Estratto dell’articolo di Fulvia Caprara per “la Stampa”
APPELLO DI EZIO GREGGIO ALLA MAMMA CHE HA ABBANDONATO IL BAMBINO A MILANO
[…] Lunedì prende il via a Monte Carlo il ventesimo appuntamento con la kermesse guidata da Ezio Greggio: “Credo che un po’ di passi avanti siano stati fatti. Prima, nei festival internazionali, se nei film non si faceva almeno harakiri non c’erano speranze che fossero selezionati. Ora è diverso, la commedia ha acquistato rispettabilità e la spinta è partita anche da qui »
In questi tempi di politically correct, bisogna stare attenti anche quando si ride e si fa ridere. Lei si sente meno libero rispetto al passato?
«Sono “politically scorrect” per definizione, e lo è, da sempre, anche il mio festival, qui siamo fieri di non essere allineati con nessuno, di farci portare dal cuore e non dalla bile. Il politically correct ci ha rotto… Non puoi fare una battuta perché subito qualcuno si risente. Se parli bene di una categoria ce n’è sempre un’altra che si lamenta».
romina pierdomenico ezio greggio
Giorni fa il suo appello rivolto alla mamma del piccolo Enea, lasciato nella Culla per la vita, perché ci ripensasse, ha suscitato varie reazioni negative. Come risponde?
«Il 95% dei messaggi sui social erano a favore. Poi succede che i media si concentrino solo sul 5% dei pareri oppure che la solita blogger dica una cosa e che altri ci si attacchino per il gusto di creare una polemica inesistente. […]».
E quindi, secondo lei, perché si è scatenato il vespaio?
«Pesa il momento politico, il fatto che si stia discutendo di adozioni, e quindi qualcuno, preventivamente, ha deciso che una mia frase potesse attizzare il fuoco. Ho tantissimi amici che hanno scelto di adottare e sono pro-adozioni, le ho fatte anche io a distanza, in India. Insomma è stata una polemica stupida e vuota». […]
Il cinema le ha dato tutto quello che voleva o sente di essere stato sotto-utilizzato?
«Ho fatto talmente tante cose, da Yuppies al Silenzio dei prosciutti che ho venduto in tutto il mondo, dal Papà di Giovanna a Infelici e contenti e poi tutte le produzioni televisive... mi è capitato anche di rifiutare proposte, e non me ne pento, non ho rimpianti.
Il cinema in Italia è molto romano, io, invece, sono molto milanese e monegasco quando sono a Monaco, non ho mai frequentato certi salotti, ma ho fatto sempre il cinema che mi piaceva. Due anni fa, con Enrico Vanzina, ho girato Lockdown all’italiana, è stato l’unico film di Canale 5 che ha vinto la serata contro il film di Rai 1. Insomma, le mie piccole, grandi, soddisfazioni, me le sono prese».
Tra poco si festeggia il 25 aprile. Il clima della vigilia è di forti contrapposizioni. Che cosa ne pensa?
«Sono assolutamente convinto che il 25 aprile vada celebrato. È giusto ricordare chi ha lottato ed è morto per un ideale, chi ha combattuto per la libertà. Piuttosto che andare a battersi contro i parenti partigiani in Piemonte, mio padre ha preferito farsi tre anni di campo di concentramento. Però ci sono anche altri morti e vanno tutti rispettati. […]».