Claudio Marincola per “Il Messaggero”
Andrea Vianello Luigi Gubitosi Angelo Teodoli Giancarlo Leone
«Floris cacciato da Renzi? Stiamo scherzando? Matteo è stato il primo a dire concretamente che la politica deve uscire dalla Rai. Faccio osservare che da quando è arrivato non ha cambiato nessun direttore». Il primo a insorgere per capire come sia stato possibile lasciarsi sfuggire «uno dei migliori conduttori del servizio pubblico» è stato Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza. Di lui si dice che sia più renziano dello stesso Renzi.
LA TRATTATIVA
GIOVANNI FLORIS E LUIGI GUBITOSI
L’idea che il Rottamatore o chi per lui abbia tagliato la testa al conduttore di Ballarò fa infuriare Anzaldi. Che attacca: «É un fatto grave, vuol dire che la trattativa è stata mal gestita, maldestra, discutibile, Ballarò è la trasmissione di punta della Rai in prima serata, con picchi di ascolto che hanno portato RaiTre a vincere la serata. Non si capisce come sono andate le cose».
ENRICO MENTANA E MICHELE SANTORO presentazione libro Walter Molino
L’addio di Floris è l’ultimo di una lunga serie. Alla Sette si rischia ormai l’overbooking: Mentana, Santoro, Gruber, Formigli, Paragone, Sottile e Merlino. Elenco a cui se ne aggiungono tanti altri, da Giovanni Minoli, finito a Radio24, a Paolo Ruffini, neo direttore di Sat2000, la Tivvù dei vescovi. Il rischio è che i taglio di 150 milioni imposto dalla spending review e la scelta obbligata di quotare in Borsa Raiway renda sempre meno competitiva l’azienda. I privati ormai fanno shopping. «É un altro pezzo di servizio pubblico che se ne va - protesta l’Usigrai, il sindacato interno dei giornalisti Rai - viale Mazzini ha il dovere di spiegare con trasparenza perché non è riuscita a trattenere un professionista come Giovanni Floris».
MICHELE ANZALDI Corrado Formigli
L’ALTRO EDITTO
L’ex direttore generale della Rai Flavio Cattaneo non esita a definire l’uscita di Floris «un brutto colpo» per la Rai e un «gran colpo per chi riuscirà ad averlo in squadra». Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato ed ex ministro della Comunicazione ai tempi di Berlusconi può finalmente togliersi un sassolino dalle scarpe e chiedere: «C’è un editto di Renzi sul conduttore di Ballarò?».
Di «motivi economici» parla la deputata pd Lorenza Bonaccorsi, dispiaciuta per l’«addio del conduttore» ma al tempo stesso convinta che «porre limiti agli ingaggi appare opportuno». Va controcorrente anche Antonio Verro, consigliere Rai in quota FI, quando dice che «Floris è un ottimo professionista» e aggiunge che « la vicenda risponde a logiche di mercato», «logiche che la Rai ha fatto bene a non seguire».
A Verro certi addii in realtà non dispiacciono. E neanche i ritorni «di gente che, andata via negli anni passati, come Santoro a Ruffini». «Sarò un inguaribile romantico - conclude Verro - ma la Rai dal mio punto di vista è una vocazione che vale per sempre». Provi a spiegarlo a Floris.