Aldo Grasso per il “Corriere della Sera” - Estratti
Come sono andate le tre puntate di «Da vicino nessuno è normale» condotte da Alessandro Cattelan? Così così dal punto di vista degli ascolti (pochi ma buoni), tenendo anche conto che Rai2 è una rete quasi priva di identità. Dal programma, però, mi aspettavo qualcosa di più.
Forse Cattelan è arrivato al successo troppo presto (tenendo conto della media italiana), forse è troppo sicuro della sua bravura, sta di fatto che prometteva più di quanto ha poi dimostrato sulle reti generaliste.
Nel tentativo di trovare una ragione a questa mezza delusione, per caso ho comprato un libro della sua nuova casa editrice: lasciando perdere i contenuti, ho provato disappunto nel constatare come copertina, stampa e carta fossero di qualità modesta. Mi si è aperto un mondo: non editoriale (un piccolo editore se non cura l’oggetto libro cosa ci sta a fare?) ma televisivo.
Cattelan è uno dei migliori conduttori della tv italiana ma è vittima del pressappoco (come se, facendo critica, mi accontentassi di dare i voti in pagella), quell’attitudine che annichilisce, appiattisce, rende uguali tutti i temi trattati.
«Da vicino nessuno è normale» è una trasmissione registrata; quindi, in sede di montaggio ci sarebbe stata la possibilità di riscrivere il testo, di migliorarlo, di far emergere uno stile.
(...) È probabile che nella tv italiana non esistano più quelle figure di funzionari (come si chiamavano una volta) capaci di intervenire sui programmi, di migliorarli, di prendere i conduttori per mano e farli crescere. È certo, però, che il vero nemico di Alessandro Cattelan si chiama pressappoco.
CARLO CONTI - ALESSANDRO CATTELAN belen rodriguez a stasera c'e' cattelan FEDEZ - ALESSANDRO CATTELAN CATTELAN LEOTTA