Estratto dell’articolo di Maurizio Crosetti per “la Repubblica – cronaca di Torino”
IL G7 DI GIORGIA MELONI VIGNETTA BY ALTAN
Che ridere questa realtà, quanta tristezza. E che personaggetti, che omuncoli, che donnicciuole. Persino un gigante della satira come Altan confessa di non reggere più il confronto con la cronaca, assai più grottesca di qualunque fantasia.
La vita è più creativa della matita?
«Faccio sempre più fatica a scegliere l’argomento di una vignetta. Sono caduti i punti di riferimento, mi aggiro nella nebbia e nella confusione. Non vorrei occuparmi sempre di personcine di livello così basso...»
Dev’essere dura immaginare qualcosa più di Sangiuliano.
«Non è una commedia, è una tragedia e purtroppo non c’è niente da ridere. Con Sangiuliano siamo arrivati alla barzelletta, alla comica finale, però attenzione: il suo ruolo istituzionale era importantissimo, la cultura».
Non è l’unico a essersi trovato dove non avrebbe mai dovuto essere.
«Infatti penso alla Santanché, cioè al settore del turismo, fondamentale per l’Italia. Questi ministri o ex ministri hanno molte persone sotto di loro, incaricate di preparare progetti e programmi: possibile che mai nessuno si sottragga al destino? Che nessuno protesti? Tutto questo è avvilente».
Siamo tornati alla grottesca comicità tipica del fascismo e della destra?
INGOIARE ROSPI - VIGNETTA BY ALTAN
«I fascisti hanno sempre fatto ridere, ma questi ometti che abbiamo adesso, questi guitti, non sanno neppure farlo bene».
Come non definire Sangiuliano una vignetta di carne? E Vannacci? E Salvini? E La Russa?
«Sangiuliano ne aveva combinate di tutti i colori anche prima del triste finale: quasi ogni volta che apriva la bocca».
Secondo lei, è possibile datare l’inizio della deriva italiana?
«Direi da Berlusconi in avanti».
Ha visto? Ora c’è chi lo considera un professionista, rispetto a Sangiuliano. “Berlusconi le sue donnine non le portava mica al G7” è l’ultima vulgata.
«Beh, lui le portava direttamente a casa, forse perché l’aveva bella grande».
Dalla sua memorabile vignetta dell’ombrello nel sedere, cos’è cambiato?
GIORGIA MELONI - VIGNETTA DI ALTAN
«Berlusconi non c’è più, ma l’ombrello è rimasto lì».
Altra sua indimenticabile battuta: «Poteva andare peggio». «No».
«Lì mi ero sbagliato, ero stato troppo ottimista: perché poteva andare peggio eccome. È anche vero che stiamo parlando del 2001: dovevamo vederne, di cose».
Nella sua satira viene prima l’osservazione o l’istinto?
«Non c’è troppo ragionamento, direi più l’istinto. Ormai parto sempre dal testo, mentre in passato nasceva tutto dal disegno».
Qual è il personaggio che ama di più?
«Forse la Luisa, la casalinga non più giovane e tanto concreta. Le donne sanno vivere la realtà molto meglio dei maschi».
[…]
Ci salverà la Pimpa?
«Lei è la mia vera consolazione: quell’universo compatto, felice e colorato. La Pimpa esprime la curiosità dei bambini. Cominciai a disegnarla per mia figlia Kika, poi la videro al Corriere dei Piccoli e nacquero le prime strisce. Molto brutte come tratto, devo dire, però la cagnetta era già lei».
[…]
C’è un modo per sconfiggere l’amarezza che deriva da questo presente?
«Non ho rimedi né soluzioni. È come se ogni cosa, anche la più allegra, fosse avvolta da un velo opaco. Ho il forte sospetto che a nessun politico interessino davvero le cose importanti. Siamo arrivati a rimpiangere Fanfani, che non ci piaceva nemmeno un po’».
Lei ha quasi 82 anni: lavora ancora molto?
elezioni europee 2024 - vignetta by altan
«Le storie della Pimpa sono impegnative, riempio un mensile da solo. Di vignette ne disegno due a settimana, una per Repubblica e una per Il Venerdì. C’era anche l’Espresso, ma certo non potevo restare».
Come arrivò a Repubblica?
«Ezio Mauro venne a trovarmi a casa, assieme ad Angelo Rinaldi. Ero perplesso: la prima pagina del giornale mi spaventava, però il direttore mi rassicurò. Allora a Repubblica si aveva davvero l’impressione di giocare nel Real Madrid: il massimo che c’era».
La “Pimpitudine” esiste?
«È un sentimento fatto di curiosità e un poco di divertimento anche negli adulti che leggono le storie ai bambini, almeno spero».
Altan, lei ha consapevolezza di essere un classico?
«No, per carità! La satira è uno strumento spuntato, non fa più paura a nessuno. E comunque io disegno per comunicare uno sguardo, per condividere una visione del mondo. Col mio lavoro mi basterebbe avere attenuato un po’ di solitudine».
vignetta altan 1 MELONI VISTA DA ALTAN francesco tullio altan vignetta altan 10 vignetta altan 7 MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI - VIGNETTA BY ALTAN GIORGIA MELONI E LA MAGISTRATURA BY ALTAN VIGNETTA ALTAN - GIORGIA MELONI E I FRANCESI vignetta altan 5
MELONI ALTAN la vignetta di altan su andrea giambruno ANZIANI E VECCHIAIA - VIGNETTA BY ALTAN MELONI ALTAN VIGNETTA DI NATALE - ALTAN NUOVO ANNO 2024 – VIGNETTA BY ALTAN 25 APRILE - VIGNETTA DI ALTAN PER LA REPUBBLICA