Massimiliano Parente per www.ilgiornale.it
Questa mattina mi è venuta un'idea ma ero indeciso. Volevo affrontare il discorso del reddito di cittadinanza, ossia di chi chiede uno stipendio perché non ha un lavoro. Oppure volevo affrontare un discorso su cosa farò quando non potrò più fare lo scrittore, visto che non so fare niente se non scrivere. Così ho deciso di parlare delle donne, per unire i due discorsi. Prendiamo a esempio Twitch. Non so se sapete cos'è Twitch. Twitch è la piattaforma di streaming di videogame di Amazon. Su Twitch potete seguire i vostri streamer preferiti, nel mio caso seguo Velox, Gabbo, Power, RampageInTheBox, e altri che non sto a elencare.
Twitch funziona così: più ti vedono, più guadagni. E inoltre guadagni con le sub, ossia le iscrizioni al canale degli utenti che vogliono supportare economicamente il loro streamer preferito. Cosa che è stata criticata da Le iene (attaccando Cicciogamer) e non si capisce perché: in un mondo che vuole tutto gratis, è bello che si decida di pagare per appoggiare qualcuno che fa qualcosa che ci piace, e spontaneamente, perché potete vederli lo stesso gratis, con le pubblicità.
Insomma, l'altro giorno ragionavo sul fatto che di donne brave a giocare come i suddetti citati ce ne sono zero. Se Amazon per assurdo mettesse le quote rosa su Twitch, avremmo delle donne scontente di tenere un pad in mano, e oltretutto incapaci di farlo. Non per colpa loro, semplicemente perché non gli piace, come è giusto che sia. Sono brave a fare altro, non certo a giocare a Call of Duty.
Tuttavia Twitch è pieno di donne. Ma la maggior parte non streammano videgiochi. Avete capito bene, su una piattaforma di streaming di videogiochi non streammano videogiochi. E allora cosa streammano? Di tutto, senza superare la soglia del lecito consentito da Twitch ma avvicinandosi molto. Faccio qualche esempio: Lucy Lein è una ragazza italiana che in live per dieci dollari ti lecca le orecchie, sussurrando con voce sensuale.
Non che ti lecchi le orecchie davvero, lecca due microfoni a forma di orecchie e tu in cuffia senti il suono della sua lingua in stereo. Capelli rossi, scollatura con triplo push up, e centinaia di follower dai nomi improbabili tipo Nutellino67 o ErTrivella92 che in chat fanno commenti tipo «che due bocce che hai», «ti togli anche le calze?». Comunque di leccatrici di orecchie ne trovate quante ne volete, in ogni lingua.
Ieri sono andato a vedermene qualche decina, anche non italiane, e non solo leccatrici di orecchie. C'era Sweet Anita, ragazza carina ma inquietante, ogni 5 secondi fischia, fa uno strano verso con la bocca, mostra il dito medio, strizza l'occhio, e ci ho messo un po' a capire perché. Ha la sindrome di Tourette. Collegati in live con lei 4mila follower. Che significa un bel po' di soldi. Però forse è giusto, d'altra parte dopo l'Asperger di Greta Thunberg avere una sindrome è fico.
Ce ne sono decine che fanno Pole Dance, vestite il minimo per non essere bannate, altre che fanno «just chatting», ossia un cazzo, rispondono solo alle domande, come Amouranth, il cui titolo dello streaming dice tutto: «Ask me anything», e la gente sta lì sotto a farle domande. Soprattutto sul seno anche lì superpushappato. C'è chi cucina non si capisce bene cosa, l'importante è che sia rigorosamente in minigonna. C'è pure la pornostar Valentina Nappi, che per la verità gioca, a giochi ridicoli per cerebrolesi ma gioca, solo che i follower nella chat vogliono parlare di sesso. Lei talvolta risponde infastidita, e chissà perché, per cosa crede che la seguano?
Morale della favola, per tornare al discorso iniziale, sul reddito di cittadinanza e il femminismo e tutte queste scappate di casa in casa che però sono riuscite a trovare il modo di fare soldi senza alzare il sedere dal divano. Se non potessi più fare lo scrittore, l'unica cosa che potrei fare è mettermi a guadagnare su Twitch, ma non essendo bravo a giocare come Velox, Gabbo, Power e compagnia bella, e avendo 49 anni, non potrei streammare i miei gameplay, sembrerei Fantozzi. Ma non potrei neppure, appellandomi a un principio di pari opportunità, guadagnare non facendo niente e fissando lo schermo, perché non ho le tette.