Lettera di Andrea Scanzi a Dagospia
Caro Dago,
vorrei condividere con te alcune riflessioni accomunabili con questo titolo: "L'umanità deve estinguersi. Speriamolo tutti". Tre casi.
1. Nicky Hayden, uno dei ragazzi più umili e garbati del paddock, o almeno così lo ricordo (bene) i due anni che ho fatto l'inviato di moto dal 2009 al 2011, viene investito e ucciso. "Il popolo della Rete" (immagine che da sola meriterebbe l'ergastolo) si scatena contro l'investitore e contro chi non ha rispetto dei ciclisti perché mentre guida smanetta con lo smartphone. Ovviamente, quando questa gente guida, nei confronti dei ciclisti è tibetana e il cellulare non lo usa mai.
Si scopre poi che, forse, Hayden non ha rispettato lo stop e stava ascoltando la musica con gli auricolari. A quel punto "i social" (altra immagine che da sola meriterebbe Guantanamo) cominciano a dire: "Sì okay, Hayden è morto, però un po' se l'è cercata".
Ovviamente, tutta questa gente che giudica in servizio permanente come le beghine giudicavano Bocca di Rosa, quando va in bici o a fare jogging, la musica non la ascolta mai e la segnaletica la rispetta sempre. Certo. (Sempre che poi ci vada a fare jogging o in bici, questa gente: vorrebbe dire fare altro nella vita, oltre a sfinirsi di seghe mentali. E non solo mentali).
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2. Flavio Insinna viene sputtanato da alcuni fuorionda trasmessi da Striscia. "I social" (eccetera) lo massacrano. Nel frattempo ci sarebbero la strage di Manchester e mille altre tragedie appena più rilevanti, ma vuoi mettere spiare dal buco della serratura di uno che - a differenza loro - nella vita ha avuto successo e magari è pure colpevole di essere felice? Dopo tre giorni Insinna, che conosco e di cui ho stima, chiede scusa "senza se e senza ma".
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Però molti insistono: "Vergogna, vattene, razzista, sessista". A scriverlo, ovviamente, è gente che se la intercettassero in privato o mentre lavora - come me, come tutti - si beccherebbe tre ergastoli. Macché: questi qua giudicano, stigmatizzano, condannano. Sono gli stessi che, se qualcuno li disturba per vendergli una rosa al ristorante, sognano il fungo atomico sul Pakistan o, se li sorpassa in autostrada una persona di colore, si connettono (mentre guidano) al sito del KKK per arruolarsi seduta stante. Tutti Gandhi con l'Insinna degli altri (cit).
3. Claudio Marchisio, tra le più belle persone che popolano il non sempre bello mondo del calcio, pubblica un post sul dramma dei migranti e sulla disumanità di questi tempi. Bello, bellissimo. Ma proprio per questo molti tifosi, che in quanto tifosi danno spesso (spesso: non sempre) il peggio di loro stessi, gli vomitano merda addosso.
"Pensa alla Champions League", "Chi se ne frega di quegli straccioni", "Morissero tutti". In un mondo minimamente giusto persone così verrebbero prese, condotte in galera e lì lasciate fino alla comprensione della propria miseria morale. Sarebbe il minimo e sarebbe stupendo: non ci perderemmo niente. In un mondo come questo, continueranno invece ad avere la maggioranza. Anzitutto sui "social". Sempre più cloache a cielo aperto. Buona catastrofe.