“L’ESTABLISHMENT DEL CINEMA MI DEFINIVA UN BLUFF, MI PARAGONARONO ADDIRITTURA A CASTELLANO & PIPOLO” – GABRIELE MUCCINO ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA CON IL THRILLER “FINO ALLA FINE” – “ANCHE DOPO “L’ULTIMO BACIO” C’ERA QUALCOSA CHE DAVA FASTIDIO. QUANDO ANDAI IN AMERICA TUTTI SCOMMETTEVANO SULLA MIA SCONFITTA” – “MIO FRATELLO SILVIO? LO CERCO SEMPRE MA DA 17 ANNI SI NEGA” – VERONICA GENTILI, CHE OGGI FA LA GIORNALISTA IN TV, RECITAVA NEI SUOI PRIMI FILM: “ERA UNA RAGAZZA DI 15 ANNI CHE NON SAPEVA COSA SAREBBE STATA NELLA VITA, SAI QUANDO..."

-

Condividi questo articolo


Valerio Cappelli per corriere.it - Estratti

 

gabriele muccino gabriele muccino

Accade tutto nelle 24 ore prima di rientrare in California. Sophie è una brava ragazza americana (la sorprendente Elena Kampouris), che durante una vacanza a Palermo incontra Giulio (Saul Nanni) e i suoi amici siciliani. Una rapina armata, e scopre l’«asprezza selvaggia della vita», che le era ignota. Gabriele Muccino affronta un thriller. Fino alla fine, dal 31 nelle sale, racconta la scelta di Sophie.

 

Muccino, sono quasi 30 anni di carriera.

«Io volevo fare il veterinario ma allo stesso tempo mi nutrivo di film nel cineclub sotto casa. Nell’adolescenza ero un disadattato, ho sofferto molto per non riuscire a essere ascoltato, non trovavo il modo di stare al mondo, vivevo in una calotta in cui lo sguardo degli altri mi diceva che non ce l’avrei fatta».

 

Quando cambiò la situazione?

«A 18 anni feci una recita scolastica e mi svegliai come i Blues Brothers quando vedono la luce: volevo fare cinema, comunicare attraverso gli attori. Fu il veicolo per liberarmi dell’80 percento della balbuzie, legata alla scarsa fiducia e stima che avevo di me stesso. Ma la svolta avvenne più tardi, col successo di L’ultimo bacio, anche se permanevano le critiche dell’establishment del cinema: mi dissero che ero un bluff, mi paragonarono addirittura a Castellano & Pipolo.

 

silvio gabriele muccino silvio gabriele muccino

Ma anche a casa, c’era chi si identificava coi miei personaggi e chi sosteneva che non esistessero nella realtà. Fu una sorta di tsunami. Avevo poco più di 30 anni, ero spaesato, disorientato, non avevo il libretto di istruzioni di come imparare a gestire tutto questo».

 

Nei suoi primi film recitavano Veronica Gentili e suo fratello Silvio.

«Veronica, che oggi è un nome come giornalista in tv, era una ragazza di 15 anni che non sapeva cosa sarebbe stata nella vita, sai quando ci si mette in tasca tante verità pur non avendole; quanto a Silvio, sono 17 anni che dico la stessa cosa, ci ho provato tante volte a riaprire con lui e non è stato possibile».

 

Gli applausi del pubblico. Ma ha vinto appena due David, e uno dagli spettatori.

veronica gentili veronica gentili

«La diffidenza dell’establishment era così forte che sono uscito dalla giuria dei David. Per i miei film ricordo solo candidature come migliore canzone. C’era qualcosa che dava fastidio. Quando andai in America tutti scommettevano sulla mia sconfitta, perché tutti avevano fallito. Invece La ricerca della felicità con Will Smith incassò 300 milioni di dollari e diventai un regista internazionale, amato, riconosciuto, inseguito dai grandi produttori».

 

Oggi in che fase è?

veronica gentili veronica gentili

«Sono molto più sereno, tanto da osare in questo film, avventurandomi in un territorio ignoto, pur mantenendo il mio stile e la disfunzione dei personaggi, impreparati alla vita, con la loro incompiutezza, fragilità, voglia di vivere. Lo spettatore sarà con loro».

 

(…)

gabriele muccino foto mezzelani gmt 015 gabriele muccino foto mezzelani gmt 015 gabriele muccino foto mezzelani gmt 016 gabriele muccino foto mezzelani gmt 016 gabriele muccino al concerto dei maneskin gabriele muccino al concerto dei maneskin gabriele muccino e will smith 2 gabriele muccino e will smith 2 gabriele muccino foto di bacco (2) gabriele muccino foto di bacco (2) gabriele muccino premiato gabriele muccino premiato

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

COSA FRULLA NEL TESTOLONE DI MATTEO SALVINI? IL “CAPITONE” È TORNATO IN MODALITÀ "BESTIA": PARLA DEI MIGRANTI COME DI “CANI E PORCI”, TIENE UN COMIZIO ANTI-TOGHE SUL TG1 – A COSA SI DEVE TANTA AGITAZIONE? AL PROCESSO OPEN ARMS, IN CUI RISCHIA SEI ANNI PER SEQUESTRO DI PERSONA. MA ANCHE ALLA “VANNACCIZZAZIONE” DELLA LEGA E AGLI OTOLITI SCOSSI DI GIORGIA MELONI: SE PASSA LA LINEA DURA E IL GOVERNO HA LE ORE CONTATE, MEGLIO PREPARARSI E SPARARLA SEMPRE PIÙ GROSSA, PER CAPITALIZZARE AL VOTO…

DAGOREPORT - IL NODO CREATO DALLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI ROMA, CHE HA AFFONDATO IL “MODELLO ALBANIA”, SI PUÒ SCIOGLIERE CON UN DECRETO LEGGE? NO, PERCHÉ I MAGISTRATI SI SONO ATTENUTI A UNA SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA DELL’UNIONE EUROPEA DEL 4 OTTOBRE CHE NON PERMETTE DI DICHIARARE PAESE SICURO UNO STATO IN CUI I DIRITTI NON SIANO GARANTITI SULL’INTERO TERRITORIO (TIPO L’EGITTO DI AL SISI, CHE HA TORTURATO E UCCISO REGENI) - CHE FARA' MATTARELLA? PROMULGHERÀ IL DECRETO CHE SE NE FREGA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA UE? - CERCASI POI QUALCHE ANIMA PIA E SOPRATTUTTO SOBRIA CHE FACCIA PRESENTE AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, CARLO NORDIO, CHE NON PUÒ PERMETTERSI DI "ESONDARE" DEFINENDO LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI ROMA “ABNORME’’: NON BISOGNA ESSERE MINISTRI DELLA GIUSTIZIA PER SAPERE CHE LE LEGGI SI APPLICANO E NON SI DISCUTONO - EUROPA IN FIAMME: SE LA DUCETTA NON DORME TRANQUILLA, URSULA HA BISOGNO DI UNA OVERDOSE DI SONNIFERI...

DAGOREPORT – QUANDO IL BRACCIO DESTRO IN ITALIA DI ELON MUSK, ANDREA STROPPA, EVOCA IL COMPLOTTONE SULLE MAZZETTE-SOGEI, NON HA TUTTI I TORTI - L'ARRIVO DEI SATELLITI DI MUSK, ALTERNATIVA ALLA COSTOSISSIMA FIBRA, HA FATTO SALTARE GLI OTOLITI A KKR-FIBERCOP E OPENFIBER: LA DIGITALIZZAZIONE BALLA SUI MILIARDI DEL PNRR - NON SOLO: È IN ATTO UNA GUERRA APERTA DI STARLINK A TIM PER OTTENERE L'ACCESSO ALLE FREQUENZE NECESSARIE PER CONNETTERE LE STAZIONI DI RICEZIONE SATELLITARE AI TELEFONINI - NON E' FINITA: INFURIA LA  BATTAGLIA TRA KKR E PALAZZO CHIGI SU OPEN FIBER..