Silvia Natella per www.leggo.it
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A Storie Italiane parla per la prima volta Greta Gila, la Miss Ungheria arrestata in Italia nel 2019 perché apparentemente in possesso di 10 kg di cocaina e riconosciuta innocente dopo 74 giorni di carcere.
La ragazza è stata scambiata per una narcotrafficante per errore e ora chiede allo Stato italiano un risarcimento di 100mila euro.
«Oggi sono traumatizzata, non riesco a prendere l'aereo e ho smesso di fare la modella. Non sento più fiducia nel prossimo», spiega in collegamento.
Greta Gila a Storie Italiane
«Questo è il motivo per cui non posso più accettare un incarico da modella. Penso che magari non è un lavoro vero e mi vogliono fare del male», aggiunge.
Il tutto, infatti, era cominciato con uno scambio di mail con una pseudo agenzia che le aveva proposto un servizio fotografico a Tokyo passando per l'Italia.
Greta Gila a Storie Italiane, il racconto
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La ragazza è scesa nei dettagli con il suo racconto: «Ho ricevuto un messaggio che riguardava questo servizio fotografico. Volevo cogliere questa opportunità e andare a Tokyo. Sono arrivata in Italia e ho incontrato il titolare, era nervoso.
Non aveva i vestiti e sono salita in camera. Alle undici di sera ha bussato la stilista.
Lei è entrata e quando si è seduta mi sono resa conto che c'era qualcun altro dietro di me, un uomo vestito di nero. Non sapevo cosa fare, mi sono girata, ho guardato la stilista.
Molte persone sono entrate nella stanza, hanno gridato "polizia", mi si è alzata la pressione.
Mi sono seduta sul letto ho cercato di rilassarmi, mi hanno fatto delle domande.
Alcune ore dopo mi hanno detto "sai cosa c'è in quella borsa?". La stilista era arrivata con un bagaglio enorme. Mi hanno detto che mi dovevano fare delle domande e in commissariato mi hanno detto che ero in arresto».
Greta Gila a Storie Italiane, la vicenda
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La costumista del servizio, una donna brasiliana, aveva portato nella valigia 10 kg di cocaina in mezzo ai vestiti ed era stata bloccata in aeroporto.
A quel punto le era stato chiesto di collaborare e di fare la "consegna guidata" con la Guardia di Finanza. Il titolare dell'agenzia aveva lasciato detto alla hall che la brasiliana sarebbe dovuta salire in camera di Greta.
La droga doveva essere consegnata a un complice, il servizio fotografico era lo scudo al traffico di droga. Ovviamente Greta Gila di tutto questo non sapeva nulla.
«Dicevo di non essere colpevole, ma loro dicevano che non potevano lasciarmi andare. Ho vissuto un momento psicologico difficile».
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Greta Gila a Storie Italiane, l'avvocato
L'avvocato italiano che l'ha assistita, Massimiliano Scaringella, è riuscito a farla scarcerare e spiega: «Abbiamo ricostruito la storia con le mail, era tutto documentato. La ragazza, infatti, quella sera era concentrata su possibili avances non gradite e chattava con la famiglia.
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La Procura di Civitavecchia ha accolto la versione alternativa. La costumista è stata arrestata, ma non so che è successo dopo l'archiviazione delle indagini a suo carico.
Il problema è stato entrare troppo presto dopo la consegna guidata e non osservare il suo atteggiamento. Il risarcimento previsto potrebbe essere molto poco e arrivare a quasi 20mila euro, circa 250 euro per ogni giorno speso in cella».
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Greta Gila a Storie Italiane, le tappe
Il 22 marzo 2019, la modella ungherese Greta Gila, che iniziava a essere conosciuta nel mondo della moda e dei concorsi di bellezza, fu arrestata in un albergo di Fiumicino, dove era di passaggio prima di volare a Tokyo per un servizio fotografico, con l’accusa di essere una narcotrafficante.
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Trascorse in carcere a Civitavecchia 74 giorni, poi la misura cautelare fu attenuata: per sei mesi non ebbe però la possibilità di lasciare l’Italia perché era sottoposta all’obbligo di firma, a Roma, in determinati giorni della settimana. Il 10 dicembre 2019 Gila riceve la comunicazione che il giudice per le indagini preliminari di Civitavecchia ha archiviato l’indagine parlando di «infondatezza della notizia di reato» nonostante «le lunghe indagini espletate». In pratica, l’arresto di Greta Gila era stato un errore.
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