Da I Lunatici Radio2 https://www.raiplayradio.it/programmi/ilunatici/
Paolo Bonolis è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì dalla mezzanotte e trenta alle sei del mattino.
Il popolare conduttore televisivo è tornato a parlare del suo libro "Perché parlavo da solo": "Sono appunti sui miei pensieri, pensieri che ho sviluppato nel corso degli anni, che poi sono stati implementati. E' un libro che parla di tante cose, pensieri di un uomo di 58 anni sulla vita, sulla famiglia, sull'amore, sul sesso, sulla morte, sulla felicità, sui sogni. Si parla di tanti argomenti. E' un libro che ho voluto scrivere per piacere personale, per poterlo lasciare ai miei figli e per poter dare, visto che tutti i miei diritti su questo libro andranno al Cers, un ulteriore contributo a questa onlus con la quale collaboro da tanti anni.
C'è un capitolo che si chiama 'Sti cazzi'? E' la filosofia romana. Il concetto di 'sti cazzi', io che sono nato e vissuto sempre a Roma, lo ritengo un concetto filosofico in grado di salvare il romano dalle preoccupazioni della sua vita quotidiana. Lo salva dalla preoccupazione ma non risolve il problema. Il romano si dà da fare per risolvere il problema, quando non ci riesce, si rifugia nella filosofia 'sti cazzi'".
Sugli esordi in tv: "Ho esordito su Rai1. Ho cominciato a lavorare a 19 anni. Fu una circostanza particolare, studiavo all'università, facevo scienze politiche, volevo fare tutt'altro, volevo fare il diplomatico. Ho accompagnato una persona, dopo un po' mi hanno cercato e mi hanno affidato una coconduzione. Ho iniziato così. Poi mi è piaciuto, ho continuato, mi pagavano, cosa irreale per un ragazzo di neanche 20 anni. E' iniziato tutto così".
Su Tira e Molla: "Ha cambiato la logica del gioco a premi. Erano quasi tutti uguali, facevano la domanda e si aspettava la risposta. Guardandoli, mi dicevo 'ammazza che palle'. Io invece volevo ci fosse un po' di irriverenza, un gioco deve essere divertente da vedersi, non può essere solo figlio di capire se il concorrente sa la risposta. La telefonata con i fratelli a Tira e Molla? Quella è passata la storia! Andarono effettivamente in onda dodici minuti, ma quella telefonata durò una quarantina di minuti. Eravamo nel surrealismo assoluto".
Sul cinismo: "Il cinismo è come il colesterolo. C'è quello buono e c'è quello cattivo. Quello cattivo ti porta all'indifferenza. Quello buono ti porta alla leggerezza. Prendiamo le cose senza dover camminare sempre sulle uova, come vorrebbe invece il politicamente corretto. Questo ci fa essere più allegri e sereni".
Sulla sua carriera: "Dopo 40 anni di carriera, anche la cosa più piacevole diventa consuetudinaria. Prima la televisione aveva un sapore pionieristico, ci si divertiva ad inventarsi cose nuove, ora si fa più fatica. A differenza dei primi tempi, ora sono tremendamente cauti. Se non addirittura indifferenti alle novità. Quando fai un prodotto nuovo, si chiedono sempre 'e se poi non funziona?"
Sulla sua parentesi da attore in 'Commedia Sexy': "Io non sono un attore, lo feci perché mi massacrarono e alla fine accettai. Mi piace molto il cinema, ma non l'avevo mai fatto. Però lo avevo premesso, qualunque ruolo mi avessero dato, così lo avrei interpretato. Non sono capace. Il cinema è un po' inquietante, non c'è un ordine temporale di lavoro, a questo non ero preparato".
Sul festival di Sanremo: "Nel farlo, sia nel 2005 che nel 2009, mi sono divertito molto. Bisogna essere se stessi e sapersi divertire. E' bello poi se puoi essere non solo conduttore ma anche direttore artistico".
Sulla sua Inter: "Abbiamo perso due punti contro la Roma. La Roma ad inizio partita ha fatto all'Inter gli stessi regali fatti alla Juventus. Solo che i bianconeri sono stati in grado di approfittarne, noi no. Poi c'è la Lazio, una bella piaga. Gioca bene e le va tutto nel migliore dei modi. La Juventus ha una rosa pazzesca, alla fine le partite le risolve. Noi facciamo il nostro, Conte sta facendo un grande lavoro, se riusciamo a limitare il numero di infortuni e di squalificati possiamo giocarcela. Con l'Atalanta l'abbiamo scampata. E' un bel campionato, almeno non c'è una squadra con dieci punti di distacco dopo dieci partite".
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