Laura Zangarini per “il Corriere della Sera”
Ispiratore di una generazione di musicisti rock, è morto ieri all’età di 76 anni il cantautore Scott Walker. A darne notizia su Twitter è stata la sua casa discografica, la 4AD. Nato Noel Scott Engel il 9 gennaio 1943 negli Stati Uniti, divenne Scott Walker entrando a far parte dei The Walker Brothers, trio che fondò nel 1964 a Los Angeles con John Walker e Al «Tiny» Schneider.
La band cavalcò gli anni 60 con straordinario successo, in particolare nel Regno Unito, dove si trasferì e, con il brano The Sun is not Gonna Shine Anymore (1966), rivaleggiò coi già leggendari Beatles. L’anno seguente, all’apice della fama, Scott abbandonò la band per dedicarsi alla carriera solista, incidendo, tra il 1967 e il 1969, quattro album di culto, intitolati semplicemente Scott 1, 2, 3 e 4.
Si riunì alla band a metà degli anni 70, salvo di nuovo riabbracciare, un decennio dopo, l’attività solista. In quegli anni realizzò dischi e musica di film, intervallati da lunghi ritiri, che ne rafforzarono la reputazione di artista misterioso, lontano dalla luce dei riflettori. La musica di Walker ha influenzato stelle del rock come David Bowie, Nick Cave e Tom Yorke, che con un tweet ne ha ricordato l’influenza sui Radiohead, «mostrandomi come usare la voce e le parole».
IL RICORDO DI CARLO VERDONE
Dal profilo Facebook di Carlo Verdone
Ho appreso questa mattina della morte di un grande artista: Scott Walker.
Moltissimi di voi non sapranno nulla di questo grande cantante e compositore, conosciuto solo da una cerchia ristretta di intenditori. Americano di nascita, solo in Inghilterra riesce ad imporsi con i suoi Walker Brothers negli anni 60.
Voce profonda, intensa, calda nei suoi esordi, piano piano (dopo 4 album solisti) entra nella sperimentazione abbandonando la gradevolezza delle prime composizioni.
morgan e l'omaggio a scott walker
Nel 1984 pubblica "Climate of Hunter", album troppo avanti per quel periodo. Non lo compra quasi nessuno. Ma David Bowie e David Sylvian si fanno fotografare con la copertina sotto il braccio. Entrambi dovranno tutto a lui.
Lo ritengono a ragione un genio assoluto. E Bowie gli dedicherà nel 2000 un documentario sulla sua vita artistica.
Per anni entra in depressione e si rinchiude in un monastero.
Nel 1995 esordisce con un nuovo stile in "Tilt". È un disco cupo, sinistro, tormentato. Lui sembra più vicino ai recitativi che non al cantato. Ma gli arrangiamenti sono avanguardia spiazzante e raffinata.
Se David Sylvian è il Paul Gauguin della musica, Scott Walker è il Francis Bacon.
Per capire Scott Walker bisogna seguirlo dagli inizi fino alla trasformazione finale. Ma non tutti lo capiranno. È musica, quella dell' ultimo periodo, ostica, oscura, inquieta.
Io sono felice di averlo omaggiato con tre brani in due miei film: il brano finale di Maledetto il Giorno... ("Stay with me Baby") , e "It's Raining Today" e "After the Lights Go Out" in "Posti in Piedi in Paradiso".
È chiaro che questo post sarà per pochi. Ma se riuscissi a farvelo conoscere sarebbe importante. Abbiamo perso un immenso artista. Che non si è mai piegato alle leggi del mercato ma solo al suo desiderio coraggioso.