“LA MORTE DI MOANA? HA RAGIONE LA MADRE QUANDO INDICA IN SCHICCHI IL RESPONSABILE" – DAGO SI CONFESSA CON FERRUCCI E RACCONTA DI QUANDO FECE DA GHOST WRITER DEL LIBRO IN CUI MOANA POZZI DAVA I VOTI AI SUOI AMANTI: “CRAXI RICEVETTE UN BEL 7 NONOSTANTE CI SIA STATA SOLO MASTURBAZIONE, MA CON I VOTI BASSI NON LO AVREBBE PUBBLICATO NESSUNO. UNA STORIA CON LEI? MAI, PER ME NON AVEVA UN GRAMMO DI SENSUALITÀ” - IL DOCU-FILM “ROMA SANTA E DANNATA”, LA STANZA DEI CAZZI ACCANTO ALLA CAPPELLA SISTINA, LA CAPITALE A CUI HA “SEMPRE PORTATO RISPETTO” E L’UNICA PAURA: “QUANDO VADO IN TV, HO PAURA DI DIRE CAZZATE, ESAGERARE E DELUDERE MIA MOGLIE E MIO FIGLIO…” - VIDEO

Condividi questo articolo


 

 

 

LA RISPOSTA STRACULT DI DAGO A PIAZZAPULITA

 

Alessandro Ferrucci per “il Fatto quotidiano”

 

DAGO A PIAZZAPULITA DAGO A PIAZZAPULITA

“Mi hanno censurato!” è il grido di battaglia. Non c’è buongiorno, come va, mannaggia che vento, non c’è più la mezza stagione ad attenuare la verve di Roberto D’Agostino.

 

Chi è stato?

Piazzapulita.

 

Com’è possibile?

In un’intervista ho spiegato: “Come diceva è meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine...”. A quel punto la giornalista mi ha domandato “chi?”.E lei, D’Agostino...Ho risposto: “... ‘sto cazzo”.

 

dago e marco giusti in roma santa e dannata dago e marco giusti in roma santa e dannata

(Roberto D’Agostino è un mix incredibile di alto e basso, di alto e magari bassissimo. Ma il punto è un altro: è lui a decidere cos’è alto e cosa è basso o bassissimo, e con l’autorevolezza di rendere credibile il basso e ridicolo l’alto. Questo è Roberto “Dago” D’Agostino e questo è il docufilm che ha presentato all’ultima Festa del CinemaRoma, Santa e Dannata– girato insieme a Marco Giusti, regia di Daniele Ciprì –, dove in un’ora e mezza riesce a dare un filo logico a Vaticano e pornostar; politica e localini equivoci; storici protagonisti della notte capitolina e la stanza accanto alla Cappella Sistina “dove c’è la più grossa collezione di piselli”).

ROMA SANTA E DANNATA - TRAILER

 

marco giusti e dago con vladimir luxuria roma e santa e dannata marco giusti e dago con vladimir luxuria roma e santa e dannata

Per una battuta non si fanno prigionieri.

La migliore era quella di Elsa Morante a Natalia Ginzburg, durante un appuntamento allo Spazio Cultura: “Meglio un culo gelato che un gelato nel culo”; (pausa) lì era bello il contesto, tra capoccioni molto seri come Alberto Moravia, Ruggero Guarini, Angelo Guglielmi e Corrado Augias; ridevano come scemi.

 

È soddisfatto del suo documentario...

Sono stanco morto, sono pronto ad annamene a letto (sono le 11 del mattino); il problema è che ho girato di notte anche perché di giorno ho Dagospia, devo lavorare, così siamo usciti dalle nove di sera in poi.

daniele cipri marco giusti dago steve della casa daniele cipri marco giusti dago steve della casa

 

Divertito?

Sì, però il divertimento è quello teorico; cambia tutto quando entri nel lato pratico.

 

Ma è soddisfatto?

Poteva venire meglio; il problema è che non sono mai soddisfatto di niente: mi capita da sempre e da sempre cerco di essere onesto con me stesso; (resta in silenzio) il primo libro l’ho pubblicato nel 1985 e se lo riprendo tra le mani e leggo, poi penso: “Questo va picchiato”.

 

Come è nato Roma, Santa e Dannata?

dago e marco giusti set di roma santa e dannata dago e marco giusti set di roma santa e dannata

Avevo visto un documentario molto bello di Martin Scorsese su Fran Lebowitz e New York; allora Alessandra Mammì, moglie di Marco Giusti, disse “l’unico che può cucinare Roma è Dago”. Ne parliamo durante una cena a casa di Paolo Sorrentino, come il rovescio de La grande bellezza e pensiamo che il film di Paolo finisce sul Tevere e proprio dal Tevere dovevamo ripartire.

 

Con quali paletti?

Che fosse un documentario basato su racconti di alcuni protagonisti, evitando pippe sull’Impero Romano; alla fine la cultura occidentale si basa su due libri: Le mille e una notte e il Decamerone; tutta la formazione dell’essere umano è fondata sui racconti e Roma non è mai stata una metropoli, ma un paesone dove ognuno è pronto a pettegolare. Roma è una portineria.

DISCORSO DI DAGO ALLA PRIMA DI ROMA SANTA E DANNATA, ALLA FESTA DEL CINEMA

 

vladimir luxuria roma santa e dannata vladimir luxuria roma santa e dannata

Il portiere è un collante.

Una sorta di bollettino del palazzo e non solo del palazzo.

 

Qual è lo spirito di Roma?

È nella domanda iniziale: perché Dio, con tutto quello che aveva da fare, si è inventato  una Città Santa con il Diavolo accanto? Roma ha Gerusalemme e Babele, la città di Dio e quella degli uomini: Caput Mundie, come sosteneva Gioacchino Belli, chiavica der monno; (pausa) per chi non lo sapesse il Belli era un funzionario del Vaticano.

 

Roma non si domina.

gianni letta silvio berlusconi gianni letta silvio berlusconi

Dai tempi di Cesare siamo sempre in attesa dell’arrivo dei Barbari, ma siamo pure tranquilli perché certi di un dato: una volta qui, si attovagliano in uno dei classici ristoranti del centro o vanno in qualche locale come il Jackie O’. E a quel punto non ci vorrà nulla per corromperli, non ci vorrà nulla a tramutarli in un’altra manica de stronzi romani.

 

Il celebre generone.

A Roma chi arriva e non si romanizza poco dopo è costretto a fare la valigia e tornare a casa, come è successo a Carlo De Benedetti, Gianni Agnelli o a Tronchetti Provera.

ROMA SANTA E DANNATA - PROIEZIONE A MILANO

 

A Berlusconi, no.

SILVIO BERLUSCONI FRANCO FRATTINI SILVIO BERLUSCONI FRANCO FRATTINI

È l’unico. Nel primo governo, senza Gianni Letta, è crollato dopo pochi mesi; il secondo esecutivo, con dentro Gianni Letta e soprattutto con al fianco un’altra persona fondamentale, colui che collegava Palazzo Chigi con il potere invisibile, quello vero, composto da Corte dei Conti, Quirinale, Consulta, Servizi segreti, Ragioneria dello Stato. Ecco il secondo esecutivo è durato molto più a lungo.

 

Chi era questa persona?

Franco Frattini.

 

A Roma contano più il potere o i soldi?

moana pozzi con Dago moana pozzi con Dago

Chi vuole uno sposalizio tra potere e soldi o potere e fica è destinato a finire nella pattumiera: il potere non accetta questo binomio. Berlusconi ha capito e ha metabolizzato il primo comandamento di Andreotti: il nemico non si combatte, ma si compra; perché i nemici, una volta coalizzati, poi ti fanno il culo.

 

I segreti sono potere?

No, il potere è una patata: quando vai nei campi e la sradichi scopri che quel tubero ha radici lunghissime; quei filamenti rappresentano la vera forza del potere. In Italia democristiani e comunisti hanno impiegato decenni per costruire i loro filamenti. Chi è arrivato dopo, da Renzi a Salvini a Conte, non aveva radici del genere. Il Pd le ha ed è questa la sua forza.

 

VIGNETTA VAURO DAL FATTO - FUNERALI DI ANDREOTTI VIGNETTA VAURO DAL FATTO - FUNERALI DI ANDREOTTI

Nel documentario definisce i funerali come un momento fondamentale...

Non c’è niente di più vivo; a Roma davanti al caro estinto si riunisce quella sorta di filiera, di nomenclatura, di loggia massonica, di amici che rinsaldano il loro legame. Esattamente in quel momento si fissano appuntamenti o cene.

 

Il funerale di maggior impatto?

Sono tre: Giulio Andreotti, Mario D’Urso e Angelo Rizzoli. A me ha sempre colpito un aspetto: se nelle grandi città esistono due o tre circoli, a Roma ce ne sono venti. Ed è pure difficilissimo iscriversi; quando entri, sei parte di una sorta di loggia massonica dove il primo comandamento è sempre lo stesso: “È affidabile?”.

 

Nel documentario racconta di una collezione formidabile di peni. L’ha vista?

DAGO E ZERI DAGO E ZERI

Negli anni 80 sono stato dei mesi appresso a Federico Zeri; un giorno mi chiama: “Vieni con me alla Cappella Sistina”. La Cappella era appena stata restaurata ed era tutta per noi e con noi c’erano anche Ernst Gombrich e Corrado Augias. Zevi la conosceva alla perfezione: era stato cinque anni chiuso in Vaticano per studiare il suo patrimonio artistico. Una volta dentro non ci indica il soffitto, Il giudizio universale, ma il pavimento. A quel punto si rivolge a Gombrich: “Sa perché la Cappella è stata edificata così lontano dal corpo delle altre chiese di San Pietro? E perché si entra da viale Vaticano?”

locandina di roma santa e dannata locandina di roma santa e dannata

 

Risposta?

Resta in silenzio per alcuni secondi e poi con una voce grave risponde: “Perché qui c’è Satana”. Ancora zitto. E poi: “Venite con me”. Si alza, raggiunge il centro della Cappella e spiega: “Qui c’è un tombino e qui sotto c’è il Diavolo. Perché quando edificarono questo edificio, assegnato alla parte amministrativa, scoprirono il più grande tempio pagano, quello dedicato a Mitra”.

 

Insomma, ma questi peni?

In una stanza vicina alla Cappella sono stati piazzati i cazzi asportati nei secoli da tutte le statue, sostituiti dalle foglie di fico; parcheggiati lì, dentro a contenitori in legno con sopra tanto di targhetta.

 

Nel doc rivela di essere l’autore del celebre libro di Moana Pozzi dove lei dà i voti ai suoi amati celebri...

Quel libro in origine assegnava giudizi completamente diversi, come nel caso di Bettino Craxi: lui ricevette un bel 7 e nonostante ci sia stata solo masturbazione...

LA PRIMA A MILANO DI ROMA SANTA E DANNATA DI DAGO E MARCO GIUSTI

 

MOANA DAGO, 1993 MOANA DAGO, 1993

In realtà?

Con i voti bassi non lo avrebbe pubblicato nessuno, per questo li abbiamo gonfiati; (sorride) all’epoca lavoravo all’Espresso e scrivevo i primi pezzi sui locali scambisti, i locali di Schicchi, su Cicciolina in Parlamento, caso unico...

 

E...?

L’Italia ha anticipato di vent’anni il resto del mondo; (sorride) il primo locale per le feste del Muccassassina era della Chiesa.

 

MOANA POZZI CON DAGO MOANA POZZI CON DAGO

Casualmente?

Quel posto era pieno di preti e poliziotti, tutti sapevano tutto, ma era come L’abbraccio del Bernini: la Chiesa accoglie e perdona chiunque .

 

Ha avuto una storia con Moana?

Mai e l’ho conosciuta prima della sua carriera nell’hard, quando era la fidanzata di Luciano De Crescenzo, quando ancora non si era rifatta il culo, il naso, la mascella e pure i gomiti.

 

Rifatta, ma bella.

Per me non aveva un grammo di sensualità; stava spesso a casa mia, per ore, era perspicace, leggeva, ma per lei il sesso era una questione meccanica; (pausa) secondo me ha ragione la madre di Moana quando indica in Schicchi il responsabile della sua morte.

 

dado ruspoli dado ruspoli

In che modo?

C’è una questione di tempi: alla fine degli anni 80 lo stallone per eccellenza, John Holmes (morto nel 1988), diventa sieropositivo e ovviamente crollano le sue quotazioni nel mondo dell’hard statunitense; Schicchi che fa? Lo porta a Roma, costava poco, e lo ingaggia per dei film, pure con Moana...

 

Di tutto quello che ha raccontato nel documentario, cosa le manca maggiormente?

Dado Ruspoli, uomo con una vita grandiosa.

 

Ce la racconti.

A Roma c’erano due rockstar: una era lui, l’altra era Mario Schifano. Venivano da New York o da Londra per incontrarli, e mi riferisco a big come Mick Jagger o Keith Richards. (pausa) La Dolce Vita nasce dai rampolli dell’aristocrazia capitolina, erano gli unici nel dopoguerra ad avere dei mezzi: loro hanno portato coca, oppio, qualsiasi sostanza. Dopo di loro si è accodato il cinema. E tra di loro Dado è stato il protagonista. Con i suoi segreti, il suo potere, le sue stanze.

roma santa e dannata anna federici e roberto dagostino 01 ph antinori roma santa e dannata anna federici e roberto dagostino 01 ph antinori

 

Roma le ha mai suscitato paura?

(Si ripete la domanda) No, ma l’ho sempre rispettata; anzi le ho portato rispetto.

 

Sembra una logica mafiosa.

Se dico che passiamo ore e ore attovagliati, lì siamo alle prese con il lavoro più importante: tessere rapporti; sono i “ponti” che quando arriva il momento della caduta, e arriva per tutti, trovi una rete per salvarti. Questo è fondamentale, e se ripeto il concetto di “portare rispetto”, intendo non tradire, non comportarsi da arrivista, da paraculo, da chi se ne approfitta.

 

roberto e rocco d agostino foto di bacco roberto e rocco d agostino foto di bacco

Comunque non ha mai avuto paura...

(Cambia tono della voce) Solo di mia moglie e di mio figlio quando vado in televisione: ho paura di dire cazzate, di esagerare e di deluderli.

moana pozzi riccardo schicchi moana pozzi riccardo schicchi riccardo schicchi moana pozzi riccardo schicchi moana pozzi

dago e marco giusti NEL DOCU-FILM ROMA SANTA E DANNATA dago e marco giusti NEL DOCU-FILM ROMA SANTA E DANNATA

roberto d'agostino dago e la moglie anna federici roberto d'agostino dago e la moglie anna federici anna federici roberto dagostino foto di bacco anna federici roberto dagostino foto di bacco lorenzo mieli dago e anna federici foto di bacco lorenzo mieli dago e anna federici foto di bacco DAGO PARLA CON GOFFREDO BETTINI, GIANLUCA FARINELLI, ANNA FEDERICI E MARCO GIUSTI DAGO PARLA CON GOFFREDO BETTINI, GIANLUCA FARINELLI, ANNA FEDERICI E MARCO GIUSTI anna federici e roberto dagostino a torino anna federici e roberto dagostino a torino

marco giusti e dago roma santa e dannata marco giusti e dago roma santa e dannata

Dago e Zeri, 1990 Dago e Zeri, 1990 roberto d'agostino dago federico zeri sbucciando piselli roberto d'agostino dago federico zeri sbucciando piselli

MOANA POZZI CON DAGO MOANA POZZI CON DAGO giorgio assumma dago marco giusti roma santa e dannata giorgio assumma dago marco giusti roma santa e dannata dago e marco giusti roma santa e dannata dago e marco giusti roma santa e dannata dago e marco giusti NEL DOCU-FILM ROMA SANTA E DANNATA dago e marco giusti NEL DOCU-FILM ROMA SANTA E DANNATA dago e marco giusti con sandra milo roma santa e dannata. dago e marco giusti con sandra milo roma santa e dannata. Dago e Giusti - Roma, santa e dannata Dago e Giusti - Roma, santa e dannata giorgio assumma dago marco giusti roma santa e dannata. giorgio assumma dago marco giusti roma santa e dannata.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VENETO DI PASSIONE PER SALVINI – IL “CAPITONE” PROVA AD ALZARE LA CRESTA E USCIRE DALL’ANGOLO: “CHIEDEREMO IL VENETO E IL TERZO MANDATO PER ZAIA”. MA SA BENE CHE IL DESTINO DELLA REGIONE, VERO FORTINO E CASSAFORTE DEL CARROCCIO, È SEGNATO: GIORGIA MELONI VUOLE METTERE LE MANI SUL NORD-EST. E COME DARLE TORTO? FORZA ITALIA CON L'8% GOVERNA PIEMONTE, SICILIA, BASILICATA E CALABRIA. LA LEGA, CON UNA PERCENTUALE SIMILE, HA IN MANO VENETO, LOMBARDIA E FRIULI. PERCHE' LEI, CHE GUIDA IL PARTITO DI MAGGIORANZA RELATIVA, DOVREBBE ACCONTENTARSI DI LAZIO, ABRUZZO E MARCHE? - LO PSICODRAMMA NEL CARROCCIO È INIZIATO DOPO CHE IL MITE LUCA ZAIA È USCITO ALLO SCOPERTO (“SE PERDIAMO QUI VA TUTTO A ROTOLI”). A VENEZIA SI PREPARA LA SCISSIONE, CON UNA “LISTA ZAIA”...

DAGOREPORT! MONTANELLI E FALLACI SCANSATEVE! AI GIORNALISTI DEL “CORRIERE DELLA SERA” SI INSEGNA A SCRIVERE IN MODO “INCLUSIVO” CON UN CORSO ON-LINE - L’ULTIMA FOLLIA DEL POLITICAMENTE CORRETTO APPLICATA ALL’EDITORIA SERVIRA’ PER APPRENDERE UN “USO NON SESSISTA DELLA LINGUA ITALIANA” E PER “EVITARE L’USO DEL MASCHILE SOVRAESTESO”: IN PRATICA, IL MATTINALE DEI CARABINIERI RISULTERÀ IN FUTURO MOLTO PIÙ ACCATTIVANTE DEI TITOLI INCLUSIVI - SUL LAVORO BISOGNA EVITARE LE MICRO-AGGRESSIONI, TIPO L’UOMO CHE SIEDE A GAMBE SPALANCATE (LA DONNA MAI?) - PER NON FARSI MANCARE NULLA ARRIVANO LE INDICAZIONI SU COME CHIAMARE I NERI E I TRANS -INSOMMA, CONTINUANDO CON QUESTA FINTA E IPOCRITA “ECOLOGIA DEL LINGUAGGIO” POI NON LAMENTATEVI SE TRIONFA TRUMP!