Marco Giusti per Dagospia
Quando in Un uomo tranquillo di John Ford, John Wayne la acchiappa e la bacia appassionatamente e il vento le smuove i grandi capelli rossi che sembravano nati per il Technicolor non c’è proprio nessuno che possa resisterle. Una scena che viene ripetuta perfino in E.T. di Steven Spielberg. Puro cinema. Maureen O’Hara, che è scomparsa ieri a 95 anni a Boise, nell’Idaho, non è stata solo la più grande eroina fordiana e la più grande partner di John Wayne, l’unica donna che potesse tenergli testa, ma ha incarnato per Ford e per tutto il cinema classico americano la tipica bellezza irlandese nel suo trionfo cinematografico.
Ha recitato con qualsiasi tipo di regista, da Alfred Hitchcock a Henry King, da Jean Negulesco a John Stahl, da George Sherman a Carol Reed, ma anche con miti come Jean Renoir, Nicholas Ray, Budd Boetticher, Frank Borzake, Delmer Daves. Oltre a John Wayne, col quale ha recitato in ben cinque film, e tre volte diretti da Ford, Un uomo tranquillo, Rio Bravo, Le ali delle aquile, e che adorava, “Io sono dura, alta, non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno. Lui è duro, alto, e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno”.
Maureen O’Hara ha avuto partner come Henry Fonda, Jeff Chandler, Tyron Power, Erroll Flynn, Charles Laughton, Ray Milland, Rex Harrison, Anthony Quinn, Cornel Wilde. Tutta la Hollywood classica in Technicolor. Ha girato tantissimi western, anche quelli più piccoli con John Payne, un Buffalo Bill di William Wellman con Joel McCrea, Comanche Territory di George Sherman, i tardi e notevoli McLintock! e Big Jake con John Wayne. Ha girato grandi noir, come Il passo del carnefice di Richard Wallace con John Garfield, Hai sempre mentito di Nicholas Ray, molti film di pirati e di avventure, come Il cigno nero di Henry King con Tyrone Power, Sinbad il marinaio con Douglas Fairbanks jr.
Ma nessuna altra donna, come lei, ha fatto perdere la testa a John Wayne, The Duke, come lei. In Rio Bravo di John Ford, il film che dovettero girare per la Republic per poter poi mettere in scena il più difficile e non western Un uomo tranquillo, Duke le fa dedicare addirittura una canzone, “Kathleen”, in Un uomo tranquillo il suo amore per la rossa irlandese esploderà in un finale dove la acchiapperà per i capelli e la trascinerà per tutta la contea.
Per Ford e Wayne è il massimo dell’amore. Fra di loro c’è una chimica rarissima, nell’ultima scena lei sussurra a all’orecchio di Duke qualcosa che non è mai stata rivelato. In quel film, girato in esterni in Irlanda e in interni a Hollywood, recitano due dei suoi fratelli, recitano perfino il vecchio fratello malato di Ford. E’ un affare di famiglia. E il solo film americano del tempo dove si possa parlare irlandese e si alluda alla libertà del paese. Maureen O’Hara era nata come Maureen FitzSimons a Ranelagh, vicino a Dublino nel 1920.
Aveva studiato teatro a Dublino e dopo un paio di piccoli ruoli, non ancora ventenne la vuole accanto a sé Charles Laughton sia in Jamaica Inn di Alfred Hitchcock che in Notre Dame, come Esmeralda, l’oggetto d’amore del gobbo Quasimodo. E’ allora che diventa Maureen O’Hara e ottiene un contratto a Hollywood con la RKO. John Ford la fa esordire nel suo cinema nel 1941 in Come era verde la mia valle, tratto dal romanzo di Cronin, e le apre la strada per ogni ruolo a Hollywood.
Ha un fisico impegnativo, ma non è una bellezza aggressiva, e i suoi gran capelli rossi trionfano nel primo Technicolor a cavallo tra la guerra e i primi anni ’50. La sua grande stagione si ferma quando non ha neanche 50 anni.
Ma ha già avuto una vita complicata, ben quattro uomini ufficiali, tre mariti e una relazione importante. Il primi due mariti legati al cinema e sbagliati, George H. Brown, dal 1939 al 1941, Will Price, dal 1941 al 1953, poi il ricchissimo politico e banchiere messicano Enrique Barra e infine un altro miliardario, Charles F. Blair, pilota e fondatore e padrone di una sua linea aerea, la U.S.Virgin Islands, che sposerà nel 1968 e che, morendo a bordo di un aeroplano nel 1978, le lascerà tutto.
Mai candidata all’Oscar lo vincerà solo un anno fa, ma più come risarcimento per una carriera ricchissima e per essere una delle pochissime star della Hollywood degli anni d’oro ancora in vita.
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