UN LETTORE SCRIVE A “REPUBBLICA” GODENDO PER LA STRONCATURA DEL “CINEPANETTONE” DA PARTE DEL NEW YORK TIMES: “IN ITALIA I 40 ANNI DEL CINEPANETTONE SONO STATI CELEBRATI COME SE I VANZINA E I SUOI ATTORI FOSSERO FRANK CAPRA” - LA RISPOSTA DI MERLO
Lettera di Enrico Vanzina a Dagospia
Caro Francesco,
sono un tuo fan, un tuo ammiratore, ti considero uno dei migliori giornalisti italiani, quindi rispondo ai tuoi insulti “di pancia” con il sommesso garbo di chi s’inchina alla tua intelligenza e alla tua maestria. Certo, è curioso che sia proprio io, quello che da anni considera “Vacanze di Natale” una commedia di costume e non un “cinepanettone” (genere criticabile come altri) a doverti rispondere.
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Anche perché quest’anno si celebrano i quarant’anni di “Vacanze di Natale 1983” e non la saga dei cinepanettoni. Curioso anche il fatto che proprio Repubblica sia stata la prima testata italiana a celebrare “Vacanze di Natale”, nemmeno un mese fa, con addirittura due pagine. E la ringrazio ancora per le belle parole pubblicate.
Evidentemente aveva ragione il NYT quando un mese fa iniziò la distruzione del panettone/dolce dicendo che fa schifo e fa male. A New York questo panettone è diventata una ossessione gastronomica e culturale. Ed evidentemente anche tu, a Natale, devi averne mangiato troppo e ti ha fatto male. Perché nella tua risposta ad una lettrice ossessionata anche lei dal panettone hai francamente esagerato. Sei stato poco elegante, lasciamelo dire.
E l’eleganza è una dote che un grande giornalista come te dovrebbe coltivare. Soprattutto per ragioni di onestà intellettuale, perché fior di intellettuali e di opinion maker appartenenti al tuo mondo non la pensano come te. E questo andrebbe sottolineato. Il livore esagerato mettilo quando scrivi delle brutture della politica, quella post fascista, quella qualunquista, quella corrotta, anche di quella che ti sta a cuore. Qui non si tratta di massimi sistemi, ma di cinema.
Una cosetta che serve quasi a nulla, infatti sta sparendo. Quanto a Cortina, anche io rimpiango quella degli anni 50. Ma è andata così. Tuttavia a me continua a piacere. Per motivi ambientalistici, storici, di memoria, di vicinanza alle sue antiche tradizioni, per Hemingway, Comisso, Montanelli, Biagi. Credimi Francesco, sarò volgare, ma dovendo scegliere tra Cortina e Capalbio scelgo ancora la conca ampezzana. Ti abbraccio con sincero affetto.
Enrico
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