Franco Giubilei per “La Stampa”
pistol la serie sui sex pistols
Chi pensava che gli ex idoli del punk fossero immuni dai vizi delle rockstar che tanto detestavano ai tempi d'oro resterà deluso: la nuova serie Disney Pistol appena partita sulla piattaforma Hulu, tratta dal libro sulla band dell'ex chitarrista Steve Jones e realizzata da Danny Boyle, non alieno da storie border line fin dai tempi di Trainspotting, sta facendo litigare Johnny Lydon/Rotten con l'ispiratore della fiction, che agli attacchi risentiti del cantante ha replicato dicendogli di darsi una calmata. In puro stile-Pistols, Lydon aveva definito la serie «la merda più irrispettosa che abbia mai dovuto sopportare».
Parole gravi, soprattutto se provengono da qualcuno che fece dell'oltraggio la propria cifra stilistica. Diventato a sua volta una star e in preda a sindrome da esclusione, Johnny il Marcio ufficialmente si sarebbe irritato per questa «fantasia borghese» perché gli sarebbe stato detto che la serie in sei puntate si sarebbe concentrata su Steve Jones senza diventare la «storia dei Sex Pistols» quale invece sembra essere. Insomma, ha dichiarato un suo rappresentante, «John viene chiaramente usato per vendere questa serie, una serie in cui non era coinvolto e che è stata messa insieme alle sue spalle».
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Ora, a prescindere dal fatto che sarebbe impossibile girare un film su Jones, cofondatore dei Pistols, senza raccontare le gesta del gruppo cui lo stesso chitarrista partecipò da protagonista, Lydon sembra negare all'ex compagno di punk il diritto a narrare la vicenda dal suo punto di vista.
Il che assume uno stranissimo sapore in bocca a chi urlava «I am an antichrist I am an anarchist», uno che voleva tirare giù dal piedistallo ogni autorità, dalla Regina Elisabetta a Mick Jagger. In realtà la storia dei Sex Pistols, fra contratti con le major fatti a pezzi sotto la regia del manager Malcolm McLaren e interviste alla BBC degenerate in insulti irripetibili, dimostra come il Sistema sia in grado di mangiarsi, metabolizzare e rimettere in vendita qualsiasi cosa.
Quando la macchina del merchandising sfornò le t-shirt con la riproduzione della prima pagina del giornale inglese The Sun con la morte di Sid Vicious per fu ancora più chiaro che tutto poteva fare allo scopo. Che più di quarant' anni dopo Johnny Lydon si offenda per lesa maestà, invece, somiglia al più crudele dei contrappassi. -
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