“NON SONO UN EDUCATORE, VORREI TRASMETTERE L’AMORE PER L’ITALIA” – ALDO CAZZULLO TORNA CON LA SECONDA STAGIONE DI “UNA GIORNATA PARTICOLARE”, SU LA7: “GLI ITALIANI AMANO IL LORO PAESE PIÙ DI QUANTI LORO STESSI NON CREDONO. LA STORIA PARLA DI NOI, DEI NOSTRI PADRI, DELLE NOSTRE ORIGINI” – “IL PASSATO È DI GRANDE ATTUALITÀ, PURTROPPO SI PARLA MOLTO DI GUERRE E CAPIRE COME SE LA SONO CAVATA I NOSTRI ANTENATI FORSE POTREBBE AIUTARE NOI A USCIRNE FUORI OGGI…”

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Estratto dell’articolo di Michela Tamburrino per “La Stampa”

 

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Quella gloriosa canzone di Francesco De Gregori, La storia siamo noi con il suo «nessuno si senta escluso» aveva centrato il nocciolo della questione. Almeno secondo la filosofia che guida Aldo Cazzullo […]. Uno […] come tanti italiani, «perché gli italiani amano il loro Paese più di quanto loro stessi non credano».

 

Un amore pazzo e permanente che lo ha portato a studiare, approfondire, capire cosa c’è dietro alla storia andata in un modo e non in un altro. Che è il senso di Una giornata particolare su La 7, la seconda stagione al via domani in prima serata. «Perché il mio più grande desiderio sarebbe quello di arrivare al cuore delle persone».

 

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Che dire, tanti Piero Angela crescono?

«[…] io non sono un educatore, non spiego, non ho questa pretesa. Vorrei solo trasmettere con la mia trasmissione l’amore per questo Paese».

 

Come?

«La storia parla di noi, dei nostri padri, delle nostre origini. Perciò non abbiamo voluto immagini di repertorio, bensì nostre. Io vado sui posti come i nostri inviati Claudia Benassi e Raffaele Di Placido. Abbiamo la biblioteca a far da raccordo, ospiti in studio e una donna che ci guida, ogni puntata una figura chiave femminile».

 

E chi sarà la donna della prima puntata?

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«Parlando di Mussolini-la morte del Duce, naturalmente Claretta Petacci. Per raccontare meglio la sua fine siamo andati alla Certosa di Pavia dove il corpo di Mussolini, rapito, fu nascosto».

 

Poi?

«Cristoforo Colombo, il mio preferito, perciò Isabella di Castiglia andando in Andalusia e sulla tomba del grande navigatore. Va detto che tanti posti splendidi sono stati aperti solo a noi. E ancora Caporetto, Isonzo, Trieste e l’Italia che nasce sul Piave. Prima non ci si capiva tra di noi, l’Italia si formò nelle trincee. […]».

 

[…] E poi c’è la giornata infernale di Dante.

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«Lì incontra Virgilio, Ulisse, il conte Ugolino, Paolo e Francesca. In questo caso naturalmente la donna è Beatrice. A volo d’angelo da una puntata all’altra, la battaglia di Ponte Milvio con Costantino che diventa cristiano portando alla sua fede tutto l’impero romano. Mostreremo con i droni, dunque occhi negli occhi, gli affreschi di Piero della Francesca, il sogno di Costantino che cambierà la storia dell’umanità. E la croce […] diventa emblema della salvezza. […]».

 

Il passato è passato?

«Il passato è di grande attualità, purtroppo si parla molto di guerre e capire come se la sono cavata i nostri antenati forse potrebbe aiutare noi a uscirne fuori oggi».

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