Antonio Bravetti Niccolò Carratelli per “la Stampa” - Estratti
Pomezia val bene una diretta. «Tanto agli italiani delle elezioni francesi non frega nulla». La frase, racconta un giornalista di Rainews24, sarebbe in un audio del direttore Paolo Petrecca, pronunciata il 7 luglio, mentre in Francia si votava e mezzo mondo era in attesa del risultato. Lui smentisce categoricamente, «mai pronunciata». Quella sera l'ha passata a Pomezia, litorale romano, con la compagna Alma Manera, ospiti del festival "Città identitarie".
Due giorni prima era lì anche per l'inaugurazione, dal palco ha letto un sonetto in romanesco scritto da lui. È un suo hobby, nessun mistero. Dicono pure che sia bravo.
I rapporti con la redazione, però, sono ai minimi. Comunicati incrociati, giornalisti contro giornalisti. L'aria a Saxa Rubra è pesante e il caso della testata all news ha fatto da detonatore a un malessere latente dentro ai Tg della tv pubblica.
Petrecca martedì ha deferito al Consiglio di disciplina dell'Ordine dei giornalisti il "suo" Cdr, reo di averlo criticato pubblicamente. «Stavolta ha esagerato, la misura è colma», è la frase ricorrente nei corridoi di Rainews, dove si è deciso di mandare un segnale forte, di fatto una sfiducia nei confronti del direttore.
Due terzi dei giornalisti in organico (150 su 222), compresi molti caporedattori, hanno firmato una lettera di sostegno al Cdr, perché «criticare l'operato del direttore rientra nei suoi compiti – si legge – e denunciare il Cdr significa limitare il diritto di critica di ciascuno di noi».
Un concetto ripreso in altro modo nei comunicati di solidarietà arrivati da tutti i Tg regionali, oltre che dai Cdr di Tg3 e Tg2. Non pervenuto il Tg1 guidato da Gian Marco Chiocci, altro uomo di Giorgia Meloni, al pari di Petrecca. Al fianco del direttore c'è Unirai. «Il fronte Pd-M5s e Usigrai sta facendo una battaglia per una poltrona – ribatte il segretario Francesco Palese – una guerra ridicola considerando che si tratta di una casella di compensazione».
La redazione è una polveriera. Qualunque mossa fa attrito. Anche il piano ferie e i nuovi orari estivi, giudicati ingestibili da giornalisti e giornaliste. «The show must go on», ha ribattuto lui. E allora avanti. Prima di partire per Pomezia, domenica, si era raccomandato: spazio a Carlo Verdone, Osho (Federico Palmaroli) e Alma Manera.
C'è finita in mezzo la vicedirettrice Ida Baldi, al comando in quelle ore. Voleva aprire il tg delle 22 con le elezioni francesi, ma proprio in quel momento il regista di "Un sacco bello" si è collegato col festival "Città identitarie" e allora la diretta da Pomezia si è allungata fino a 8 minuti. Baldi si è dimessa, ieri ha incontrato l'amministratore delegato Roberto Sergio e gli ha confermato la sua decisione.
«Sai come lo chiamavamo Petrecca quando era capo del politico di Rainews?», domanda malizioso un redattore. «Groviera, per tutti i buchi che ci faceva prendere»
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