Estratto dell'articolo di Marinella Venegoni per la Stampa
La sorte le aveva regalato una voce meravigliosa, una delle più pure e oneste in circolazione negli ultimi 40 anni.
Si dice Sinéad O'Connor e si pensa subito alla struggente Nothing compares 2 U, una specie di marchio di fabbrica che incise nel 1990, capolavoro di Prince: giaceva semisconosciuto e lei lo rese un successo internazionale nel 1990 e per sempre: fino a quando, pochi anni fa, annunciò che non avrebbe più cantato la canzone perché non le dava più stimoli.
Ieri la vecchia ragazza irlandese che tanta ispirazione ha dato e preso dalla musica del suo Paese, misteriosamente come ha spesso vissuto, se n'è andata a 56 anni, e non ci sono per ora notizie sulle cause della morte; l'Irish Times parla di una lunga malattia, un periodo di depressione e di problemi pesanti, psicologici e di salute; aveva retto a fatica il dolore atroce causato su una personalità già debilitata dalla morte del figlio più amato, Shane di 17 anni, trovato morto nel gennaio 2022 dopo esser fuggito dall'ospedale psichiatrico nel quale era ricoverato proprio per tendenze suicide.
Dichiarò che non si sarebbe più esibita dal vivo, ma da tempo la sua vita era precipitata dall'arte alla cronaca. Straziavano le notizie del 2017 nelle quali raccontava la propria solitudine, il vivere nel New Jersey in alberghi sotto falso nome con la sola compagnia del suo psichiatra, al quale (diceva) doveva tutto: «Sono da sola, tutti mi trattano male e sono malata. Le malattie mentali sono come le droghe».
Lascia altri tre figli, Jake, Roisin e Yeshua, di 36, 27 e 16 anni. È stata sposata tre volte, aveva rapporti burrascosi con gli ex mariti e altri amori; brevemente nel primo tour Usa si fidanzò con Anthony Kiedis dei Red Hot Chili Pepper, sposò un quarto marito a Las Vegas e divorziò dopo 18 giorni. Faticosa è stata la breve vita di Sinéad, un vero talento inquieto che non ha cessato di produrre dischi e canzoni quando i fantasmi della sua mente la lasciavano vivere: 10 album, i primi interessantissimi, sperimentali, e le uscite erano un evento. Un personaggio post-punk, rasata e perennemente in nero lungo, in controtendenza alla vita lussuriosa e colorata degli 80. Un bel viso, bellissimi grandi occhi, era una star.
Si imprigionò poco alla volta dentro fissazioni religiose che l'hanno portata a gesti clamorosi, fin da quando nel'92 al Saturday Night Live strappò la foto del Papa dell'epoca, Giovanni Paolo II. In un documentario presentato l'anno scorso al Sundance Festival, raccontava: «Avevo letto un articolo dove si spiegava che le famiglie desiderose di denunciare gli abusi sessuali all'interno della Chiesa, venivano messe a tacere. Ciò che ero stata educata a credere era una bugia. Il lavoro di un artista a volte è di suscitare reazioni a problemi che debbono essere affrontati. Hanno cercato di seppellirmi, non si sono resi conto che io ero un seme».
Era nata a Dublino da una famiglia già problematica, i genitori si erano separati presto, la madre era alcolista e a sua volta soffriva di depressione. Ha un fratello scrittore di successo. Il canto e l'apprendimento della chitarra sembrano subito un sollievo, a soli 14 anni si unisce a un gruppo locale, scrive il suo primo pezzo, Take my hand, che diventa subito un piccolo successo, nel 1984: sarà la strada per il primo contratto discografico.
Esibisce già una forte personalità, si indovinerà presto il suo anticonformismo dalla testa rasata e dalle dichiarazioni provocatorie. Presto diventerà la beniamina di molti ragazzi nel mondo appassionati di cantautorato e alla ricerca di personaggi carismatici. Andrà a vivere a Londra, e il primo album del 1987, The Lion and the Cobra, visionario e sperimentale diventerà un successo in tutto il mondo, con ospite la giovane Enya che recita un pezzo di Bibbia. Inevitabile e a furor di popolo un tour mondiale. Nel '90 prende parte al monumentale concerto The Wall di Roger Waters, che festeggia la caduta del Muro, ma quando arriva a New York minaccia di lasciare il teatro se viene eseguito l'inno nazionale, e Frank Sinatra si arrabbia e minaccia di mandarla dentro a calci nel sedere.
C'è molta attenzione su di lei, che si amplifica con l'uscita di Nothing compares 2U, e proprio in quel periodo strappa in tv la foto del Papa. Segue un'esistenza a dir poco movimentata, con l'industria del disco e dei tour che si fa cauta sulle sue attività. Da parte sua, alterna ritorni sulla scena e confessioni a Oprah Winfrey alla tv Usa dove ammette di essere bipolare in seguito ad abusi in età infantile e di aver tentato il suicidio il giorno del trentatreesimo compleanno.
La religione continua a ossessionarla, nel 2018 annuncia la conversione all'Islam.
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