Estratto dell’articolo di Roberto Cosentino per www.corriere.it
Dal 2015 su Facebook è possibile supportare gli enti, le entità no profit e le organizzazioni impegnate nelle raccolte di fondi per beneficenza. Una funzionalità implementata su Instagram quattro anni più tardi e del cui successo parlammo già all'epoca. Non di rado, in caso di celebrazioni, compleanni o ricorrenze, era possibile per gli utenti scegliere una no profit e condividere con i propri contatti le informazioni utili a sostenere la propria causa.
Ma da luglio 2024, almeno nello Spazio Economico Europeo, questo non sarà più possibile. A due mesi dallo stop, Meta in questi giorni ha inviato una e-mail ai propri utenti che in passato hanno partecipato ad una o più raccolte fondi.
«In qualità di donatore che in precedenza ha fatto una donazione per sostenere un'organizzazione di beneficenza sulle nostre piattaforme, ti comunichiamo che a partire dal 1° luglio 2024 gli strumenti per le raccolte fondi non saranno più disponibili su Facebook e Instagram nei Paesi membri dello Spazio economico europeo (SEE).
L'ultimo giorno disponibile per fare una donazione a favore di un'organizzazione di beneficenza è il 30 giugno. Dopo tale data, gli strumenti per le raccolte fondi non saranno più supportati nello Spazio economico europeo».
Come comunica la stessa Meta, Instagram e Facebook negli anni hanno raccolto complessivamente più di 7 miliardi di dollari. Una cifra elevata e che si riverserà sulle organizzazioni di beneficenza, che avevano trovato un modo più semplice e per gli utenti più sicuro, di destinare le donazioni. […]
[…] Le organizzazioni dovranno infatti rimandare gli utenti nei loro rispettivi siti Web per le raccolte fondi. Ma quale potrebbero essere i veri motivi? Essendo una limitazione prevista esclusivamente per l'Europa, viene da domandarsi se non sia una motivazione legata al GDPR (Meta occupa la poco invidiabile prima posizione nella classifica delle aziende più multate) e all'utilizzo dei dati.
Consentendo la transazione a potenzialmente qualsiasi iscritto alle piattaforme, gestirne (e conservarne) i dati meticolosamente come richiede l'Europa, potrebbe voler dire sfruttare risorse che Meta non potrebbe più garantire.
Ecco perché ora le organizzazioni sarebbero dunque costrette a rimandare sui propri spazi per effettuare le transazioni, ma è solo una ipotesi. La decisione comunque potrebbe voler dire la perdita di un importante sostegno per le no profit che dovranno adeguare i propri siti Web tecnicamente e normativamente, oltre ad essere esposte alle stringenti norme europee sul trattamento dei dati e delle legislazioni che regolano le transazioni online. Sempre che non si affidino a servizi terzi. […]