IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – PERDIAMO ANCHE ALAIN DELON. LA SUA ERA UNA GRANDEZZA CINEMATOGRAFICA FATTA DI BELLEZZA E VIRILITÀ CHE NON SEMPRE GLI ATTORI, PUR BRAVISSIMI, POSSIEDONO – “ERA L’ULTIMA STAR” MI DISSE URSULA ANDRESS. TALMENTE STAR DA VOLER PRIMEGGIARE COSTANTEMENTE SULL’AMICO/NEMICO JEAN-PAUL BELMONDO SUL SET DI “BORSALINO” DI JACQUES DERAY, RENDENDO LA CONVIVENZA TRA I DUE MASSACRANTE. PER BELMONDO, COME PER DELON, NON C’ERA VITA SENZA SESSO… – VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

alain delon nel 1967 alain delon nel 1967

Perdiamo anche Alain Delon, 89 anni. Basterebbe la sua fredda presenza, oggi si dice cool, in “Le samourai – Frank Costello faccia d’angelo” di Jean-Pierre Melville, e nei due film di Melville che seguirono, “I senza nome” e “Notte sulla città”, per dimostrarne l’assoluta grandezza cinematografica. E basterebbe l’amore assoluto (fisico e più che fisico) che gli dimostra Luchino Visconti dirigendolo in “Rocco e i suoi fratelli” e in “Il Gattopardo”, Leone d’Oro a Venezia il primo e Palma d’Oro a Cannes il secondo, per farne una star.

 

“Era l’ultima star” mi disse Ursula Andress che lo vide arrivare con un mese di ritardo sul set di “Sole rosso” di Terence Young e impazzire perché non aveva i guanti che gli sembravano più giusti per il personaggio. Così ritornò a Parigi per farseli fare su misura. Talmente star da voler primeggiare costantemente sull’amico/nemico Jean-Paul Belmondo sul set di “Borsalino” di Jacques Deray, rendendo la convivenza tra i due massacrante.

 

jean-paul belmondo Alain Delon jean-paul belmondo Alain Delon

La sua era una grandezza cinematografica fatta di bellezza e virilità che non sempre gli attori, pur bravissimi, possiedono. Da subito, dai primissimi film, Delon è descritto come bello e dannato. “Faccia d’angelo e cuore di diavolo” leggiamo sui flani americani del suo primo grande successo, “Delitto in pieno sole” di René Clement dove è il migliore e più bello dei Tom Ripley possibili.

 

Ma lo leggiamo anche descritto come “The French James Dean” dai giapponesi che lo amarono da subito, “il nuovo Gerard Philippe” scrivono invece i francesi che avevano appena perso il loro attore più bello e carismatico. O il “Boy Bardot”, anche se di tante donne che amò nella vita e sulle scene, la Bardot era forse stata quella con la quale si era trovata peggio, visto che in “Amori celebri” di Michel Boisrond fanno a gara a impallarsi.

 

jean-paul belmondo Alain Delon jean-paul belmondo Alain Delon

“Our young Charles Boyer” si vantano alla MGM quando cercarono di lanciarlo in America nella seconda metà degli anni ’60 come attor giovane, aveva 29 anni, ma Alain Delon non aveva mai imparato bene l’inglese e sembrava così basso, era 1, 78, vicino ai vecchi di Hollywood. Quando nel 1957, senza alcuna esperienza di cinema, la sua fidanzata, l’attrice Brigitte Auber, lo porta a Cannes e lo presenta a Henry Willson, l’agente americano di Rock Hudson e di altre star, si trova a scegliere.

 

Imparare bene l’inglese, fare un provino e andare a girare in Italia “Addio alle armi” prodotto da David Selznick o rimanere in Francia e seguire Yves Allegret che lo vuole in un ruolo di killer, Jojo, in “Godot” con Jean Servais e Bernard Blier. Pigro, rimane in Francia e segue il suo istinto. E’ sempre stato un ragazzaccio.

 

claudia cardinale alain delon - il gattopardo claudia cardinale alain delon - il gattopardo

Nato a Sceaux, sobborgo di Parigi nel 1935, ha perso a quattro anni il padre e la madre si è risposata con un macellaio che lui non ha mai amato. E’ stato espulso sei volte da scuola, a quattordici ha provato a scappare di casa. A 17 è partito con l’esercito francese per l’Indocina. Dei quattro anni di guerra, 11 mesi li passa in prigione per insubordinazione. Come torna in Francia, a Parigi, fa qualsiasi mestiere per campare e poi incontra Brigitte Auber che decide di fargli fare l’attore e lo porta a Cannes. Dove deve scegliere, appunto, tra cinema francese e americano.

 

jean-paul belmondo Alain Delon jean-paul belmondo Alain Delon

Nel suo secondo film, “Fatti bella e taci” di Marc Allegret incontra per la prima volta Jean-Paul Belmondo. La loro sarà una rivalità che andrà avanti tutta la vita. Più colto, più simpatico, più guascone Belmondo, più figlio di mignotta Delon.

 

Racconta Ursula che Belmondo aveva il terrore che in “Sole rosso” Delon si approfittasse della sua bellissima fidanzata. Per Belmondo, come per Delon, non c’era vita senza sesso. Sul set di “Christine – L’amante pura” di Pierre Gaspard-Huit, Delon incontra il grande amore della sua vita (così ha sempre sostenuto), Romy Schneider e parte una storia che andrà avanti a lungo e a più riprese e che vediamo ben rappresentata ne “la piscina” di Jacques Deray, ormai nel 1969.

 

claudia cardinale alain delon - il gattopardo claudia cardinale alain delon - il gattopardo

Con Michel Boisrond, non un grande regista, gira “Le donne sono deboli” con la bellissima Mylene Demongeot, Pascal Petit e Jacqueline Sassard e “Furore di vivere” con Lino Ventura e Bourvil. Se la Nouvelle Vague, cioè Jean-Luc Godard, con “A bout de souffle” è riuscita a fare di Belmondo la sua prima star, Delon deve tutto a René Clement, che lo scelse come il gelido Tom Ripley in “Delitto in pieno sole” e lo lancia come attore internazionalmente e a Luchino Visconti, che lo dirige a teatro in una celebre edizione di “Peccato che sia una sgualdrina” di John Ford assieme a Romy Schneider, solo il costume di lui costava 250 mila franchi  (lo abbiamo interpretata anche io e Ghezzi tanti anni fa a Genova al Teatro della Tosse…) e in due capolavori come “Rocco e i suoi fratelli” nel 1961 e “Il Gattopardo” con Burt Lancaster e Claudia Cardinale nel 1963.

 

alain delon frank costello faccia d'angelo alain delon frank costello faccia d'angelo

Perché non hai fatto altri film con Luchino Visconti?, chiesi a Tomas Milian parlando dell’episodio che girò con lui e Romy Schneider in “Boccaccio 70”. “Perché lui aveva Alain”, mi rispose Tomas Milian sorridendo. Nei primi anni ’60 Delon diventa uno degli attori più richiesti del momento. Anche se la Nouvelle Vague lo snobba, gira con Michelangelo Antonioni “L’eclisse”, con Herni Vernueil “Colpo grosso al casino” assieme a Jean Gabin, tocca il cappa e spada con “Il tulipano nero” di Christian – Jacque con Virna Lisi.

 

E’ la prima scelta di David Lean come coprotagonista di Peter O’Toole in “Lawrence d’Arabia” nel ruolo di Ali Ibn el Hussein, che andrà poi a Omar Sherif. Più giusto, certo. Ve lo vedete Delon nel deserto sul cammello? Il produttore Raoul Levy lo vuole come protagonista di un kolossal che verrà interrotto a metà per mancanza di soldi, “Marco Polo”, diretto da Christian – Jacque dove è Marco Polo e recita assieme alla divina Dorothy Dandridge.

 

alain delon frank costello faccia d'angelo alain delon frank costello faccia d'angelo

 Fra i film non fatti del tempo figurano anche un biopic su Rimbaud diretto da Melville con Jean-Claude Brialy, e una “Damne aux Camlies” di Marcel Carné con Anouk Aimée. Ma nelle grandi produzioni americane girate in Europa non funziona. Ricordo che era un po’ imbarazzante come bel ragazzo italiano nel polpettone “Una Rolls Royce tutta gialla” di Anthony Asquith con Ingrid Bergman e Shirley MacLaine. Eppure quando glio venne chiesto quale fosse la miglior baciatrice sullo schermo, Delon rispose che era proprio Shirley MacLaine.

 

Nel 1965 la Metro Goldyn Mayer prova a farne un attore americano. Le star erano tutte vecchie e lui aveva 29 anni. Così lo troviamo in un noir, “L’ultimo omicidio” di Ralph Nelson con Ann-Margret, Jack Palance e Van Heflin, nel filmone sulla Guerra d’Algeria “Né onore né gloria” di Mark Robson con Anthony Quinn, Claudia Cardinale, George Segal, un film che in Francia venne bandito per dieci anni!, e nella commedia western “Texas oltrfe il fiume” di Michael Gordon con Dean Martin, Joey Bishop, e Tina Aumont, che allora si chiamava Tina Marquand perché moglie di Christian Marquand.

 

ALAIN DELON IN UNA SCENA DI MONSIEUR KLEIN ALAIN DELON IN UNA SCENA DI MONSIEUR KLEIN

Il tentativo di fare di Alain Delon un attore di Hollywood , anche se lui disse che si sarebbe trasferito volentieri, che avrebbe messo su famiglia con la moglie Natalie, non funzionò. “Texas oltre il fiume”, che ricordo con simpatia, fu un totale disastro. Alain Delon tornò con la coda tra le gambe in Francia e solo grazie a Jean-Pierre Melville e al suo spettacolare noir, “Le samourai” dette nuova vita a Delon.

 

Dalla fine degli anni ’60, con l’eccezione del curioso episodio diretto da Louis Malle, “William Wilson” in “Tre passi nel delirio”, dove recita con una distratta Brigitte Bardot, e lo stravagante “Nuda sotto la pelle” di Jack Cardiff con Marianne Faithfull, gira in gran parte noir e polizieschi diretti da registi amici e di talento, come Henri Verneuil, José Giovanni, Jacques Deray, e lo stesso Melville. Lo vediamo in “Criminal Face”, Addio, Jeff”, “Il clan dei siciliani” di Verneuil con Jean Gabin, fino al successo di “Borsalino” nel 1971.

ALAIN DELON ALAIN DELON

 

Joseph Losey lo vuole nel non riuscito “L’assassinio di Trotsky”, dove è proprio lo spagnolo che dà una picconata in testa al povero Trotsky di R ichard Burton e nel bellissimo “Mr Klein”. Valerio Zurlini lo chiama come protagonista con cappotto cammello di “La prima notte di quiete”, un film che piacque a molti giovani critici al tempo. E ricordo che Antonio Ricci e Carlo Freccero pigliavano per il culo il grosso critico di Albenga Natalino Bruzzone, che andava in giro col cappotto cammello alla Delon ribattezzandolo Natalon Delon.

 

La morte non chiara di un bodyguard legato alla coppia Alain e Natalie Delon, con tanto di scandalo politico, dettero all’attore un’ombra sinistra che funzionò in realtà per i suoi noir degli anni ’80 e ’90. Jean-Luc Godard lo chiamò come icona di un cinema perduto in “Nouvelle Vague”, un film che piacerebbe rivedere che venne presentato a Cannes nel 1990.

 

ALAIN DELON BRIGITTE BARDOT 3 ALAIN DELON BRIGITTE BARDOT 3

Ma recitò in film del tutto diversi, anche nello “Zorro” di Duccio Tessarti, ne “L’orso di peluche” di Jacques Deray con Francesca Dellera, o nello spot del 1989 della pellicceria Annabella con Monica Bellucci diretto da Massimo Magrì. Patecipò a talk e programmi tv, pagatissimo. Tante le sue compagne, Mireille Darc, Anne Parillaud, Catherine Breyne-Larsen. Il suo declino fu inevitabile, come quello di Belmondo, che forse se la giocò un po’ meglio.

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