Sarina Biraghi per la Verità
«Bruno sa perfettamente che sono cambiati i tempi e che ognuno di noi ha fatto delle rinunce». Parole di Mario Orfeo, dallo scorso giugno nuovo direttore generale della Rai, dove in molti sono rimasti «vittime» del tetto di 240.000 euro ai compensi, tranne alcuni più fortunati. Tra i «diversi» c' è Bruno Vespa, il cui contratto a sei zeri è scaduto ieri a mezzanotte.
Dopo giorni di trattative serrate e riservate il dilemma del dg Orfeo è proprio quello di conciliare la presenza in squadra di uno storico giornalista della Rai con un programma di punta e la necessità di un minimo risparmio. «Vespa ha esordito in Rai nel novembre del 1968 e vogliamo festeggiare insieme i suoi 50 anni di carriera in azienda», ha detto ieri Orfeo in un' intervista a Repubblica.
«La nostra intenzione, dunque, è quella di rinnovare il suo contratto per Porta a porta tenendo doverosamente in conto tutto quello che è successo in materia di compensi. Bruno sa perfettamente che sono cambiati i tempi e che ognuno di noi ha fatto delle rinunce». Il cachet scaduto del conduttore abruzzese era di 2 milioni di euro circa, ma non è escluso che lui abbia alzato la posta dopo il precedente di Fabio Fazio che con il suo Che tempo che fa traslocato su Rai Uno prende 2.800.000 euro all' anno.
Quando Orfeo parla di «piccola rinuncia» forse intende far accettare a Vespa quella decurtazione del 10% sulla base contrattuale attribuita agli artisti i cui compensi comunque non rientrano nel tetto dei 240.000 euro per i dipendenti pubblici. Resta il fatto che il giornalista è stato il primo a ricorrere alle vie legali contro il tetto perché il suo non è un programma di sola informazione ma, come stabilito da una sentenza del 2011, ma appartiene al genere di intrattenimento e approfondimento culturale e politico, realizzato come un vero e proprio talk show.
Quindi con un contratto non giornalistico che ha fatto tuonare il segretario della commissione di vigilanza, Michele Anzaldi: «Le parole del direttore generale Mario Orfeo confermano quello che vediamo da anni: in Rai c' è una casta che si ritiene al di sopra della legge, che non rispetta le norme e si tiene a distanza dalla fase di sacrifici cui è chiamato tutto il Paese. Mentre su riduzione di testate, efficientamento, tagli agli sprechi e piano informazione si rinvia per l' ennesima volta tutto al futuro, su un punto Orfeo dà una certezza: la Rai si avvia a una nuova violazione di legge. Allo stipendio milionario di Fazio, sul quale indagano Anac e Corte dei conti, seguirà la conferma dei cachet dorati anche a tutti gli altri privilegiati della casta degli intoccabili, in barba alla legge».
L' ipercritico deputato Pd, che da giorni si chiede se prevarrà la linea promessa dalle norme che si è data la stessa Rai a proposito di contratti artistici con un taglio del 10% oppure ci sarà un effetto-Fazio sul cachet di Vespa, ieri è esploso contro il dg: «Ci sarà un magistrato che arginerà l' arroganza e la sfacciataggine di questa casta? È sorprendente che, oltre a non rispettare il tetto degli stipendi votato all' unanimità dalla commissione, Orfeo abbia il coraggio di lamentarsi sulle risorse. Grazie al canone in bolletta deciso dal governo Renzi, con la riduzione quest' anno a 90 euro, per la prima volta è stata azzerata l' evasione e sono state garantite al servizio pubblico risorse certe, già scritte nero su bianco nei bilanci previsionali dello Stato.
<Addirittura nel 2016 c' è stato un extragettito di oltre 200 milioni di euro. Come sono stati usati questi soldi? Per fare altre assunzioni esterne, 244 nuovi collaboratori, e per sprechi che violano la legge. Come il rinnovo milionario a Fazio, un contratto iper garantito da quattro anni con tanto di produzione affidata alla sua nuova società senza gara e nessun rischio di impresa. Per il conduttore garanzie da articolo 18 con stipendio milionario non legato a nessuna soglia di ascolto minima».
La cosa grave è, secondo Anzaldi, che si continua a parlare di contratti e di milioni «come fossero spiccioli, in un periodo di grandi difficoltà economiche per gli italiani. Cosa raccontiamo a chi non arriva a fine mese?». Una bella idea per la prima puntata di Porta a porta.