Ragiona, spiega, argomenta e alla fine sbotta: “Questa storia della ‘gayzzazione’ di Rai1, in riferimento a tutte le persone chiamate dal precedente direttore, Teresa De Santis, mi sembra che possa indurre una riflessione: che cacchio ce ne frega”. A parlare è Stefano Coletta, direttore di Rai1, in occasione della presentazione di ‘Sette storie’, un programma condotto da Monica Maggioni sulla rete ammiraglia, del quale sono già andate in onda due puntate.
“Tutti i conduttori cui si fa riferimento in tutti gli articoli, anche in maniera un po’ gratuita, tutti i nomi indicati in maniera dispregiativa per la loro inclinazione sessuale, che io peraltro non conosco, sono stati scelti dal precedente direttore di Rai1. Chi vuole usare questi nomi per fare riferimento alla mia vita privata sbaglia -afferma Coletta- non parlo mai della vita delle persone, sono un uomo molto libero e non mi interessano le chiacchiere su questi temi. È deprimente quello che si legge”, scandisce Coletta, a proposito della polemica in corso su una presunta forte ‘inclinazione’ gay di Rai1. “Tutto ciò è materia che non mi interessa e non interessa questa rete. Tutto vorrei tranne che leggere ‘Gay1’, ‘Rai1 gay’. Basta piccolezze, bassezze. Di fronte alle persone non mi chiedo mai con chi vanno a letto. Mio padre, a 80 anni, mi chiedeva se i personaggi televisivi fossero sposati o meno, era nato nel 1920. Nel 2020, dopo cento anni io mi occuperei del livello culturale delle persone, giudicherei i conduttori per la loro professionalità”, conclude Coletta.
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