Massimiliano Parente per ''Il Foglio''
Ecco qui la mia modesta proposta, alla Jonathan Swift. Insomma, dobbiamo affrontare una quarantena e, cosa inquietante: mariti e mogli devono stare in casa insieme tutto il giorno. Magari costretti a fare sesso, e magari, come dice il mio amore platonico Simonetta Sciandivasci, tra nove mesi vedremo i risultati della quarantena, stai a vedere che il coronavirus farà impennare i tassi di natalità.
Non in generale, penso soprattutto ai poveri sovranisti, quelli che mangiano italiano, viaggiano italiano, vedono film italiani, fanno sesso italiano, tra di loro, sai che palle. Perché mai avranno il coraggio di confessarsi l’inconfessabile, ovvero che il sesso è porno, e il porno non puoi farlo con tua moglie, senza contare che i porno italiani sono ridicoli, siamo gli unici che negli amatoriali usano le mascherine (non quelle per il virus, per coprirsi gli occhi, tipo Zorro).
Il vero sesso igienico anche per la salute mentale ormai lo si fa ormai sui siti porno, essendo anche preclusi i centri massaggi cinesi, che avevano un ottimo rapporto prezzo/prestazioni, sapeste che viavai di bravi maritini ci ho sempre visto, e oltre all’happy ending le cinesi ti dicevano anche amole mio.
Io senza i porno non saprei come fare, dovrei ridurmi a vedere una donna, che fatica! Finalmente con la quarantena tutto finito, tra il corteggiamento e il primo «mi ami?» di lei e il primo «facciamo prima sesso anale?» mio mi passa la voglia, c’è troppo da aspettare, e già le donne la tiravano troppo a lungo prima. Per dire: un mese fa, prima della quarantena, ero con una nuova conoscenza a cui ho proposto di fare sesso e mi ha detto no, perché lei abita a Milano e io a Roma. «Cioè? Ma se sei qui davanti a me?». Che stupido, lei pensava già a una relazione, all’amore, ma scherziamo.
In ogni caso ormai non esco più di casa, e ben prima del decreto di Conte, per mia scelta (ma le femministe dicono che sono misogino, essendo troppo stupide per capire che sono misantropo). E dunque, come Swift qui vengo io, a salvarvi. A salvare noi, intendiamoci, non i maschi cattolici tradizionalisti sovranisti salviniani e meloniani, voi non avete scampo, ciucciatevi la vostra moglie, e vostra moglie si ciucci voi, come il calzino di Barth (non Roland Barthes, Barth Simpson). Piuttosto, penso ai maschi single, o a quelli come me, impegnati da ambo i lati (ho un compagno e una compagna, ma a ognuno è consentito di copulare con chi vuole, purché non lo ami), e dunque liberi di vedere tutto, purtroppo ciò che non possiamo vedere mai. Perché cosa c’è di meno osceno del porno?
Nel porno tutto è scodellato lì, tutto è in scena lì, non può essere osceno, e in questi tempi di quarantena non possiamo essere umili, dobbiamo pretendere di più. Quindi: Chiara Ferragni organizza una donazione per il San Raffaele, ok, bravissima, generosissima, ma non basta, perché a noi chiusi in casa che ce ne frega? A noi interessa il porno, o meglio l’osceno, il porno che non possiamo vedere, il porno di chiunque, anche il porno di Chiara Ferragni, farà mica solo l’amore?
E dunque ecco qui il mio modesto appello. A Elodie, a Caterina Balivo, a Barbara D’Urso, ai Fedez, alla Sciandivasci, alla vicina di casa, a tutte. Caricate sextape su Pornohub. Per beneficienza. Io per esempio mi libererei dell’ossessione di sapere come lo fa Selvaggia Lucarelli (come mi sono liberato subito dal pensiero di come lo facesse Belèn, una volta visto il sextape non ti viene più il desiderio di immaginarla, sai che è un pesce lesso). Potrebbe mettere su Pornohub qualcosa anche Silvio, magari con le olgettine. Ma anche i gay facciano le loro richieste, chi volete vedere? Tiziano Ferro? Roberto Bolle? I fluidi Mahmood e Achille Lauro? Noi ci annoiamo tremendamente, e vogliamo solo vedere voi, cari vip. Donate i vostri sex-tape, salvateci, donate, donatevi.
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