Estratto dell’articolo di Pierluigi Panza per https://fattoadarte.corriere.it/
Per la terza volta [...] Krzysztof Warlikowski dirige un'opera al Festival di Salisburgo, con la scenografa Malgorzata Szczesniak. Questa volta è il “Macbeth” di Verdi, con Asmik Grigorian (straordinaria), già “Elektra”, che fa il suo debutto nel ruolo di Lady Macbeth.
Warlikowski […] considera “Macbeth” un viaggio verso un inferno e racconta di essersi ispirato al film di Bernardo Bertolucci “Il conformista”.
La storia del Macbeth diventa così la storia di una coppia che non può avere figli (non nuova), tanto che il primo a entrare in scena è un ginecologo.
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La notizia dell’impossibilità della Lady di procreare, che appare ferale, sembra un po’ portare indietro le lancette dell’orologio all’età in cui la donna doveva essere madre per forza per realizzarsi; credo che un certo femminismo potrebbe trovare giustamente discutibile questa interpretazione drammaturgica. Macbeth è una storia di potere.
Le scene di Malgorzata Szczesniak non sono certo ispirate a una Inghilterra gotica, a Inverness e nemmeno ai tempi di Shakespeare o di Verdi. La scenografa dice di essersi ispirata al “jeu de paume”, il “gioco dei re” del Rinascimento, precursore del tennis moderno.
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Di fatto siamo davanti a un campo da tennis con una lunga panchina che si muove avanti e indietro, tribunette per le masse sempre mosse benissimo e una galleria in quota dove tutti camminano sino all’altezza della testa, che rimane invisibile. Sopra scorrono i video, che spesso riproducono quanto avviene in scena [...].
Anche le streghe hanno il loro doppio, anche il fantasma di Banco e tutta la messa in scena, molto intensa e riuscitissima, è costruita su doppioni e rimandi, come quelli all’ “Edipo Re” o al “Vangelo secondo Matteo” di Pasolini. Tanto che, a un certo punto, libretto di Piave con storia di Shakespeare e messa in scena di Warlikowski non sempre si sovrappongono, chiedendo anche troppo allo spettatore: l’opera lirica non è un test di ingresso a un corso di dottorato dove vince chi capisce le connessioni e i rimandi.
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Macduff (Jonathan Tetelman) è straordinario con le struggenti scene della strage degli innocenti dal Vangelo secondo Pasolini sullo sfondo, doppiati poi in scena con i bambini di bianco vestiti trasportati e stesi a terra.
Finisce con Macbeth (Vladislav Sulimsky, più attore che cantante) in carrozzella legato insieme alla sua Lady con il filo di una abat-jour e la nera folla che li circonda che li fa scomparire. Una Lady che è anche attrice straordinaria, un po’ dark, un po’ Evita e un po’ sfatta nel finale.
Considerato anche qualche taglio nella direzione di Philippe Jordan, direi che questo spettacolo è emblematico dell’importanza assunta da drammaturgia e regia nell’opera contemporanea a discapito della esecuzione musicale, che diventa di supporto alla messa in scena. E non c’è da stracciarsi le vesti se la stagione iniziata con Toscanini volge al disio e l’opera torna quella che era prima: non una mera esecuzione musicale con cantanti immobili sul palco davanti a un telo dipinto bensì una azione teatrale (intelligente) in musica.
macbeth di krzysztof warlikowski 6 Macbeth regia di Krzysztof Warlikowski - festival di salisburgo Macbeth regia di Krzysztof Warlikowski - festival di salisburgo macbeth di krzysztof warlikowski 4 macbeth di krzysztof warlikowski 5 macbeth di krzysztof warlikowski 7