Chiara Maffioletti per il "Corriere della Sera"
Fausto Leali è stato eliminato dal Grande Fratello Vip . Unico epilogo possibile dopo una sola, disastrosa settimana in cui il cantante - con lo stesso candore di chi proprio non afferra la gravità di quello che dice - si è prima inerpicato in una rivalutazione in diretta tv dell'operato del Duce (che, a suo dire, avrebbe fatto «cose per l'umanità», tra cui «le pensioni»), poi, a distanza di qualche ora, nella traballante spiegazione del perché il suo aver dato del «negro» a Enock Barwuah, fratello di Mario Balotelli, non sarebbe un'offesa: «Nero è un colore, negro una razza».
A nulla è valso il gelo con cui gli altri concorrenti hanno accolto le sue motivazioni (tra cui la perdibile «gli uomini di colore siamo noi bianchi perché cambiamo colore continuamente») e nemmeno la più esplicita obiezione del calciatore, 27 anni, che ha ricordato a Leali, 75, di non «usare quella parola. Non devi. Se dici una cosa del genere vuol dire che sei abituato a dirlo: noi ci battiamo per i diritti e questo non lo tollero. Siamo in tv, ci guardano, certi messaggi non possono passare perché nessuno da casa deve sentirsi giustificato a utilizzare certi termini».
Ma pur tra un «certo, certo» e l'altro, Leali non si è nemmeno avvicinato a un mea culpa, aggiungendo anche: «Allora cosa devo fare con la mia canzone Angeli negri la cancello? Che colpa ne ho io?». Quella canzone era del 1968 e da allora, per fortuna, qualcosina è cambiato. La legge sul Divorzio, per dire, sarebbe arrivata solo due anni dopo.
Eppure già allora avrebbe dovuto essere abbastanza chiaro quello che dopo le frasi di Leali in tanti hanno iniziato a ribadire, indignati, sui social, e cioè che esiste una sola razza, quella umana. E dire che tutto è nato da un momento leggero, di divertimento. Il che rende i contorni della vicenda se possibile più inquietanti: non solo il cantante non voleva offendere nessuno, ma era certo di non farlo quando, per sostenere Barwuah che invocava un applauso per aver lavato i piatti, ha cercato di incitare gli altri urlando: «Perché è negro non lo applaudiamo?!».
E giù a ridere. Leali, seriamente, pensava di essere spiritoso. Come ancora lo pensano in troppi, magari figli di epoche in cui cantare di «un povero negro» che prega per avere un angelo del suo colore era normale, accettato. Ma siamo nel 2020 e, come ha ricordato il calciatore, «nessuno deve sentirsi giustificato a utilizzare certi termini». Meno che mai in un reality show.
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