Testo di Andrea Pamparana pubblicato da Dagospia
Coronavirus. Sembra il nome di un fiore esotico. Ed è invece una microscopica bestiolina che ha travolto, come uno tsunami, le nostre città, i nostri paesi, dalla montagna al mare, attraverso le pianure, fin dentro le nostre case.
Non eravamo pronti a tutto questo. Abbiamo cercato di consolarci cantando dalle finestre delle nostre quarantene, ma ora abbiamo paura: perché sul ponte sventola bandiera bianca. La scienza, la nostra nuova religione, affronta la marea come da mille anni: a casa, mascherine, igiene, distanziamento. Il disastro non è solo nelle nostre carni, negli affetti allontanati e talvolta tragicamente perduti.
E’ nel nostro lavoro quotidiano, nel denaro che non c’è o ce n’è troppo poco, e soprattutto del doman non c’è certezza. Temevamo l’Apocalisse nucleare, non uno starnuto del nostro vicino. Ce la faremo? Sì. Perché Darwin ci ha insegnato che non è il più forte che sopravvive ma quello che meglio si adatta. Ed è una lezione che abbiamo imparato da millenni.
Andrea Pamparana