Marco Giusti per Dagospia
Il cinema di genere italiano perde il suo più celebre cattivo. Il bravissimo attore inglese John Steiner, 81 anni, se ne va dopo aver vissuto varie vite. Da giovane promessa della Royal Academy, allievo di Peter Brooks, col quale gira il suo primo ruolo importante, Monsieur Dupere, nel meraviglioso "Marat-Sade" che a metà degli anni 60 tutti vedemmo a teatro e al cinema, a cattivo di punta di qualcosa come novanta film italiani di genere, western, polizieschi, bellici e perfino pornonazi, da "Tepepa" a "Dracula in Brianza", da "Salon Kitty" a Tenebre", a una nuova vita come agente immobiliare a Los Angeles.
Lì si era infatti rifugiato dopo aver lasciato il cinema e l'Italia nel 1991, l'ultimo film fu infatti "Paprika" del suo amico Tinto Brass, avendo capito che il cinema in Italia stava ormai languendo e non si sarebbe potuto facilmente riciclare nel cinema d'autore all'italiana o nelle serie TV.
Alto, biondo, occhi azzurri, volto sprezzante, fu, per i nostri registi, da Antonio Margheriti a Enzo G. Castellani, da Ruggero Deodato a Lucio Fulci, ma anche da Marco Bellocchio a Damiano Damiani, il perfetto aguzzino tedesco, l'inglese malvagio, ma anche il superiore ambiguo, il vampiro bisex, sempre doppiatissimo.
Perché poi un attore nato tra Peter Brooks e Peter Hall, cresciuto con Patrick Magee e Glenda Jackson, David Warner e Freddie Jones, avesse deciso di staccare con il teatro e il cinema inglese per far carriera in Italia nei sotto-Spielberg e nel cinema di Brass, rimane un mistero.
Nato nel 1941 nella campagna del Cheshire studia recitazione alla Royal Academy e a metà degli anni60 fa le prime apparizioni in tv, "The Front Page" "The Saint" e al cinema, prima un ruolino in Darling" di Joseph Losey poi il ruolo di Monsieur Dupre nel fondamentale "Marat-Sade" del suo maestro Peter Brooks. Gira in Inghilterra anche il divertente "Il mio amico il diavolo" con Dudley Moore, Peter Cook e Raquel Welch diretto da Stanley Dònen poi "Work Is a Four Letter World" di Peter Hall con David Warner.
angela douglas e john steiner simon templar
Lo chiamano in Italia per recitare a fianco di Tomas Milian e Orson Welles in "Tepepa" di Giulio Petroni nel ruolo del medico, l'occhio morale di un western sulla revolucion piuttosto importante. Fece effetto in un ruolo dove pensavamo di vedere un Lou Castel. Gira contemporaneamente con Vittorio Gassman, Sharon Tate e ancora Orson Welles "Una su 13" di Nicolas Gessner. E seguita con un film dopo l'altro spaziando tra tutti i generi.
È protagonista del sub-Satyricon di Sergio Spina dedicato a "L'asino d'oro" di Apuleio con Barbara Bouchet e Paolo Poli. Una stravaganza piuttosto disastrosa. Meglio negli erotici sessantottini di Ugo Liberatore, "Alba pagana" e "Incontro d'amore" o nel poliziesco di Damiani "L'istruttoria è chiusa, dimentichi". Ma è attivo anche nelle coproduzione come "Rappressaglia" di George Pan Cosmatos o nei film d'autore come "L'invenzione di Morel" di Emidio Greco.
Lavora con Lucio Fulci in "Zanna Bianca" e nel divertente "Dracula in Brianza" dove fa un conte Dracula piuttosto ambiguo e nell'erotico "Ondata di calore" di Ruggero Deodato. Passa da "Salon Kitty" di Tinto Brass ai pornonazi piu assurdi come "Le deportate della sezione speciale SS" di Rino De Silvestro o il nazicomico "Sturmtruppenfuhrer". Bravissimo, si muove tra film maggiori con Dario Argento, "Tenebre", o Carlo Verdone, " I due carabinieri, "Troppo forte, Brass, "Caligola", e lo sperimentale "Giulia e Giulia" di Peter Del Monte. Ma è nell'avventuroso di Margheriti e Castellari che eccelle. Se ne va dall'Italia in un momento di crisi (quando non siamo in crisi?) del cinema italiano. E si lascia tutto dietro.
john steiner sharon tate una su 13 john steiner l istruttoria e' chiusa dimentichi john steiner l istruttoria e' chiusa dimentichi john steiner tenebre