Estratto dell'articolo di Aldo Grasso per www.corriere.it
Ho seguito «4 Hotel», la trasmissione condotta da Bruno Barbieri, nelle sue peregrinazioni lungo la Riviera del Brenta e a Cagliari, giusto per verificarne lo stato di salute (Sky e Now). Mi sono un po’ annoiato e spiego i motivi. Non so come vengano scelti gli hotel che gareggiano: l’unica cosa di cui sono certo è che in cambio ricevono una pubblicità fuori del comune (di residenza).
[…] L’unico aspetto interessante è la dinamica fra i quattro albergatori che devono fingere fair play ma si vede benissimo quanto si detestino, quanto siano convinti che la loro offerta sia di gran lunga migliore delle altre.
Questo sarebbe il momento più vivace, se solo si insistesse maggiormente sulle strategie di voto, sulle reazioni degli albergatori […] invece la pratica del voto sembra solo una sorta di check-out, al termine della promozione. Il punto dolente è un altro.
Ormai «4 Hotel» sta diventando la trasmissione in cui Bruno Barbieri si esibisce da primo attore: come indossatore (uno sfrenato e ameno gusto guardarobiero), come grande esperto di hôtellerie (ma non era un cuoco?), come cultore dei «servizi esterni». Sul suo sito ufficiale (ci sono molte ricette sponsorizzate dal gorgonzola) leggo questa frase decisiva: «Dico sempre che in ogni piatto deve esserci il tuo io». Il suo io è così debordante che oscura hotel e concorrenti, Riviera del Brenta e Sardegna, chiunque incontri nelle sue esplorazioni.
Poi è sempre fissato con il topper […] e alla fine si scopre che Bruno Barbieri firma una linea di topper. Non è un aspetto imbarazzante per la trasmissione e per la credibilità di «4 Hotel»?
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