LA PREVALENZA DELL’OTTUSO
Massimo Gramellini per il Corriere della Sera - Estratti
massimo gramellini in altre parole
Non me ne vogliano i diretti interessati, ma la vicenda di Rainews che ignora le elezioni francesi perché le ha vinte la sinistra mi ha riportato alla mente una scena raccontata da Montanelli.
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Potremmo chiamarla la prevalenza dell’ottuso (non del cretino: non mi permetterei mai). Se sei serio, dai tutte le notizie.
Se sei furbo, quelle scomode le dai lo stesso, ma con taglio critico: enfatizzando l’antisemitismo del leader della sinistra francese Mélenchon o le difficoltà della variopinta maggioranza anti-lepenista nel formare un governo.
Se invece sei ottuso, le nascondi per puro automatismo d’obbedienza, senza neanche renderti conto che la tua capa, Giorgia Meloni, trarrà vantaggi politici enormi dalla sconfitta di Marine Le Pen. Cambiano i colori dei governi, ma immutabile rimane la sfumatura di grigio degli ottusi, mastice e zavorra di ogni potere, che adora circondarsene mentre dovrebbe considerarli i suoi peggiori nemici.
2 - «NOTIZIE E PLURALISMO QUESTA È LA NOSTRA REDAZIONE»
Lettera di Paolo Petrecca al “Corriere della Sera”
Caro direttore, ti scrivo pregandoti di darmi spazio sul tuo quotidiano, lo stesso che pubblica Il caffè di Massimo Gramellini ogni giorno e che nelle ultime ore si è occupato addirittura di me.
massimo gramellini foto di bacco (2)
Vorrei rispondere, semplicemente perché trovo ingiusto offendere un collega senza conoscerlo e, con lui, offendere il lavoro della sua redazione. Gramellini è Gramellini, d’accordo, lo ammiro e lo leggo da anni. E l’ho sempre visto anche in Rai, con i suoi programmi e i suoi editoriali meravigliosi.
Non sono un editorialista di chiara fama come lui, ma lavoro da 34 anni e faccio semplicemente il giornalista. E da oltre due anni e mezzo guido una squadra di persone che, nel bene e nel male, fanno quel che faccio io: cerchiamo di raccontare il mondo.
Non sempre ci riusciamo. Proviamo a non prendere buchi, sbagliamo come tutti, a volte anche aprendo i tg (ne facciamo circa una ventina al giorno) con notizie diverse da quelle scelte dalle testate principali. Ma due cose le facciamo sempre: non siamo omologati, per scelta editoriale e perché non facciamo tg generalisti, e soprattutto andiamo alla fonte, per verificare le notizie.
Cerchiamo di non scrivere di altri se non chiediamo loro almeno un parere. È una delle regole principali del giornalismo, che io, te e il caro Gramellini siamo stati in qualche modo costretti a recepire da giovani. Ricordi le famose 5 W che non fanno più gola a nessuno in questo mondo dei social e degli smartphone...
Siamo gli unici, noi di Rainews24, per esempio, che ancora incessantemente insistono a non mollare il racconto della guerra in Ucraina. Pensa, direttore, che ogni giorno, intorno alle 15, facciamo un tg in lingua ucraina. Per i profughi che sono stati costretti a fuggire dalle bombe di Putin.
Non fa ascolto, certo, il tg ucraino, ma è servizio pubblico. Come quello di raccontare la storia di città, centri minori, piccoli paesi, dove sono nati i miti, gli eroi, i nostri antenati. Anche per riportarli ai nostri figli. E a proposito di giovani: pensa ai miei di figli, direttore, che leggendo le parole di Gramellini hanno scoperto di avere un padre «ottuso» perché ha dedicato solo poche ore al voto in Francia domenica sera.
A Rainews24, nonostante tutto, facciamo sforzi continui per esserci, ovunque e comunque. Nel segno del pluralismo e in tutta la nostra «ottusità». Un’ottusità felice, però, che sfugge ai salotti e risplende della genuinità della gente comune. La stessa che incontri nei bar, nelle piazze, nei cinema, nei teatri, sulle spiagge, nelle scuole, nelle università, in Francia come in Italia, in Gran Bretagna come negli Stati Uniti .
paolo petrecca alma manera paolo petrecca