Estratto dell’articolo di Nanni Delbecchi per il "Fatto quotidiano"
Benvenuto su Rai Storia a Renzo Arbore, uno che la storia l’ha fatta davvero, vedi la riproposta di Cari amici vicini e lontani (mercoledì, 21.10), la festa per i sessant’anni della radio andata in onda per la prima volta quarant’anni fa, dove è riuscito a far convivere allegria e nostalgia, vicino e lontano. Arbore non si è mai dato pace per la sostituzione dell’indice di gradimento con gli indici di ascolto. Ma davvero i programmi più visti sono quelli più vedibili? In questo inizio di stagione fioccano i flop […]
La Serata Michelangelo di Vittorio Sgarbi su La7 è stata una toppata clamorosa di ascolti, eppure era lo stesso Sgarbi richiestissimo nei talk show per la sua trentennale capacità di assaltare alla giugulare il vicino di sedia. Il guappo da salotto fa ascolti; il critico d’arte, no.
Nella tv commerciale il pubblico non ha sempre ragione, ma non sempre ha torto. Prendiamo il flop di Amadeus sbarcato alla Nove con Chissà chi è: ospite a Che tempo che fa, lui stesso ha provato a spiegarlo. “Me lo aspettavo, ma avevo voglia di sperimentare”. Va bene. Peccato però che l’esperimento sia identico ai Soliti ignoti, come se uno volesse abbandonare la Coca Cola sperimentando la Pepsi Cola.
“Molti non sanno che sono passato alla Nove”, ha detto ancora Amadeus. Strano anche questo, perché invece del passaggio di Fabio Fazio lo hanno saputo subito. Non è una questione di egemonia (far passare Ama come martire della destra è dura), ma di appartenenza. Ci sono i conduttori che fanno i programmi, e i programmi che fanno i conduttori. Senza Fazio il salotto di Fazio non si può fare, ma i game show senza Amadeus si possono fare tali e quali.
L’effetto tale e quale è in agguato anche con La Corrida, mentre la Nove rischia nello spettatore l’effetto labirintite, risultando ora tale e quale a Rai1, ora a Rai3, ora a Canale 5. Il gruppo Discovery è l’unica corrente a muovere la palude dei palinsesti, ma non di soli nomi è fatta una rete generalista. Sapere cosa si vuol fare da grandi è diverso da cosa si vuol fare da ricchi.