COSTANZA CAVALLI per Libero Quotidiano
Se al mondo niente è gratis, quando proprio capita che lo sia, gratis, vuol dire che è a spese di qualcun altro. Gli "influencer marketing", ovvero le persone che vengono reputate in grado di indirizzare masse di utenti dei social su scelte e acquisti, l' hanno capito perfettamente. Quindi, i "travel influencer", letteralmente gli "influenzatori di viaggi", per andare in giro a ufo e non passare da cafoni, propongono il baratto: io do una foto a te, tu dai una camera d' albergo a me.
BARATTO PER OZIARE Nel caso dei viaggi, infatti, sono soprattutto i resort di lusso a reclutare i "travel influencer", ma nella maggior parte dei casi sono gli influencer stessi che si propongono: così gli hotel, spiega la rivista americana The Atlantic, si ritrovano ad avere a che fare con un nuovo tipo di "venditori ambulanti". Ma gli aspiranti instagrammer (così si chiamano i vip di Instagram) sono così insistenti da far impazzire i dirigenti degli hotel, tanto che alcuni di loro hanno messo al bando qualsiasi genere di star nata sul web.
Ci sono persone che sono riuscite a farne un mestiere, come Lisa Linh, un' americana che ha lasciato il posto fisso per viaggiare per il mondo e documentarlo su Instagram, soggiornando (gratis) in hotel strepitosi, dal Messico alle Isole Cook; o come Lauren Bullen e Jack Morris, coppia di trentenni bellocci, australiana lei, inglese lui, con quasi 5 milioni di follower, che di lavoro vanno in vacanza e per ogni scatto postato sui social guadagnano fino a 11mila dollari.
Ma accanto a quelli che così ci campano, esistono i pataccari: ovvero, una mandria di aspiranti influencer che tempesta gli hotel di richieste di soggiorno gratis in cambio di una loro recensione sui social.
E di follower, neanche l' ombra. O magari follower finti, i bot (programmi informatici che fanno credere all' utente di comunicare con una persona e fanno numero tanto quanto i follower veri).
Kate Jones, responsabile marketing di un resort alle Maldive, ha detto di ricevere almeno sei richieste al giorno da influencer: «Chiedono di venire alle Maldive e, in cambio, faranno due post su Instagram», spiega Jones. «Solo il 10% delle proposte merita di essere preso in considerazione». Stessa cosa a Bali, dove un nuovo hotel, racconta Jack Bedwani, dirigente dell' agenzia The Projects, «riceve fino a 20 richieste al giorno».
La situazione è tanto fastidiosa da aver spinto un hotel di lusso, il Charleville Lodge Hotel di Dublino, a mettere al bando tutti gli Youtuber e gli Instagrammer, dopo aver screditato Elle Darby, che aveva chiesto un soggiorno gratis in cambio di pubblicità. «Se ti lascio stare qui in cambio di un tuo video, chi pagherà lo staff del mio hotel che si occupa di te? Dovrei dire loro che saranno nel tuo video anziché dar loro lo stipendio?», le aveva risposto il gestore, Paul Stenson.
MULTINAZIONALI Instagram conta 1 miliardo di utenti, di cui 800 milioni sono attivi ogni mese e circa 8 milioni di persone postano foto ogni giorno. Su Linkedin, il social dei professionisti, si definiscono influencer 170mila persone: troppi per essere veri. La multinazionale Unilever ha dichiarato che non lavorerà più con quelli che comprano follower, e Hp ha fatto sapere che il sistema non funziona più come prima. Dei circa 120mila commenti giornalieri su Instagram, infatti, solo 20mila non sono scritti da bot.
Dati che hanno spinto Ebay a spostare gli investimenti per la pubblicità verso i venditori: che, al contrario degli influencer, sono affidabili.