Elvira Serra per il “Corriere della Sera” - Estratti
Felicità è vedere l’abbraccio di Albano senior e Albano junior sul palco, dopo che il padre ha appena dedicato al figlio più piccolo Per te.
Albano Carrisi jr accanto al padre Al Bano, al centro la sorella Jasmine e a destra il fratello Yari. Con loro sul palco dell’Arena Rubicone la corista Luana Heredia
Sono gli occhi con i quali il cantautore di Cellino San Marco guarda Yari mentre esegue Mind Games di John Lennon e alle sue spalle scorrono le immagini di tre pellegrini Kashmiri levitanti, che il secondogenito ha realizzato poco prima con l’intelligenza artificiale. È l’orgoglio del patriarca quando canta Nessuno con Jasmine, «cocca di papà», come tutte le femmine di casa, a giudizio insindacabile dei fratelli.
Ma felicità è anche vedere Elisabetta Sgarbi che si commuove ascoltando Romagna mia nell’Arena Rubicone di Gatteo a Mare, domenica sera, all’appuntamento numero 41 della Milanesiana da lei ideata e diretta, o le duemila persone del pubblico che si sgolano con Al Bano e i tre figli in chiusura del concerto (gratuito) di oltre un’ora.
Felicità sono anche i ricordi e gli scampoli di vita che condividono con noi sul palco, a cena e il mattino dopo Al Bano (81 anni), Yari (51), Jasmine (23) e «Bido» Carrisi (come lo chiamava la sorella quando non riusciva a dire «bimbo»; lui di anni ne ha 21 e mezzo).
«Ho sei figli, solo Ylenia dal 1994 non è più con noi, e quattro nipoti: questo è il quadro attuale della mia famiglia e devo dire un grazie profondo alle loro mamme, Romina Power e Loredana Lecciso», dice il capofamiglia.
Ma alla battuta di Jasmine che la prole potrebbe crescere nel prossimo decennio, precisa subito: «La fabbrica l’abbiamo chiusa!».
Partiamo dalle canzoni.
(...)
Avete avuto anche voi, come John Travolta a Sanremo, il rigetto per successi come «Il ballo del qua qua»?
Jasmine: «Ma no!».
Yari: «La cosa buffa è che io ho assistito alla nascita della canzone in sala di registrazione. Era un gioco per far divertire noi figli: nessuno immaginava il successo».
Mi raccontate un momento felice con vostro padre?
Yari: «L’infanzia in Spagna è stata bellissima: partivamo in primavera e rientravamo in Italia verso settembre-ottobre. Lì non eravamo tormentati dal gossip, eravamo solo una famiglia. Ci spostavamo in macchina noi quattro con un registratorino: certe canzoni nascevano proprio in auto. Oppure cantavamo i Beatles che piacevano a mamma o il rhythm and blues di papà.
Per non dire di quando ci fermavamo a un chiringuito e se a papà non piaceva il menu, prendeva dal bagagliaio la sua pasta e cucinava gli spaghetti per 20-30 sconosciuti».
Al Bano: «Durante quei viaggi li ho fatti dormire più di una volta in hotel a 200 mila stelle. Ci muovevamo con una Ford station wagon acquistata in Florida che mi ero fatto spedire a Barcellona: quando vedevo un bel paesaggio mi fermavo e dormivamo lì, in mezzo alle colline».
Jasmine: «Anche io ho bellissimi ricordi dell’infanzia, quando papà ci portava in giro per il mondo e alla fine dei concerti chiamava me e Bido sul palco per cantare insieme Felicità . Adesso però impongo le mie, di canzoni!».
Bido: «Io faccio fatica a trovare una cosa sola, perché ogni show, ogni viaggio, ogni discorso, li porterò con me per sempre: la quotidianità, il rapporto semplice».
(...)
Il gossip vi insegue da che siete nati. Talvolta nemmeno adesso i social sono teneri. Su di voi ci sono aspettative alte.
Yari: «A me ha fatto molto soffrire: mi bastava il titolo di un giornale per cambiarmi tutta la giornata. Ci scattavano continuamente foto sotto le quali mettevano didascalie inventate, era una sorta di Instagram ante litteram. Almeno ora sui social decido io quello che voglio pubblicare. Quanto ai paragoni, inevitabili, basta andare dove non lo conoscono: in India sono stato benissimo».
Jasmine: «Questa continua attenzione mi ha fatto chiudere in me stessa, anche se salgo volentieri sul palco e lì mi dimentico di tutto il resto. A me spiace quando sui social si aspettano che sia quasi un prolungamento di mio padre, come se dovessi cantare con il cappello sulla testa le sue canzoni. Io sono diversa».
Bido: «Sono l’unico che non ha scelto la carriera artistica: studio Economia al terzo anno, un giorno mi piacerebbe occuparmi della tenuta di Cellino. La disponibilità di papà con tutti la vedo come un pregio. Non ho patito l’attenzione, perché non me ne sono mai sentito al centro».
Yari, lei da adolescente si è dovuto trasferire in Svizzera perché rischiava di essere rapito.
«È vero, ma lo ricordo come un periodo bellissimo. Li fondai il mio primo gruppo, con Sean Lennon e Leona Naess: in un bunker antiatomico suonavamo Jimi Hendrix e i Led Zeppelin. Yoko Ono ci faceva da madrina e ci portava fuori nei weekend».
Cosa vorreste ereditare da vostro padre?
Yari: «La sua forza, la costanza, lo spirto risolutivo. E poi la capacità di addormentarsi ovunque, a comando!»
Jasmine: «Il carattere positivo, la capacità di non buttarsi giù davanti a nulla».
Bido: «La voglia di fare e la dedizione ai progetti».
Al Bano, chiudiamo con lei. Il tema di questa Milanesiana è la timidezza. L’ha mai sfiorata?
«Sfiorata? Agli inizi della mia carriera mi devastava! Non sa quante volte ho vomitato prima di un concerto. Ma quando andai al primo Sanremo riuscii a sconfiggerla una volta per tutte. In compenso, non sono guarito dalla Sanremite: infatti non vedo l’ora di ritornarci».
romina power albano carrisi 23 AL BANO CARRISI romina power yari carrisi JASMINE CARRISI al bano carrisi foto di bacco al bano canta l'inno di mameli prima della finale di coppa italia 6