Valerio Palmieri per ''Spy''
Il “metodo Caltagirone”, ovvero l’invenzione di un ricco spasimante da utilizzare per agganciare personaggi dello spettacolo e far credere loro di essere fidanzati o sposati, con l’aggiunta in alcuni casi di un bambino in affido o orfano, è una pratica che la società Aicos, fondata da Pamela Perricciolo, cui si è aggiunta Eliana Michelazzo, svolgeva da tempo, ben prima del caso di Pamela Prati.
eliana michelazzo targa sophia loren
Per l’esattezza dal 2004, quando nasce la Aicos, in Calabria, dalla Perricciolo e da una donna (non è la Michelazzo) che risulta la prima intestataria della società. Già allora, pur non esistendo ancora in Italia Facebook, a questa donna viene presentato, telefonicamente e via mail, un prestante surfista di nome Andrea Ginevra. Il ragazzo parla con accento calabrese, anche se il volto, si scoprirà anni dopo, è quello di un modello svizzero, Stephan Weiler.
eliana michelazzo premio anna magnani
Lo stesso, per intenderci, a cui è stata rubata l’immagine per costruire il profilo di Simone Coppi, il marito immaginario di Eliana Michelazzo. Un’altra curiosa coincidenza è che il cognome del finto surfista, Ginevra, sarebbe lo stesso delle zie della Perricciolo. La donna, vittima del raggiro, che ha scoperto l’inganno solo adesso, vanterebbe anche crediti importanti nei confronti di Donna Pamela (Perricciolo). La Michelazzo, dicevamo, entra in gioco più avanti.
ELIANA MICHELAZZO PAMELA PERRICCIOLO
Siamo nel 2009 quando l’ex corteggiatrice di Uomini e donne annuncia il matrimonio con il magistrato Simone Coppi, che scoprirà, a suo dire solo dieci anni più tardi, non essere mai esistito. Eppure Eliana, questa è la seconda clamorosa rivelazione di “Spy”, sapeva già almeno dal 2015 che la famiglia Coppi era un’invenzione. Lo sapeva perché lei e la Perricciolo erano state indagate per truffa, insieme con un terzo soggetto (un modello svedese, ignaro di tutto, a cui era stata sottratta l’immagine), ai danni di una parlamentare calabrese (che non è Wanda Ferro, la deputata che ha “preceduto” Pamela Prati come “vittima” di Mark Caltagirone).
Gli indagati avrebbero indotto la vittima, con l’inganno, a consegnare 4.500 euro. La Michelazzo e la Perricciolo, secondo la denuncia, avrebbero stretto amicizia con la vittima, che aveva affidato alla Aicos la realizzazione di eventi nell’ambito della sua attività politica, e le due socie avrebbero presentato alla donna il modello svedese attraverso Facebook sotto le false generalità di Denny Coppi, giovane e facoltoso imprenditore, nipote dell’avvocato Coppi.
eliana michelazzo pamela perricciolo
A seguito della denuncia, in cui viene chiarito che Denny Coppi non esiste, viene perquisita l’abitazione di Eliana e di Pamela e vengono sequestrati telefoni cellulari, schede telefoniche e un documento (falso) del matrimonio fra Simone Coppi e Eliana Michelazzo. In quell’occasione la Michelazzo apprende, quindi, che Denny Coppi non esiste e che il suo matrimonio si basa su documenti sospetti.
eliana michelazzo con tatuaggio simone coppi
La truffa, secondo la denuncia, segue un copione che oggi è noto: Denny Coppi fa credere alla vittima di essere vedovo e padre di un bambino di sette-otto anni, tale Riccardo Coppi, con il quale veniva messa in contatto sia telefonicamente sia di persona, grazie alla Perricciolo. La vittima, così recita la denuncia, sarebbe stata convinta ad avviare le procedure per l’affidamento del piccolo e a pagare 4.500 euro per la sua assicurazione scolastica.
eliana michelazzo e simone coppi
I soldi sarebbero stati consegnati nelle mani della Perricciolo a settembre del 2014. Confrontando le immagini del 2015 con quelle del 2019, che abbiamo visto, il piccolo Riccardo Coppi somiglia tantissimo al bambino che è stato spacciato nell’ultimo anno per Sebastian Caltagirone, figlio di Marco Caltagirone. E arriviamo al ragazzo cui è stata sottratta l’identità: si tratta di un modello svedese, sposato, bellissimo, con quattro fratelli, anche loro modelli, ignaro di tutto (nella denuncia ci sarebbe il suo nome, ma nessun recapito).
manuela arcuri eliana michelazzo simone coppi
Nella finzione si chiama Denny Coppi, è vedovo, ma poi si sarebbe sposato con la cognata, tale Ada Da Russell, che ha il volto di una modella romana che abita a 50 metri da casa di Eliana e Pamela (anche lei totalmente estranea ai fatti). Il volto del modello è stato utilizzato anche per creare l’identità di Lorenzo David Coppi, l’uomo che ha ingannato Sara Varone.
Lo schema, a questo punto, è chiaro. Viene presa l’immagine di una persona reale, possibilmente straniera (nei casi appena citati uno svizzero e uno svedese), di bell’aspetto e con una famiglia numerosa dalla quale attingere altri profili da spacciare per parenti (ecco come è stato costruito il finto albero genealogico dei Coppi). A questo volto viene abbinato un profilo con un cognome importante che evochi ricchezza e benessere.
Con questa nuova identità vengono contattati personaggi famosi, che sono, appunto, le vittime del raggiro. Per intenerire le vittime e aggiungere un elemento di realtà viene tirato in ballo un bambino, Riccardo Coppi o Sebastian Caltagirone. Il bambino diventa l’arma del ricatto: in un caso ha perso la mamma, nell’altro è malato. Un altro elemento di veridicità sono i documenti falsi, come quelli sequestrati nella perquisizione dell’abitazione di Eliana e Pamela.
Alle vittime, infine, viene chiesto di tatuarsi l’iniziale del loro spasimante. Il segno indelebile di una crudele truffa. Ora, alla denuncia del 2015 contro Eliana e Pamela, se ne sono aggiunte altre recenti, prima fra tutte quella della mamma del bambino utilizzato a sua insaputa e a insaputa dei genitori per truffare le vittime dei raggiri. In questa storia, che dalla cronaca rosa sta passando a quella giudiziaria, è giunta l’ora di mettere i colpevoli di fronte alle proprie responsabilità.
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