Maurizio Caverzan per la Verità
Mara Maionchi si aggira per il teatro Linear Ciak di Milano con un' Italia d' oro appesa al collo. «Le piace? Siamo italiani, no? Io sì», ridacchia. «Non dobbiamo star sempre lì a incensare inglesi e tedeschi».
L' undicesima edizione macina record di X Factor è finalmente entrata nel vivo con la prima serata live e, oltre alla curiosità di vedere chi vincerà, c' è quella di seguire il ritorno in giuria della più politicamente scorretta tra i giudici.
Pronti via, dopo le esibizioni dei primi due concorrenti subito scintille tra lei e Manuel Agnelli. Il casus belli è stata la scelta di un brano di Jacques Brel, considerato troppo classico per un concorrente di Mara. «È più facile far casino sui tavoli piuttosto che cantare un amore finito. Io di casino sui tavoli ne ho già visto a strafottere», ha replicato lei, criticando a sua volta la performance di un gruppo di Agnelli.
levante, mara maionchi e manuel agnelli
Settantasei anni, un matrimonio che resiste da 40, parecchie battaglie vinte nel curriculum, compreso un tumore al seno, Maionchi si diverte ancora come ne avesse 25. E anche il pubblico mostra di apprezzare i suoi giudizi senza peli sulla lingua.
Signora, con Agnelli si profila un bel match. Vediamo se è diplomatica o è Mara Maionchi: tra i suoi colleghi giudici con chi ha più feeling?
«Non sono diplomatica, sono sincera: mi sono simpatici tutti. Si possono avere discussioni e opinioni diverse, continuando a restarsi simpatici e a stimarsi. Sono tre persone gentili, Fedez è dolce, sa che ho un problema al ginocchio e mi dà una mano, Levante è un amore, Agnelli correttissimo.
Le discussioni ci possono stare. Anzi: fortuna che ci sono, altrimenti sarebbe un mortorio. Le idee degli altri le rispetto, perché può essere benissimo che io non abbia capito.
Non ho certezze e quelle che ho possono cambiare. Poi tutti sanno come sono fatta e i difetti che ho».
Le chiedevo un fatto di pelle, di feeling con loro.
«Ma no, guardi, alla mia età ho poca pelle».
Più che ribelle si definisce controcorrente.
«Sì, mi piacerebbe esserlo.
Gli anticipatori sono sempre un po' controcorrente. Ma non voglio sembrare presuntuosa».
E qual è la corrente contro la quale va?
«Il già sentito, il già visto. Che non vuol dire la tradizione. Della quale, anzi, dobbiamo tener conto perché è la nostra storia».
E quindi, la corrente da contrastare?
«È l' inutilità. Le canzoni che non danno problemi, che non raccontano storie, che non riescono a provocare discussioni, contestazioni».
Cosa l' ha fatta tornare giudice di un talent?
«La mia storia. La voglia di provare a vedere se sono fuori gioco o no. Sono qui perché sono da quarant' anni nella musica. Quando nacque X Factor in Italia, Giorgio Gori, allora capo di Magnolia, scelse me e Morgan. Direi che è andata bene».
È giudice di un talent, ma predica lavoro e lavoro.
«Senza lavoro il talento resta inespresso, non cresce, non si sviluppa. Ci vuole il lavoro affinché il talento si esprima al 100 per cento. Poi ci vuole anche la fortuna, l' occasione giusta Ma se quando ti si presenta non ti fai trovare pronto perché non hai lavorato, puoi perdere il treno».
Facciamo un esempio?
«I Beatles il talento ce l' avevano. Ma credo che a loro siano molto serviti gli anni passati in Germania a suonare nei locali, prima di sfondare».
Lo sport è pieno di talenti non completamente realizzati per mancanza di applicazione: Mario Balotelli nel calcio, Fabio Fognini nel tennis Nella musica?
«Il primo che mi viene in mente è Piero Ciampi, un grande autore, un poeta. Che aveva problemi con l' alcol e non ha lasciato il ricordo che avrebbe potuto lasciare».
Quindi, fra talento e lavoro?
«Ci vogliono entrambi. Credo che, alla fine, i vincenti siano gli incassatori, quelli che rinascono dalle sconfitte. Quelli che resistono alle avversità si rinforzano e hanno più possibilità di vincere».
Qual è la sconfitta più cocente che ha patito?
«Quando fai il discografico e devi far uscire un lavoro nuovo devi superare mille difficoltà. Il primo disco di Tiziano Ferro, nel 2001, io e mio marito l' avevamo offerto a tante etichette, multinazionali importanti. Ci avevano detto tutte di no. Noi eravamo convinti, ma non riuscivamo a imporlo. Alla fine la Emi lo prese, ma eravamo disperati, era l' ultimo tentativo. Le cito questo caso, ma potrei citargliene molti altri».
Anche a X Factor vincono gli incassatori? Alcuni di loro non hanno proprio sfondato.
«Nella vita è più facile fare errori che cose giuste. Si sbaglia, anche con la fissa di cantare in inglese. Però, va bene sono esseri umani anche i talenti. Non sempre si ha la pazienza giusta».
L' abbiamo vista commuoversi, sotto la scorza...
«Io faccio tutto, piango, m' incazzo, dico le parolacce. Sono una borghese maleducata Mia madre mi rimproverava, lei tratteneva tutte le emozioni. Io da vecchia non ho ancora imparato».
Qual è la sua musica preferita?
«Il rock, tutto il rock. E il pop, che significa popolare».
Se dovesse dire qualche nome?
«Lucio Battisti, con il quale ho lavorato cinque anni, un autore che ha dato la svolta alla canzone italiana. Poi Mina, certo: indiscutibile. Anche Tiziano Ferro mi piace».
Questi sono tutti pop.
Qualche nome rock, anche fuori dall' Italia?
«Ma fuori dall' Italia è un mare, un oceano. Mi fa fare uno sforzo di memoria perché la lista è lunga. Dai Deep Purple ai Pink Floyd, dai Led Zeppelin agli Acdc, potrei andare avanti. In Italia Vasco è il primo, rock e pop. I primi due dischi dei Litfiba erano ottimo rock.
Andando indietro gli Area, da cui è nato il progressive, seguito anche da Agnelli. Il rock è anche un modo di vivere». Torniamo alle sue scoperte. Tiziano Ferro lo cita sempre, come Gianna Nannini«Perché sono due con i quali ho lavorato».
Ferro e la Nannini: un feeling particolare con gli omosessuali?
«Ah ah ah non ci avevo pensato. Pura combinazione.
Ho lavorato alla costruzione di un percorso artistico».
Chi sono i geni della musica italiana?
«Giancarlo Bigazzi, Mogol, Ennio Morricone che faceva l' arrangiatore alla Rca, Sergio Endrigo».
I cantautori non sembrano la sua tazza di tè.
«Non è vero. Francesco de Gregori, Lucio Dalla, Fabrizio de André, altro che!».
Lei è severa o solo burbera?
«Vorrei essere severa, ma non sempre ci riesco. Invece, credo che una certa severità all' inglese, stavolta sì, possa servire. Con i ragazzi spingo su questo tasto per capire di che cosa hanno davvero bisogno. Anche se ho 44 anni di discografia sulle spalle, a volte sono spaventata perché quando si lavora per gli altri un tuo errore lo possono pagare loro».
Parliamo della sua vita. Ha sposato un uomo di dieci anni più giovane.
«Alberto Salerno. Un autore di musica, un paroliere che ha scritto tanti successi».
Una sua nonna invece si separò dal marito all' inizio del Novecento.
«Siamo donne un po' ribelli. Diciamo che la mia era una famiglia matriarcale».
Ha definito il matrimonio una rottura di coglioni.
«Volevo dire che a volte devi adattarti, essere tollerante».
Il suo regge, nonostante«Vale la pena salvarlo sempre. A meno che non ci siano cose gravi. Il matrimonio è fondamentale».
Anche se si è traditi?
«Sa quanti amici e colleghi mi hanno tradito? Non si può lasciare un marito per la sciocchezza di una sera. Ci vuole un po' di pazienza. Ecco, insieme agli incassatori i vincitori sono anche le persone pazienti. Le persone miti, anche se io non lo sono molto».
Non si deve confondere mitezza con mancanza di schiettezza.
«Esatto. Per dire, san Francesco non si tirò indietro quando c' era da dire al Papa che qualcosa non andava».
Questo Papa le piace?
«Mi piace perché sta facendo un tentativo di cambiare certe cose in Vaticano che era importante cambiare».
Nell' ambiente dello spettacolo se ne vedono di tutti i colori, quanto a matrimonio e famiglia.
«E mi dispiace. La famiglia è troppo importante. E non sono bacchettona. Posso presentarle mia figlia?».
È un piacere Anche sui figli: oggi li si vogliono a tutti i costi o anche non li si vogliono a tutti i costi.
«È vero. Quello che si vede è troppo».
Signora Maionchi, possiamo parlare del tumore?
«È stata una brutta botta.
Ho sempre fatto regolarmente gli esami. Tre anni fa il mio medico mi ha detto che c' era qualcosa che non andava. Si pensa sempre di essere immuni, invece stavolta era toccato a me. Fortunatamente i linfonodi erano sani. Ho fatto la radioterapia, non mi sono scoraggiata. Magari a una donna più giovane va peggio perché il male cammina più velocemente. Ho fatto i controlli di recente e va tutto bene».
Ho letto che dice il rosario tutti i giorni: è vero o è una boutade?
«È vero, mi piace. È come un mantra. Per 20 minuti mi allontano dal mondo dei viventi e apro un altro canale di comunicazione».
È superstiziosa?
«No, fatalista sì. Quando sarà il mio momento, arriverà».
È credente?
«Sì. Anche se non frequento il fan club perché non sempre mi ha soddisfatto».
Quand' era più giovane o di recente?
«Quand' ero più giovane. Però, adesso quello che conta di più è che sono credente».
Le piace molto stare con i giovani. Si vede che è a suo agio, senza maternalismi
«Mi piace perché sono freschi, immediati, non costruiti. Anche nelle stupidaggini.
Non ho retropensieri. Mi piace anche quando mi mandano a dar via il culo. Spesso hanno ragione».
Chi è la persona da cui ha avuto di più?
«Mio marito, anche se abbiamo passato la vita a litigare. Ma nel litigio abbiamo scoperto delle cose di noi che non conoscevamo».
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