Marco Leardi per "www.davidemaggio.it"
Mare profumo Di Mare. Ma non in questo caso. Alcune parole pronunciate ieri dal nuovo direttore di Rai3, infatti, emanavano un altro sentore: quello del paradosso. Chiamato a rispondere della propria decisione di silurare Salvo Sottile dalla conduzione di Mi manda Raitre, durante l’evento di presentazione dei palinsesti 2020/2021 di Viale Mazzini il giornalista ha addotto una giustificazione che ci ha poco convinti.
“Mi Manda Raitre è nato anni fa con l’esigenza di trovare una figura che rappresentasse i cittadini che si sentono violati dal potere. Ed è sempre stata una figura interna, tipo difensore civico. Questa trasmissione è naturalmente vocata al servizio pubblico e, a mio pallido giudizio, deve essere condotta da un giornalista del servizio pubblico, interno al servizio pubblico, per rispondere ad un’esigenza di valorizzazione. Ho sostituito Salvo Sottile con due valentissimi giornalisti che meritavano un’occasione“
ha affermato Di Mare, motivando la propria decisione con la volontà di valorizzare le beneamate risorse interne. Un proponimento, questo, sul quale però il giornalista è caduto in contraddizione, se si considera il palinsesto di Rai3 nella sua interezza. Alla prestigiosa conduzione di Agorà, al posto dell’internissima Serena Bortone (migrata su Rai1 alla corte di Stefano Coletta), il dominus della terza rete ha infatti piazzato Luisella Costamagna, che è un acquisto esterno!
La giornalista, peraltro, non vanta nemmeno particolari credenziali televisive dalle parti del servizio pubblico: il suo talk show Robinson, condotto su Rai3 nel lontano 2012, registrò ascolti bassi e sparì velocemente dal palinsesto. Ci sfuggono dunque i motivi di una tale e precisa scelta, rispetto alla quale Di Mare però ha assicurato di non aver fatto calcoli politici.
“Non ho chiesto a nessuno dei conduttori l’idea o la provenienza politica“
ha precisato il direttore di Rai3, menzionando poi proprio la Costamagna, il cui nome in realtà – soprattutto negli ultimi mesi – è stato considerato dai ben informati gradito ai Cinquestelle.
Gennaro Marco Duello "www.fanpage.it"
Michele Anzaldi, segretario della Commissione Vigilanza Rai, ha puntato il dito contro la Rai all'indomani della presentazione dei Palinsesti per la stagione 2020/2021. Ha parlato apertamente di "scelte suicide", come quelle di escludere conduttori che avevano ormai fidelizzato con il pubblico (Salvo Sottile, Domenico Iannacone), oltre a ravvisare una mancata valorizzazione dei giornalisti interni: "Basti pensare alla chiamata diretta di una giornalista esterna come Luisella Costamagna per la conduzione quotidiana di un contenitore di informazione come ‘Agorà’". I conti non tornano.
Onorevole Anzaldi, in occasione della presentazione dei nuovi palinsesti Rai lei ha protestato per la scelta di dare la conduzione della serata evento nella Giornata contro la violenza sulle donne a Maria De Filippi. Ce l’ha con la conduttrice di Canale 5?
Maria De Filippi è una grandissima professionista e non è la prima volta che partecipa ad un evento Rai. Il segnale che arriva dalla scelta di Rai1 di farle condurre una trasmissione simbolo, però, è di un’azienda totalmente allo sbando. La Rai ha 5.114 dipendenti donne, tante giornaliste, tante conduttrici interne, tanti volti da far crescere. Perché per un evento del genere si preferisce rivolgersi al volto simbolo della concorrenza? Si vogliono inseguire facili ascolti o valorizzare davvero l’azienda? Ma questo è solo un episodio, ci sono casi ben peggiori.
Per esempio?
Basti pensare alla chiamata diretta di una giornalista esterna come Luisella Costamagna per la conduzione quotidiana di un contenitore di informazione come ‘Agorà’. Perché per un prodotto totalmente Rai si decide di puntare su un volto esterno invece di valorizzare una delle centinaia di giornaliste Rai?
Però si è sempre in cerca, ogni anno, di qualche volto nuovo.
Ma si tratta di una scommessa al buio, perché la giornalista non ha esperienze del genere alle spalle di conduzione di una trasmissione quotidiana a questo livello. Quale altra azienda farebbe lo stesso?
Mentre Mediaset scommette sulle sue giornaliste, la Rai ricomincia sempre da zero, tanto pagano gli italiani. Si pensi al caso delle giornaliste del Tg1 D’Aquino e Chimenti, valorizzate al massimo in una vetrina come Sanremo e poi tornate al loro lavoro al tg come se niente fosse. Dopo una visibilità del genere, non sarebbe stato logico affidare loro delle trasmissioni?.
Se la Rai valorizzasse i giornalisti interni, il problema sarebbe risolto?
Certo. Quando è venuto in commissione di Vigilanza, l’amministratore delegato Salini aveva declamato tanti buoni propositi sulla valorizzazione degli interni, ma alla prova dei fatti si è comportato all’opposto. Le uniche novità sull’informazione riguardano giornalisti esterni, poi ci sono scelte senza alcun senso aziendale.
Del tipo?
Penso a Salvo Sottile. Perché far crescere e valorizzare per 5 anni un giornalista come lui, anche con buoni risultati di ascolto, e poi improvvisamente metterlo da parte solo perché è cambiato direttore di rete? Quale altra azienda farebbe una scelta così suicida, con le conduzioni affidate in base alle simpatie dei direttori?
Lo stesso era accaduto con la Clerici, messa da parte per un anno pur essendo pagata, e ora recuperata. Lo stesso sta accadendo ora con una professionista come Lorella Cuccarini, per un anno in onda tutti i giorni e poi rimandata a casa. Poi c’è il caso Iannacone, un esempio di prodotto da servizio pubblico inspiegabilmente fatto fuori.
Risorse esterne, strapotere degli agenti televisivi e delle società di produzione. Non sembra cambiare nulla a guardare questi palinsesti.
Il Parlamento viene puntualmente umiliato, la Rai si permette di ignorare gli atti della Vigilanza, le risoluzioni approvate addirittura all’unanimità. Da una parte i soldi del canone garantiscono risorse che non risentono di nessuna crisi, quindi non c’è neanche l’eventuale problema degli ascolti e degli inserzionisti.
Dall’altra le autorità di controllo che dovrebbero vigilare sulla qualità del prodotto sono state totalmente delegittimate. Se basta una sentenza di un giudice del Tar di Roma per sconfessare il lavoro di mesi di commissari, giuristi ed esperti Agcom, come si può sperare che la Rai rispetti le regole?
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