura era rimanere in silenzio, con la sola presenza della sua bellezza che parlava per lui. Anche Le Figaro lo aveva descritto perfidamente in passato come un attore la cui “parte migliore della recitazione è quando non apre bocca“.
Il furbo Delon usava il suo volto imbronciato e il suo magnetismo come lame capaci di fissare nel tempo, ma anche nella contingenza, i propri contorni di icona inavvicinabile e pericolosa. E del resto, l’uomo dagli occhi più belli della storia non ha mai nascosto la propria convinta posizione maschilista.
“Se machista significa dare un ceffone, allora sì, lo sono stato”. Ai tempi del “Me Too” Delon non nascondeva il proprio disprezzo per l’evoluzione del rapporto uomo-donna. Non solo. Qualche anno prima, nel 2013, disse candidamente:
“I gay sono contro natura, siamo fatti per amare le donne”. Chissà cos’avrebbe detto Delon della sottotraccia gay di “Rocco e i suoi fratelli” di cui vi avevamo parlato nel 2017. L’attore aveva rilasciato anche dichiarazioni contro l’adozione da parte di coppie omosessuali, e ancora frasi sessiste, fino alla contestazione che il pubblico gli riservò nel 2019, quando la Palma d’Oro alla carriera concessagli a Cannes scatenò una petizione che raccolse migliaia di firme contro di lui, accusato di essere razzista, omofobo e misogino.
alain delon rocco e i suoi fratelli
Si aggiunga anche che il nostro bellissimo non nascose mai il suo fascino per l’estrema destra francese. Da decenni Delon aveva pubblicamente ammesso la sua simpatia per Jean-Marie Le Pen (padre di Marine) e per il Front National, dicendosi orgoglioso di ciò che rappresentava il partito di estrema destra oggi guidato da Le Pen – Bardella, e sostenendo apertamente le idee reazionarie e ultranazionaliste di una Francia che si sentiva assediata dal cambiamento sociale e dall’immigrazione.
La sua vita privata è stata un affascinante flagello di scandali e controversie. Il più noto fu l’affaire Markovic, in cui il suo ex guardaspalle fu trovato assassinato in circostanze misteriose. Sebbene Delon non fosse direttamente implicato, la vicenda macchiò per sempre la sua immagine, accrescendo l’aura di mistero e pericolo che lo circondava. Lui stesso non ha mai cercato di nascondere la sua passione per il lato oscuro della vita, ammettendo che, se non fosse diventato attore, sarebbe probabilmente stato un gangster.
Negli ultimi anni, la grandezza di Delon era svanita, mostrando un uomo vulnerabile, affaticato e timoroso di essere dimenticato. Colpito da vari ictus e costretto a ritirarsi a vita privata, Delon si era rifugiato nella sua villa di Douchy, circondato dai suoi cani – gli unici esseri che sembrava amare senza riserve. La sua richiesta di essere sepolto accanto ai suoi animali racconta bene il suo isolamento e il suo disprezzo per le relazioni umane. [...]
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