Francesca D'Angelo per la Stampa -Estratti
stefano accorsi nei panni di guglielmo marconi
C'erano tutti: la direttrice di RaiFiction Maria Pia Ammirati, la produttrice Simona Ercolani, i protagonisti Stefano Accorsi e Nicolas Maupas, il cast al gran completo e persino la sottosegretaria al Ministero della Cultura Lucia Borgonzoni. Eppure, alla prima domanda scomoda sulla miniserie Marconi – l'uomo che ha connesso il mondo, hanno mandato avanti la consulente storica Barbara Valotti, responsabile delle attività museali della Fondazione Guglielmo Marconi. «Rispondi tu, che sei l'esperta».
D'altronde il tema è di quelli caldissimi. A chiudere la stagione seriale dell'ammiraglia Rai è il biopic su Gugliemo Marconi, in onda il 20 e il 21 maggio: un titolo che, a torto o a ragione, la stampa aveva incluso nel bouquet di fiction care a Telemeloni, funzionali a dare vita a un nuovo immaginario di destra.
lucia borgonzoni foto di bacco
Nel novero c'erano Mameli, La lunga notte – la caduta del Duce e per l'appunto anche la biografia sul padre della radio e della telegrafia senza fili, nonché inventore legato al regime fascista. Proprio la sua vicinanza al Duce ha fatto sì che finora le scoperte e il genio di Marconi fossero celebrato più all'estero, Inghilterra in primis, che non da noi.
«Se mi sono affezionata alla figura di Marconi, per valorizzare la quale mi batto da 15 anni, non è perché sono leghista, ma perché è una ingiustizia verso la memoria collettiva non sapere di chi sia il merito delle invenzioni che usiamo oggi», spiega Borgonzoni. «Cosa aspettiamo? Che Marconi ce lo racconti una bella produzione americana, come è successo per altre figure nostrane?». Certo che no. E la Rai – forse, non a caso, questa Rai – ha deciso di fare giustizia, anche perché «il ricordo che abbiamo è completamente sbagliato», assicura Valotti.
E qui entra in gioco la miniserie realizzata dalla Stand by me in occasione dei 150 anni dalla nascita di Marconi e dei 100 anni della radio. Nel giro di due puntate si mostra tutta la visionarietà di questo talento italiano che, giovanissimo, scommette sulle proprie intuizioni, smentendo i libri di fisica.
La serie ci mostra pure un Marconi fascista suo malgrado: negli ultimi anni di vita, Mussolini lo incalza, insistendo perché costruisca un «raggio della morte», che trasformi l'Italia in una potenza militare. Lui però non ci sta e svicola, tenendo segreti i suoi esperimenti tanto che il Duce, indispettito, arriverà addirittura a spiarlo. La ricostruzione storica si intreccia così con una vera e propria spy story, a sua volta ispirata a fatti reali.
«Marconi è un personaggio molto combattuto ma è combattuto egli stesso: lotta con quelli che erano i suoi tempi, come fecero molti intellettuali che aderirono al fascismo ma che poi capirono in che situazione l'Italia versava», spiega la direttrice di RaiFiction Maria Pia Ammirati che smentisce l'ipotesi di avere de-fascistizzato il protagonista per evitare di alimentare il mito di una Rai TeleMeloni. «Non facciamo mai nessuna revisione politica», assicura, «abbiamo letto un personaggio storico in un contesto complesso come quello del 1937, per poi raccontarne la giovinezza attraverso i flashback». Le fa eco Borgonzoni: «Trovo sia un'offesa ridurre Marconi a un'icona di destra». Se si è deciso di celebrarlo è perché la Rai non esisterebbe senza di lui: «Il servizio pubblico si sente un po' sua figlia».
La pagina del Corriere della Sera con il colloquio tra Vittorio Feltri e la vedova di Guglielmo Marconi, Maria Cristina Bezzi-Scali
Quanto ai legami con il fascismo a fare chiarezza è la consulente storica: «Sono appena tornata dalla Repubblica socialista dello Sri Lanka per l'emissione di un francobollo celebrativo e lì nessuno mi ha fatto domande sui suoi legami con il fascismo – spiega – Marconi è stato per decenni l'italiano più famoso al mondo, il primo startupper.
lucia borgonzoni foto di bacco (2) Guglielmo Marconi con la seconda moglie Maria Cristina Bezzi-Scali
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