LA PIETRA NERA DEL CAIRO – IL FONDO AMERICANO BLACKSTONE MINACCIA DI ALLARGARE LA DISPUTA LEGALE PER LA PROPRIETÀ DELLA SEDE DI VIA SOLFERINO, FACENDO CAUSA ANCHE A MILANO E LONDRA, IN MODO DA AGGIRARE L’ARBITRATO – LA VENDITA NEL 2013 PER 120 MILIONI DI EURO, LA LETTERA DI URBANETTO E I DUBBI SULLA GIURISDIZIONE: COME SI È ARRIVATI A QUESTO PUNTO?

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Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

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Il fondo di investimenti americano Blackstone minaccia di allargare la sua disputa legale contro Rcs, facendo causa anche a Milano e in Inghilterra, dopo New York. La casa editrice italiana risponde che si tratta di un tentativo «disperato» e «in malafede» di interferire con il suo procedimento di arbitrato, già avviato nel capoluogo lombardo. Sono gli ultimi sviluppi del braccio di ferro sulla proprietà della sede storica del «Corriere della Sera», che ad aprile sarà oggetto di un' audizione probabilmente decisiva, davanti alla giudice della Supreme Court of the State of New York, Salian Scarpulla.

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Nel novembre del 2013 Rcs aveva venduto i tre stabili di via Solferino, via San Marco e via Balzan alla Blackstone per 120 milioni di euro, riaffittando poi una parte dei locali. Il 10 luglio scorso Milano Finanza ha scritto che Blackstone stava rivendendo gli immobili ad Allianz per 250 milioni di euro, e tre giorni dopo gli americani hanno ricevuto una lettera dal presidente di Rcs, Urbano Cairo, che dichiarava nullo l' atto del 2013.

 

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Il 9 novembre la casa editrice ha chiesto un arbitrato a Milano per risolvere la disputa, accusando il fondo americano di aver commesso il reato di usura, approfittando delle difficili condizioni in cui versava la casa editrice. Il 20 novembre Blackstone ha risposto presentando un «Complaint» alla Corte Suprema dello stato di New York, definendo le azioni di Rcs «spurious, malicious and extortionate», ossia spurie, maliziose e di natura estorsiva.

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La casa editrice ha replicato con una «motion to dismiss», sostenendo che l' arbitrato di Milano è l' unico foro competente, e quindi ha chiesto di fermare la «discovery» a New York, ossia la raccolta degli elementi necessari a far procedere la causa di Blackstone. Il 13 febbraio scorso l' avvocato del fondo, Aaron Marks, ha invitato Scarpulla a procedere, per tre motivi: primo, perché New York ha la giurisdizione, in quanto Blackstone è basata qui; secondo, perché la prassi della Commercial Division prevede di condurre la «discovery»; terzo, perché anche se la casa editrice prevalesse a Manhattan, «il querelante farebbe causa contro Rcs in Italia e/o in Inghilterra», dove ha una sede.

 

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Con questo andrebbe oltre l' arbitrato di Milano, che non considera legittimo perché era previsto nel Preliminary Asset Purchase Agreement (APA), ossia l' accordo preliminare sull' acquisto, ma non nei Sale and Purchase Agreements (Spa), che poi l' avevano finalizzato. Il fondo americano aggiunge che il procedimento è urgente, perché i danni subiti aumentano di giorno in giorno, mentre l' arbitrato non è ancora iniziato perché non c' è il presidente del collegio.

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Mercoledì l' avvocato Michael Carlinsky ha risposto a nome di Rcs, accusando Blackstone di aver avviato «un tentativo in malafede di cercare un foro favorevole», solo per interferire con il procedimento di Milano che Rcs aveva cominciato prima. Carlinsky boccia l' iniziativa per cinque motivi: primo, il fondo non ha dimostrato la giurisdizione di New York; secondo, l' APA richiede l' arbitrato; terzo, Manhattan è una sede disagevole perché tutto si è svolto in Italia; quarto, il querelante non ha chiarito le leggi straniere che bisognerebbe applicare; quinto, la condotta maliziosa di Rcs allo scopo di impedire la vendita degli immobili ad Allianz e danneggiare Blackstone non è provata, perché Rcs ha discusso la questione solo con Blackstone.

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Carlinsky però scrive che il contratto del 2013 è nullo perché il fondo americano ha violato il codice penale italiano. Quindi Blackstone, se perdesse a New York, potrebbe puntare a fare causa a Milano, per scavalcare la Camera Arbitrale e portare la disputa davanti ad un tribunale penale.

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