‘’FELLINI ERA UN VAMPIRO CHE TI SUCCHIAVA IL SANGUE” - ANDREA DE CARLO, 66 ANNI E 20 ROMANZI, APRE IL CASSETTO DEI RICORDI: “CALVINO ERA RAGGELANTE DI PERSONA - QUANDO GIRAI IL FILM TRATTO DA “TRENO DI PANNA”, LA PRODUTTRICE CLAUDIA MORI MI AVEVA DETTO: STAI TRANQUILLO, I SOLDI LI ABBIAMO GIÀ FATTI, NON ABBIAMO BISOGNO DI FARNE ALTRI. INVECE, M'IMPOSERO CAROL ALT, CHE ERA BELLA MA NON SAPEVA RECITARE, E TAGLIAVANO SU TUTTO - I MIEI LIBRI VENDONO, PER I CRITICI È UNA COLPA”

-

Condividi questo articolo


Candida Morvillo per il “Corriere della sera”

 

ANDREA DE CARLO ANDREA DE CARLO

Andrea De Carlo, 66 anni, venti romanzi tradotti in 26 lingue, dopo l' ultimo, Una di Luna , uscito un anno fa, non sta scrivendo. Seduto in un bar sotto casa, sui navigli di Milano, dice: «Ogni volta, penso che non scriverò più, che non avrò l' idea giusta o la voglia». Il punto è che fra un libro e l' altro ha bisogno di vivere. A essere precisi «di viaggiare, fotografare, disegnare, suonare la chitarra e l' intera famiglia dei mandolini».

 

Lo sguardo va. «Ho sempre visto gli scrittori che scrivono e basta come topi in gabbia». Trent' anni fa, usciva Due di due , long seller da un milione e mezzo di copie ora rieditato da La nave di Teseo. Era la storia di due amici: Guido, ribelle e anarchico, e Mario, più pacato. «Erano due parti di me», ammette De Carlo. «Mentre scrivevo, sentivo la storia così intima che credevo potesse interessare solo a chi, come me, aveva vissuto il '68 da liceale e provato la stessa estraneità verso la scuola, la famiglia, il mondo».

Andrea De Carlo Andrea De Carlo

 

A distanza di 30 anni, ha prevalso in lei l' anima quieta o inquieta?

«Sono lì tutte e due. La parte riflessiva serve a scrivere, se no, vivi e non racconti. L' altra si è realizzata in esperienze, viaggi».

 

Lei, da ventenne, come Guido nel romanzo, emigrò in Australia e, come il protagonista di «Treno di panna», ha vissuto a New York, suonando, facendo il cameriere. Che razza di cervello in fuga era?

«Cercavo me stesso altrove. E sempre era una migrazione, mai un viaggio».

Italo Calvino Italo Calvino

Da adulto, come il Mario di «Due di Due», ha vissuto in campagna più che a Milano.

«Ho un casale fra i boschi umbri, dove mi viene da sopravvivere col minimo. Lì, scopro di aver bisogno sempre di meno. Per anni, non ho avuto il riscaldamento e ho preso l' acqua da un pozzo che quasi si esauriva d' estate».

 

Come nasce l' idea di diventare scrittore?

«A 11 anni, lessi I tre moschettieri e sentii che il romanzo era la dimensione che volevo abitare. Solo anni dopo, capii che l' unico modo per abitarla per sempre era scrivere».

 

Com' è fatta questa dimensione?

«È un luogo libero da tempo e spazio, in cui hai 11 anni ma ti identifichi con un venticinquenne guascone che sta a Parigi nel '600».

 

A meno di 30 anni, da assistente fotografo di Oliviero Toscani, si ritrovò autore di un libro con la quarta di copertina firmata da Italo Calvino. Come successe?

Andrea De Carlo Andrea De Carlo

«Avevo già nel cassetto due libri che consideravo tentativi. Invece, Treno di panna aveva una voce mia e lo mandai a un po' di case editrici. Mesi e nessuno risponde. Poi, un amico torinese mi fa: hai provato a farlo leggere a Italo Calvino? Mi sembrava follia, ma lui gli lasciò il manoscritto in portineria alla Einaudi. Fu così che ricevetti una sua lettera, ma tanto Calvino era meravigliosamente comunicativo quando scriveva, tanto era raggelante di persona: lo incontrai e disse forse due o tre parole».

 

Fu un esordio acclamato dai critici.

michelangelo antonioni e monica vitti michelangelo antonioni e monica vitti

«Quel consenso mi lasciava interdetto: ero molto polemico verso il poco che sapevo del mondo delle lettere italiano. I miei riferimenti erano Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald, Jack Kerouac e, sul mio stile, influivano fotografia e cinema, soprattutto Robert Altman e Michelangelo Antonioni».

 

Con Antonioni scrisse un film mai uscito...

«Era il seguito di Blow-Up , ambientato a Milano, ma lui morì prima che finissimo».

 

L' incontro con Federico Fellini?

ANDREA DE CARLO ANDREA DE CARLO

«A un premio, a Rimini. Dopo, mi chiamò: aveva letto Uccelli da gabbia e da voliera e me ne parlò con generosità sconvolgente. Gli raccontai che Nanni Moretti voleva i diritti e non glieli avevo dati: mi pareva che non c' entrasse niente col protagonista. Al che, Fellini mi disse che dovevo imparare io a fare il regista e mi nominò suo assistente sul set de E la nave va ».

Federico Fellini Federico Fellini

 

Com' era Fellini visto da vicino?

«Amava avere una corte di cui essere affabulatore. S' inventava le cose, era un gran bugiardo e trasformava tutti in personaggi: era un manipolatore che ti succhiava il sangue. Ho incontrato molti zombie di Fellini».

 

Perché zombie?

«Persone che esaltava al punto che, quando il suo interesse li abbandonava, di loro non restava più niente. Io stesso ero conscio del rischio di finire vampirizzato. Infatti non scrissi mai il libro che Fellini voleva facessi su di lui».

Gustavo Adolfo Rol e Federico Fellini Gustavo Adolfo Rol e Federico Fellini

 

Avventure comuni con maghi e affini?

«L' ho accompagnato da fattucchiere di infimo livello e, a Torino, da Gustavo Rol. Era un luglio caldissimo, Rol era glaciale: percepiva la mia diffidenza. Poggiò un quadro vuoto accanto a una lampada, che accese, e uscì dalla stanza. La tela iniziò a riempirsi di fiori. Sere dopo, a una cena, Fellini racconta del quadro e Piero Angela spiega che era dipinto con una vernice fotosensibile. Fellini andò via ripetendo: quel Piero Angela, che sia maledetto per sempre!».

 

Qual è la vera storia del viaggio di cui lei scrisse in «Yucatan»?

Andrea De Carlo Andrea De Carlo

«Tanti che non c' erano raccontano cose che non ho mai visto. Fellini voleva fare un film su Carlos Castaneda e le sue origini misteriose. Arriviamo a Los Angeles e vedo quest' uomo senza età, capelli corvini, un bastone che chiamava "la mia bacchetta magica". Dovevamo andare insieme nel New Mexico, ma Castaneda iniziò a ricevere messaggi minatori da cosiddetti "messicani" e sparì. Partimmo noi, ma ci ritrovammo inseguiti dalle telefonate dei messicani nei luoghi più sperduti e da biglietti bruciacchiati che dicevano: volete entrare nel giardino sbagliato. Fu un percorso esoterico impossibile da decifrare. Abbandonato il progetto, dissi a Fellini che sarebbe stato bello scriverci su un romanzo. E lui: Andreino, è una grande idea. Invece, considerava sua la storia: fu l' inizio della fine della nostra amicizia».

claudia mori claudia mori

 

Dopo, lei si sperimentò alla regia.

«Quando girai il film tratto da Treno di panna , sbagliai tutto quello che potevo sbagliare.

Mi trovai prigioniero di ragioni economiche e commerciali, eppure, la produttrice Claudia Mori mi aveva detto: stai tranquillo, i soldi li abbiamo già fatti, non abbiamo bisogno di farne altri. Invece, m' imposero Carol Alt, che era bella ma non sapeva recitare, e tagliavano su tutto. Ricordo le risse: appesi al muro il produttore Luciano Luna, gli saltarono i bottoni della camicia. Lì capii la libertà del romanziere, che spazia come vuole. Peccato: del film, mi piace che sia un lavoro collettivo, mentre la solitudine dello scrittore è anche sofferenza».

 

Cosa fa male della solitudine da scrittore?

ANDREA DE CARLO ANDREA DE CARLO

«Io devo arrivare al punto in cui mi dimentico dove sono. È un processo quasi medianico di abbandono del corpo».

 

Com' è passato da giovane autore amato dai critici a uno che ha detto «vendo troppo, per i critici sono troppo commerciale»?

«Nell' 84, presentai Macno da Pippo Baudo. Non si era mai visto uno scrittore nella tv nazionalpopolare. Vendetti 50 mila copie e fu la svolta: iniziai a vivere del mio lavoro, concetto fino ad allora improbabile. All' inizio, il celebre agente Erich Linder mi aveva chiesto: che lavoro fa? E io: scrivo. E lui: vivere di scrittura è impossibile, si trovi un lavoro. Dopo, ricordo i miei "porca miseria" e la rabbiosa convinzione che invece fosse possibile. Comunque, con Macno , arriva la presa di distanza dei critici, che hanno un riflesso condizionato con chi vende, chi è prolifico o scrive di sentimenti».

 

Lei ha tutti e tre i difetti.

Andrea De Carlo Andrea De Carlo

«Dunque, sono meno nobile di altri. Ma l' ho metabolizzata. Dieci anni fa, mi sono anche dimesso dalla giuria dello Strega, denunciando le pressioni degli editori sui giurati. Consapevole che non avrei più vinto quel premio».

 

Quanto conta l' amore nella sua vita?

eleonora giorgi eleonora giorgi

«È fondamentale in tutte le sue forme, come uomo, come padre, come amico».

 

È stato considerato un sex symbol: fan impazzite, titoli tipo: piace come una rockstar.

«Anche lì... C' è l' idea che lo scrittore sia un triste topastro chiuso nella sua stanza, ma per Hemingway, Fitzgerald, Dumas non era così».

 

Con Eleonora Giorgi entrò pure nel mirino dei paparazzi.

«Lei era abituata. Per me, trovarli al supermercato era una violazione intollerabile».

 

Ora, ha una compagna?

«Sì, e non sono cose di cui riesco a parlare».

 

Andrea De Carlo Andrea De Carlo

Si è pentito dei riferimenti alla storia con l' arpista Cecilia Chailly in «Arco d' amore»?

«Forse passai un po' il confine fra vita privata e letteraria. Ma, di base, nella scrittura, credo nel dovere dell' autenticità».

 

Ha una figlia trentenne, che padre è?

«Vorrei essere un padre-amico, invece viene il momento in cui devi assumerti la responsabilità di dire cose scomode o intransigenti».

 

Un bilancio di vita?

«Sono contento di quello che ho alle spalle, ma so di non essere giunto all' illuminazione».

 

L' illuminazione è un' ambizione?

«Lo sarebbe. Per ora, mi accontento di lampi di luce».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - NEI CORRIDOI DI VIALE MAZZINI VIENE DATA PER CERTA SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI IN VIRTÙ DEL PRONTO SOCCORSO M5S, IN CAMBIO DEL TG3 - MA IL DO UT DES, DEFINITIVA LAPIDE PER EVENTUALI ALLEANZE COL PD, NON SARÀ IMMINENTE: PRIMA DELL’ASSEMBLEA COSTITUENTE DI FINE NOVEMBRE, C'E' IL VOTO DEL 17 PROSSIMO PER LA REGIONE UMBRIA - SE I GRILLINI PURI E DURI NOSTALGICI DI BEPPE-MAO, DISERTASSERO LE URNE, COME È SUCCESSO IN LIGURIA, RIUSCIREBBE CONTE A SOPRAVVIVERE ALL'ENNESINO BRUCIANTE TRACOLLO ELETTORALE A POCHI GIORNI DALLA COSTITUENTE? AH, SAPERLO...

DAGOREPORT – FIATO AI TROMBONI! IL 6 E IL 7 NOVEMBRE ANDRÀ IN SCENA A ROMA UN GROTTESCO SPETTACOLO DI ITALICA IPOCRISIA: GLI STATI GENERALI DELLA RAI, DUE GIORNI PER DISCUTERE ‘’COME TENERE LA POLITICA FUORI DALLA RAI’’ (SEMBRA CROZZA MA È COSÌ…) - A CHE SERVE TALE GIGANTESCA PRESA PER IL CULO CHE VEDRÀ OSPITI LA RUSSA, GIULI, VESPA, FLORIS, GRASSO, TRAVAGLIO, SECHI, SCHLEIN, SALVINI, URSO, TAJANI, ETC., VOLUTA DALLA CURVACEA PRESIDENTE DELLA VIGILANZA RAI, LA 5STELLE BARBARA FLORIDIA? - NON È UN MISTERO L’OBIETTIVO DI CONTE DI ACCAPARRARSI IL TG3 IN CAMBIO DEL VOTO A FAVORE DEL CARTONATO DI GIANNA LETTA, SIMONA AGNES, IN TREPIDA ATTESA DELLA PRESIDENZA RAI - MA CONTE SI RITROVA I NEURONI DIVISI TRA GOFFREDO BETTINI E MARCO TRAVAGLIO, MENTRE BEPPE GRILLO LO ASPETTA AL VARCO DELLA COSTITUENTE (MUOIA M5S CON TUTTI I FILISTEI) - LA PRECISAZIONE DELLA FLORIDIA...

DAGOREPORT – PERCHÉ ENRICO PAZZALI, NONOSTANTE UN RAPPORTO DI “AMICIZIA DI VECCHIA DATA” CON IGNAZIO LA RUSSA, HA CERCATO NOTIZIE "SULLA SITUAZIONE IMMOBILIARE E LE PARTECIPAZIONI SOCIETARIE" DEL PRESIDENTE DEL SENATO E I SUOI FIGLI? A FAR RIZZARE PELI E CAPELLI, È LA DATA DELL'ILLECITA OPERAZIONE: 19 MAGGIO 2023. VALE A DIRE: IL GIORNO DOPO LA NOTTE IN CUI IL FIGLIO DI ‘GNAZIO, LEONARDO APACHE, AVREBBE STUPRATO (SECONDO L’ACCUSA DELLA PRESUNTA VITTIMA) UNA RAGAZZA. MA IL 19 MAGGIO 2023 NESSUNO SAPEVA QUELLO CHE ERA AVVENUTO: SOLO 40 GIORNI DOPO LA RAGAZZA PRESENTA UNA QUERELA. IL 3 LUGLIO LA PROCURA DI MILANO APRE UN FASCICOLO. IL 7 LUGLIO IL "CORRIERE" PUBBLICA LA NOTIZIA - QUALCUNO VOCIFERA CHE DI MEZZO POTREBBE ESSERCI L’ASPRA BATTAGLIA TRA LEGA E FDI, TRA SALVINI-FONTANA E LA RUSSA-SANTACHE' PER LA CONQUISTA DELLA SANITA' LOMBARDA. ALTRI SONO PER LA TESI DELL'ESTORSIONE: MA PER 'GNAZIO ''NON SI TRATTA DI COINCIDENZE" - CHE C’ENTRA UN PREFETTO A CAPO DELLA CYBERSECURITY NAZIONALE? CHIEDETELO A MANTOVANO...

DAGOREPORT - VIVA IL POPOLO, A MORTE I CONTI! IL GOVERNO DUCIONI, NEL SUO CONTINUO TENTATIVO DI STRAVOLGERE L’ASSETTO COSTITUZIONALE, HA PUNTATO ORA LA CORTE DEI CONTI, OVVERO I MAGISTRATI CHE HANNO COME COMPITO PRIMARIO IL CONTROLLO DEI CONTI DEL PAESE – C’È GRANDISSIMA PREOCCUPAZIONE TRA I MAGISTRATI DELLA CORTE PER LA RIFORMA CHE PASSA CON IL NOME DI DDL FOTI, CHE SVUOTA LE FUNZIONI DELLA CORTE - LA DUCETTA NON SI FERMA. E INIZIA UN ALTRO ATTACCO ALLA MAGISTRATURA. CHE COSA FARÀ IL PRESIDENTE MATTARELLA?

DAGOREPORT - LA SCONFITTA IN LIGURIA CONTE PUÒ TATUARSELA SULLA COSCIENZA. UN GIOCO AL MASSACRO, QUELLO DEL M5S, CHE SI TRASFORMA IN FARSA, VISTO CHE ITALIA VIVA, ESCLUSA CON IGNOMINIA DALL’ALLEANZA ELETTORALE IN LIGURIA, SARÀ PRESENTE A SUPPORTO DEL CAMPOLARGO SIA IN UMBRIA CHE IN EMILIA ROMAGNA – LA FORZA CHE MANCHERA’ SEMPRE ALLA SINISTRA SI CHIAMA “FATTORE BERLUSCONI”. OVVERO: PUR NELLA TOTALE DIVERSITÀ DI IDEE, NEL MOMENTO DECISIVO FORZA ITALIA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SI UNISCONO PER INCASSARE LA CUCCAGNA DEL POTERE - LA SOLITA PARACULAGGINE CON CUI GIORGIA MELONI HA PROVATO A GIUSTIFICARE LA PERDITA DI QUASI 100MILA VOTI RISPETTO ALLE EUROPEE - LA LEZIONE PIÙ EVIDENTE DEL VOTO LIGURE È CHE IL PD, CHE ELLY VUOLE FAR TORNARE UN PARTITO DI SINISTRA, SENZA UN SOLIDO ALLEATO DI CENTRO VA A SBATTERE - SE IL GOVERNO DUCIONI PORTA A CASA IL 3 A 0...