LO SPECIALE 'USTICA, UNA BRECCIA NEL MURO' SULLA STRAGE DEL DC-9 DELL'ITAVIA
Riceviamo e pubblichiamo
Lettera a Dagospia
Ciao Dagone,
quel pataccaro di Giletti di Baccalà alla ricerca
di scoop (e visibilità) tornando sulla strage di Ustica viene
infilzato come un pollo da Aldo Grasso sul CdS di oggi.
Ma quale crepa sul "muro di gomma"!!!
Già nel febbraio del 2008 Kossiga aveva confessato
in alcune interviste radio e tv di aver saputo dai servizi segreti
che l'aereo era stato abbattuto da un missile lanciato da una portaerei
francesi. Ne scrisse pure Andrea Purgatori sul CdS
nel giugno 2021....
1 - IL TALK SHOW È IL GENERE MENO INDICATO PER PARLARE DI USTICA
Estratto dell’articolo di Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
MASSIMO GILETTI - USTICA UNA BRECCIA NEL MURO
[…] il mio compito è di riflettere su un programma che si chiama «Ustica: una breccia nel muro» (in diretta su Rai 3 dal Museo per la Memoria di Ustica) e sul suo conduttore, Massimo Giletti. Lo scopo dichiarato del programma era molto ambizioso: aprire una breccia nel muro di gomma che ha tenuto lontano i familiari delle vittime e un Paese intero dalla verità di questa tragedia nazionale, come se il valore di altri bravi giornalisti (primo fra tutti Andrea Purgatori, mai citato nel corso della serata) venisse messo in discussione.
Ora, di fronte a un tema così delicato, dove sono in gioco segreti di Stato, verità nascoste e rispetto per le vittime, il genere meno indicato per affrontarlo è il talk show. Non si può usare il modello dell’«Arena» per argomenti che invocano solo serietà d’indagine.
Durante un talk, il più delle volte non si capisce niente, si perde il filo del discorso, una voce vale l’altra; l’andamento della discussione procede per accumulo e rimandi e, alla fine, nonostante gli scoop invocati, si ha la sensazione che nulla di nuovo sia stato aggiunto a quanto già non si sapesse: sui cieli di Ustica c’era in atto uno scontro bellico fra i mig libici e gli aerei della Nato, francesi e americani. Il Dc9 è stato usato per schermare una fuga.
MASSIMO GILETTI - USTICA UNA BRECCIA NEL MURO
Per tutta la sera, Giletti ha esibito la postura dello «schienadrittismo», «l’eretico che cerca la verità», come si è definito. Si è invece comportato come un qualsiasi conduttore di talk che cerca di enfatizzare le interviste, i confronti fra gli ospiti, le presunte rivelazioni.
Se avesse fatto un’inchiesta, se avesse girato un documentario forse sarebbe stato più attento alla materia trattata che alla sua persona; soprattutto avrebbe cercato di dare un senso a una lunga e fosca avventura piena di lacrime, sangue ed enigmi. Ustica dovrebbe ricordarci che un talk televisivo non risolve mai le nostre perplessità né sopprime i nostri mali: non è che un ripiego e un palliativo.
2 - GILETTI SU USTICA FA TELEVISIONE E NON INCHIESTA
Estratto dell’articolo di Antonio Dipollina per “la Repubblica”
i misteriosi solchi nel mare in ustica, una breccia nel muro 8
Nei giorni scorsi Sky Tg 24 ha proposto uno speciale, L’inganno di Ustica – Una strage senza colpevoli. Era giusto oggi, 44 anni fa. La resa in mezz’ora dei punti principali, dei nodi irrisolti, delle testimonianze di valore ha prodotto una sintesi adeguata di una delle vicende più intricate di sempre. E poi è arrivato Massimo Giletti. Lui. Al suo rientro in Rai martedì sera su Raitre.
E su Ustica aveva promesso una puntata – titolo: Una breccia nel muro — in grado di rivelare cose nuove in una vicenda interminabile, crivellata di bugie e depistaggi. Giletti ha convocato mezzo mondo, per contrapporre tutte le tesi e ipotesi in gioco. Classica mossa a cui non si può dire di no, soprattutto se – come per i famigliari delle vittime e per chi li rappresenta con una passione che è stata l’unica cosa confortante della serata – il rischio era di far passare solo la versione di tipi come il generale Tricarico.
i misteriosi solchi nel mare in ustica, una breccia nel muro 10
Impassibile anche quando un testimone dell’epoca ha riportato una frase di Giovanni Spadolini: «La cosa peggiore sulla faccia della Terra sono i generaliche si mettono a fare politica» (ops).
Momento clou: Tricarico espone spavaldo la sua versione, Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei parenti, si rivolge accorata a Giletti: «Quello che dice è stato smentito mille volte da mille sentenze, perché ne dobbiamo ancora parlare?». E Giletti la guarda e sul suo volto c’è scritto: signora, ma secondo lei io come ci arrivo a mezzanotte e all’8% di share?
È tutto lì: con blando codazzo di post-polemiche e brandelli di social dove si sfogava a insulti la propria indignazione, senza rendersi conto di far parte, eccome, del gioco messo in piedi da altri. Morale, e senza moralismi: lo speciale di Sky era giornalismo d’inchiesta, quella di Giletti è televisione. E visto il successo, i suoi detrattori se ne facciano una ragione: toglierselo dai palinsesti da qui in avanti sarà impossibile.
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