ORA PUO’ PARTIRE LA VERA TRATTATIVA PER LA BUONUSCITA A LISSNER - IL GIUDICE DEL LAVORO DÀ RAGIONE AL MAESTRO FRANCESE E LO REINTEGRA COME SOVRINTENDENTE DEL SAN CARLO DI NAPOLI. DIFFICILE CHE LA FONDAZIONE DEL TEATRO ACCETTI LA SOLUZIONE DEI “DUE PAPI”, ALMENO FINO ALLA SCADENZA NATURALE DEL CONTRATTO DI LISSNER, NEL 2025. MANTENENDO DUE STIPENDI DA OLTRE 200 MILA EURO RISCHIEREBBE UN'ACCUSA DI DANNO ERARIALE DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI. E ALLORA L’IPOTESI PIU’ REALISTICA E’…

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Estratto dell’articolo di Federico Capurso per la Stampa

 

Lissner - SanCarlo Lissner - SanCarlo

L'era di Carlo Fuortes alla guida del teatro San Carlo di Napoli è iniziata meno di due settimane fa, eppure sembra già finita. Tornerà Stéphane Lissner, il suo predecessore: così ha deciso, in via cautelare, la giudice del lavoro del tribunale di Napoli, Clara Ruggiero, accogliendo il ricorso che Lissner aveva presentato contro il suo licenziamento anticipato. Una figuraccia che getta nel caos una delle più importanti istituzioni culturali del Paese e che porta la firma del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

 

La poltrona di sovrintendente al San Carlo era stata «promessa» a Fuortes dagli uomini di Fratelli d'Italia, purché lasciasse il posto da amministratore delegato della Rai.

 

Per farlo planare sul lirico napoletano, il governo aveva quindi messo a punto un decreto a maggio con cui si fissava a 70 anni il limite d'età «per i titolari stranieri di incarichi gestionali nelle fondazioni lirico-sinfoniche». E chi era l'unico direttore straniero a compiere 70 anni a maggio?

 

carlo fuortes carlo fuortes

Lissner, ovviamente, che però aveva un contratto fino al 2025. Tanta era la fretta (e poca l'attenzione) da parte del governo, che il maestro francese non ha dovuto nemmeno presentare ricorso contro il decreto, ma lo ha fatto contro la lettera di licenziamento che, racconta a La Stampa, «mi è stata recapitata il 27 maggio e vi si leggeva che sarei stato licenziato il 1° giugno: la giurisprudenza italiana non lo consente». Insomma, per Lissner è chiaro: «È un pasticcio combinato dal governo».

 

E il Tribunale di Napoli la pensa allo stesso modo: «La revoca ante tempus, rispetto alla naturale scadenza, del contratto di lavoro del maestro Lissner deve ritenersi illegittima». Lissner si dice quindi soddisfatto, per «l'atto di giustizia» del tribunale con cui è stato riconosciuto, al contrario, «un atto illegittimo e ad personam, privo di quei contenuti di "civiltà giuridica" che devono guidare ogni ordinamento democratico.

stephane lissner stephane lissner

 

Ora sono pronto a rientrare a Napoli, non appena riceverò comunicazione del consiglio di indirizzo della Fondazione». Lettera che arriverà già oggi, perché «le sentenze si rispettano», dice il sindaco Gaetano Manfredi, che presiede la Fondazione del teatro. E al di là di questo, la Fondazione può sfruttare una clausola di salvaguardia che prevedeva espressamente l'immediato ritorno di Lissner e la decadenza di Fuortes, nell'eventualità in cui l'ex sovrintendente avesse vinto il ricorso in tribunale.

 

Nei Palazzi romani si dice che Fuortes stia spingendo per arrivare alla soluzione dei «due Papi», almeno fino alla scadenza naturale del contratto di Lissner, nel 2025. Difficile che la Fondazione del teatro accetti: mantenendo due stipendi da oltre 200 mila euro rischierebbe un'accusa di danno erariale da parte della Corte dei Conti.

 

(...)

 

sangiuliano lissner sangiuliano lissner carlo fuortes foto di bacco carlo fuortes foto di bacco

 

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