“CON LA MORTE DELLA CARRA’ SI E’ CHIUSO IL SIPARIO DELLA BELLA TV DEL TEMPO CHE FU” – RENZO ARBORE RICORDA LA STORIA DI RAFFA CON BONCOMPAGNI: “ERA UNA COMPAGNA DI GIOCHI. FACEVA UNA TV VERA, POPOLARE: SI POTEVA ANCHE SORRIDERE DI TRASMISSIONI COME CARRAMBA, MA..." – COSTANZO: HO CONOSCIUTO RAFFAELLA CARRÀ QUANDO LEI AVEVA 16 ANNI. FU LA MADRE A CHIEDERMI DI AIUTARLA A SCRIVERE IL TEMA DI AMMISSIONE AL CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA. FU AMMESSA…" - VIDEO

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Maurizio Costanzo per "la Stampa"

 

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Ho conosciuto Raffaella Carrà quando lei aveva 16/17 anni. Fu la madre a chiedermi di aiutarla a scrivere il tema di ammissione al Centro Sperimentale di Cinematografia. Fu ammessa. Da allora ho seguito la Carrà nella sua storia, nella sua carriera, è stata ospite dei miei programmi. Non possiamo dimenticare cosa la Carrà abbia significato, vuoi con lo sdoganamento dell' ombelico, vuoi con Carramba che sorpresa che ha lanciato l' emozione finale, vuoi con il Tuca Tuca che ha ballato con Alberto Sordi in maniera divertentissima.

 

raffaella carrà raffaella carrà

È un pezzo della storia del varietà italiano. Sicuramente Raffaella Carrà essendo stata legata a Gianni Boncompagni per molti anni ha ancora di più accresciuto questa sua presenza. Ricordiamo il varietà con la regia di Antonello Falqui, ma ricordiamo una donna che aveva una forza d' animo assoluta. Non sapevo che era malata mi dispiace molto e so che il ricordo di Raffaella Carrà per gli italiani non svanirà. Vorrei anche abbracciare Sergio Iapino che le è stato accanto negli ultimi anni.

 

2 - «RIVOLUZIONÒ IL PICCOLO SCHERMO ED ERA UNA COMPAGNA DI GIOCHI»

I. R. per "il Messaggero"

 

carra arbore carra arbore

Renzo Arbore ha ideato Alto Gradimento, la trasmissione radiofonica, insieme a Gianni Boncompagni, che di Carrà fu autore, compagno e amico. «Per noi Raffaella era una compagna di giochi. Gianni la prendeva in giro, scherzavamo fra noi. Eravamo ragazzi, senza nessuna gelosia o concorrenza reciproca. E lei era lei. Una lavoratrice instancabile, una grande romagnola. Una gran donna, una innovatrice.

 

Come ha avuto la notizia?

«Stamattina parlavo di lei con Renato Zero, che si era allarmato per il fatto che Raffaella non fosse nella sua casetta all' Argentario. Mi ha detto: dammi notizie perché non riesco a trovarla. Ho chiamato Barbara Boncompagni, la figlia di Gianni. Le ho detto che eravamo preoccupati ma lei ci ha rassicurati. Probabilmente mentendo».

 

Lo sapeva che era malata?

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«No. Quando mi è squillato il telefono, e mi hanno detto che non c' era più Raffaella, sono rimasto turbato e basito. Nessuno pensava né sapeva che non stesse bene. Credevamo che se ne stesse arroccata nella sua casa al mare, o magari a Roma a meditare su qualche nuova esperienza in tv. Era una donna curiosa. Una che non si arrendeva all' età».

 

Qual è stata l' ultima volta in cui l' ha vista?

Raffaella Carra - Foto Farabola Raffaella Carra - Foto Farabola

«L' ultima volta nella piscina della vecchia casa di Gianni. Era truccata, piena di quella sua vitalità straordinaria. Non ci vedevamo molto, ma di recente ho fatto un filmato documentario sulla storia sua e di Gianni. Si conobbero sul set di uno spot».

 

E la prima volta?

«Sempre a casa di Gianni, in una cena da lui. Quella casa è poi diventata la sua. Gianni si era trasferito in un altro appartamento, nello stesso stabile».

 

Che tv era la tv di Carrà?

«Oggi si è chiuso il sipario della bella tv del tempo che fu. Carrà era un simbolo di quella tv, che allora aveva in mente non solo l' ascolto, ma soprattutto la qualità dei programmi. Antonello Falqui, Enzo Trapani (registi tv, ndr) cercavano l' arte. E l' arte poteva essere anche un balletto, una canzoncina o un' ospitata di Raffaella».

 

E l' ombelico? Il Tuca Tuca?

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«Non offendevano mai il buon gusto: anche quando Raffaella faceva il Tuca Tuca, lo faceva con prudenza. L' ombelico lo ha esposto con grazia. Faceva una tv vera, popolare: si poteva anche sorridere di trasmissioni come Carramba, ma era un modo affettuoso per riunire famiglie e amori finiti, amici e parenti, e tutto con garbo. Raffaella conosceva il gusto della gente, imponeva mode, acconciature, stili e programmi. Il suo universo era quello di una tv che era la più bella del mondo. Una tv che non veniva snobbata dai ragazzini.Sa cosa mi auguro?».

raffaella carra 22 raffaella carra 22

 

Cosa?

«Spero che le Teche Rai conservino e restaurino tutto il materiale dei suoi programmi. Quella tv deve rimanere. Da vecchio della Rai non posso accettare che quei programmi cedano al logorio del tempo. Dovrebbero essere conservati su un piatto d' argento. Gli anni Ottanta erano la belle époque della tv italiana. Irripetibili. Indimenticabili».

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