carla bruni fotografa houellebecq e la moglie
1. OGNI ROMANZO DI MICHEL HOUELLEBECQ DIVENTA UN CASO EDITORIALE ANCOR PRIMA DI USCIRE
Mauro Zanon per ''Libero Quotidiano''
Ogni romanzo di Michel Houellebecq diventa un caso editoriale ancor prima di uscire in libreria, un tema di dibattito nazionale e internazionale che divide in modo manicheo il mondo dei lettori tra houellebecquiani devoti e chi, nell' autore francese premio Goncourt con La Carta e il Territorio, vede soltanto uno scrittore cinico e sopravvalutato, che ha successo perché conosce bene le regole del marketing e la sottile arte della provocazione, ma non è da annoverare tra i grandi della letteratura contemporanea.
È innegabile che la bravura e l' astuzia del suo agente letterario, François Samuelson (Le Monde lo ha soprannominato «lo 007 di Michel Houellebecq»), abbiano un ruolo preponderante nell' affascinante clima di attesa e di mistero che avvolge l' uscita di tutte le opere houellebecquiane, e nei conseguenti risultati favolosi in termini di vendite, ma è altrettanto innegabile che l' intellettuale nato nell' isola della Riunione nel 1958 riesca sempre a fare centro, a cogliere lo spirito del tempo prima di tutti gli altri, a prefigurare il futuro con una lucidità disarmante.
In Soumission (Flammarion), apparso nelle librerie lo stesso giorno della strage islamista nella redazione di Charlie Hebdo, aveva anticipato da grande profeta la sottomissione dolce delle élite esagonali alla religione maomettana, la genuflessione di una classe dominante svuotata spiritualmente e insicura culturalmente, che si lascia infiltrare dall' islam politico e i suoi dogmi, rinnegando i propri valori, la laicità, la libertà di pensiero e l' uguaglianza tra uomini e donne.
houellebecq e depardieu sul set
In Sérotonine (Flammarion), uscito ieri sugli scaffali francesi, ma scritto un anno fa quando i gilet gialli non si sapeva ancora cosa fossero, si fa invece portavoce della rabbia della Francia periferica, di quel paese reale che in questi due mesi si è riversato nelle strade di provincia e nei boulevard di Parigi contro la politica fiscale del presidente Macron. «L' enfant terrible del mondo letterario francese è di ritorno», ha scritto il settimanale Obs. «Michel Houellebecq, scrittore visionario», ha titolato il magazine Le Point.
MICHEL HOUELLEBECQ E LA MOGLIE QIANYUN LI
SOVRANISTA
Di certo, non lascia mai indifferente l' intellettuale che la gauche multiculti ha infilato nel girone degli infrequentabili da quando ha definito l' islam «la religione più stupida» che ci sia.
Florent-Claude Labrouste, protagonista del suo ultimo romanzo, il settimo, è un ingegnere agronomo (la stessa formazione di Houellebecq), ha 46 anni, colleziona fallimenti in amore e al lavoro, è solo e depresso, e riesce a sopravvivere soltanto perché ogni mattina prende il Captorix, un farmaco a base di serotonina, l' ormone della felicità. «Gli effetti secondari indesiderabili del Captorix riscontrati più spesso erano la nausea, la scomparsa della libido, l' impotenza. Io non avevo mai sofferto di nausea», dice. È un loser, Florent-Claude, il tipo houellebecquiano per eccellenza, ma che cerca di opporre la sua piccola e romantica resistenza sovranista andando nell' unico locale che mostra il cartello «heures heureses» al posto del solito bar «happy hours» che la globalizzazione rampante ha sparso in tutto il mondo.
L' ODIO PER L' UE
Che detesta i borghesucci radical-chic e "eco-responsabili" - quelli che nella realtà vorrebbero rieducare i gilet gialli, la Francia che puzza di diesel, all' ideologia green -, che disprezza Libération, il quotidiano della sinistra terzomondista, «letto soltanto dagli intermittenti dello spettacolo», gli pseudoartisti che giocano a fare i rivoluzionari tirando a campare con gli aiuti di Stato, ma che odia soprattutto l' Unione europea, Bruxelles e i suoi tecnoburocrati, che hanno reso i contadini francesi "virtualmente morti" e messo in ginocchio il suo ex compagno di università e agricoltore Aymeric d' Harcourt-Olonde.
Quest' ultimo era sempre «gentile, buono e desideroso di felicità», ma si è trasformato in ribelle violento quando la «grande pute» - così la chiama - dell' Ue ha permesso l' invasione dei camion cisterna pieni di latte polacco, che hanno umiliato i produttori di latte francesi, e ha favorito l' arrivo massivo degli "stranieri".
Una delle scene più toccanti e incredibilmente attuali del libro è quando Florent-Claude osserva malinconico la protesta di alcuni agricoltori che bloccano l' autostrada e sono pronti a scontrarsi con la polizia antisommossa, proprio come hanno fatto i gilet gialli, ma sa già che sono "condannati". «Non si battevano per i loro interessi, né per gli interessi di quelli che si supponeva dovessero difendere, sarebbe stato un errore crederlo: si battevano per delle idee; per anni, mi ero trovato a confrontarmi con persone pronte a morire per il libero mercato», dice Florent-Claude sui politici francesi.
Sérotonine è il romanzo della «rivolta delle rotatorie», come Le Monde ha definito la protesta dei gilet gialli, è il romanzo del sovranismo che cresce in tutta Europa, il romanzo che dà voce ai senza voce, alla Francia profonda che non vuole morire sacrificata sull' altare della mondializzazione selvaggia.
2. LA FRANCIA DEI GILET GIALLI IN FILA PER HOUELLEBECQ
Estratti dall'articolo di Paolo Griseri per ''la Repubblica''
Alle quattro del pomeriggio, quando l' addetto del negozio Fnac sugli Champs Elysées prova ad aprire il cassetto per rifornire la pila di libri, scopre che è vuoto. Michel Houellebecq sta vendendo molto più del previsto. Due uomini sui quarant' anni si prendono una delle ultime copie ma non vogliono spiegare la loro scelta: «Non possiamo parlare, siamo militari».
(…)
Che Houellebecq possa essere considerato un profeta, abbia la capacità di anticipare i nodi irrisolti della società francese, è diventato ormai un luogo comune. Suo malgrado. Non sarebbe così, forse, se Sottomissione non fosse uscito in libreria il 7 gennaio del 2015, il giorno dell' attentato alla redazione di Charlie Hebdo. Non sarebbe così se in quell' attentato Houellebecq non avesse perso l' amico Bernard Maris che aveva da poco terminato il suo ultimo libro: Houellebecq economista.
La fuga in Irlanda, seguita a quei fatti, non era avvenuta solo per ragioni di sicurezza. Lo scrittore era stato minacciato pesantemente ma era anche rimasto profondamente scosso dalla coincidenza terribile tra l' uscita del libro e la macelleria di rue Nicolas Appert. Ci ha messo quattro anni per riportare in libreria un nuovo testo. Nel frattempo ha cambiato vita, ha sposato una ragazza cinese, Li Quianyun, conosciuta durante una conferenza all' università.
Ma ancora una volta, come era accaduto con Sottomissione, anche con l' uscita di Serotonina, si ripete il gioco della profezia.
Houellebecq ha consegnato le bozze alla casa editrice Flammarion a fine estate del 2018, quando nessuno poteva immaginare che la vita politica francese sarebbe presto stata dominata dalla rivolta dei gilet gialli, dalle rivendicazioni della provincia contro i privilegi delle grandi città, che poi qui sono una sola: Parigi. (…)
Non saranno gilet gialli ma capiscono quel linguaggio. È di ieri l' ultimo sondaggio pubblicato dai quotidiani di Parigi: il 55 per cento dei francesi ritiene utile che la protesta dei gilet jaunes continui.
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Ostentatamente in questi giorni se ne sta lontano, in Normandia, a girare un film con Gérard Depardieu in un centro di talassoterapia. (…)
Per il resto il profeta, finora, ha taciuto. Ha preferito occuparsi di politica estera consegnando al mensile americano Harper' s un lungo elogio della politica di Donald Trump, "Trump è un buon presidente" sintetizza il titolo mentre nel testo c' è lo spazio per attaccare l' idea stessa di Unione europea: «Io credo che l' Europa non abbia un linguaggio comune, non abbia comuni valori, non abbia comuni interessi. In una parola l' Europa non esiste e non potrà costituire un unico popolo che regga una possibile democrazia comune».
Il gusto iconoclasta di fare a pezzi il politicamente corretto delle élite intellettuali europee è in fondo la vera profezia di Houellebecq. (…)
La parte della Francia che fa la fila in queste ore in libreria, sembra affascinata proprio da quella ricetta. E questo, non certo Houellebecq, è il problema.